Filippa da Catania: differenze tra le versioni

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La notte del 18 e 19 settembre 1345, il giovane principe Andrea fu trucidato nel castello di Aversa. Se gli esecutori del delitto furono presi e giustiziati, molto si discusse all'epoca su chi fossero i mandanti dell'omicidio: Filippa e i suoi famigliari finirono tra i sospettati.
 
Per fare pressioni sulla regina Giovanna, [[Roberto di Taranto]], [[Carlo di Gravina|Carlo di Durazzo]] e Ugone IV dal Balzo, sobillarono la folla napoletana contro la sovrana e i Cabanni.<ref>{{Cita|Goldstone 2009|p. 124.}}</ref> Il 6 marzo 1346, il siniscalco della casa reale Raimondo da Catania fu catturato da [[Fra Moriale]] e i suoi seguaci mentre stava sedando una sommosasommossa nelle strade di Napoli, e gli venne tagliata la lingua.<ref>{{Cita|Goldstone 2009|pp. 125-126.}}</ref> Torturato nel castello di Roberto di Taranto, Raimondo confessò i nomi dei presunti partecipanti alla cospirazione: tra cui Filippa, Roberto e Sancia de' Cabanni, oltre ad altri importanti nobili della cerchia di Giovanna.<ref>{{Cita|Gaglione 2009|p. 378.}}</ref>
 
Dopo varie sommosse popolari e l'assedio di Castel dell'Ovo, Giovanna fu costretta a consegnare i suoi favoriti affinché venissero processati. Torturati, tutti confessarono la partecipazione alla congiura. Ormai anziana, Filippa non resse alle torture subite e morì nelle carceri di Castel dell'Ovo tra il marzo 1346 e il 2 agosto 1346, giorno dell'esecuzione su pubblica piazza del figlio Roberto.<ref name="FdC"/> La nipote Sancia fu giustiziata il 31 dicembre successivo.