Velleio Patercolo: differenze tra le versioni

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Per l'impianto stesso della sua opera storica, tesa a difendere lo ''status quo'' (praticamente tutti i riformatori sono visti come delinquenziali sollevatori del popolo - i Gracchi, per esempio - mentre i personaggi legati alle istituzioni sono descritti come probi e disinteressati cittadini - Pompeo o Seiano siano esempio), al conformista nome di Velleio Patercolo è stato dal [[Codacons]] intitolato un ironico "Premio di giornalismo a chi durante l'anno si è distinto in modo eccellente per [[servilismo]] al potere governativo o economico fornendo notizie false ai lettori". La storiografia non è, però, unanime nel giudizio. Il nodo sta nel fatto che la valutazione totalmente negativa deriva dalla convinzione che quella di Velleio fosse solo adulazione nei confronti di Tiberio, giudicato da [[Tacito]] un pessimo imperatore.
 
Gli storici contemporanei, invece, rivalutano in parte la figura di Tiberio<ref>Cf.{{Cita libro|autore = Albino Garzetti|titolo = L'impero da Tiberio agli Antonini|anno = 1960|editore = Cappelli|città = Bologna|collana = Storia di Roma dell'Istituto Nazionale di Studi Romani|volumenumero = 6|wkautore = Albino Garzetti}}</ref> e quindi l'ammirazione di Velleio per l'imperatore può apparire in certi casi maggiormente fondata.
 
== Note ==