Coli: differenze tra le versioni
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== Storia ==
Il toponimo ''Coli'' deriva probabilmente da una popolazione [[Liguri|ligure]] che si insediò nella zona nel [[I secolo d.C.]]<ref>{{cita|Gentili|pp. 23-30|Gentili}}.</ref>, mentre, secondo un'altra ipotesi il toponimo potrebbe derivare dal [[lingua latina|latino]] ''Caulae'' che significava cavità, ma anche rifugio per gli ovini, come testimoniato, dalla presenza all'interno del Codice Diplomatico Bobbiese delle espressioni ''Caulo pecorariciae'', ''pratum in Caulo'', ''plebs de Caulo'', ''in Caulo pecoraritiae'', ''pratum in Caulo'', ''plebs de Caula'' e ''plebatus de Colli'', fino ad
In epoca [[Longobardi|longobarda]] la zona di Coli fu, a partire dal 614, dipendente dall'[[Abbazia di San Colombano|abbazia di Bobbio]], fondata da [[San Colombano]] a cui sarà successivamente consacrata. Con la fondazione del monastero, Coli divenne una fiorente cella monastica parte del [[Feudo monastico di Bobbio|feudo monastico imperiale bobbiese]]. Nel 615 lo stesso San Colombano si trasferì presso l'[[Eremo di San Michele (Coli)|eremo di San Michele]], posto su un pendio sulla sponda sinistra del torrente Curiasca<ref name=benvenuti/> dove, secondo la tradizione, trovò la propria morte il 23 novembre di quell'anno<ref name=turismo/>. Le località colesi citate come pertinenze del monastero bobbiese furono di Santa Cecilia, allora chiamata ''Porcile'' per l'allevamento dei maiali, Scabiazza con la chiesa di Sant'Anastasio, Forno di Sotto e Forno di Sopra, Caminata Boselli, Costa Caminata, Macerato, Nicelli, Pradella, Barberino, Gavi, Aglio, S. Agostino, Rosso o Rossopiana, Barche, Costiere e Peli<ref>{{cita|Polonio Felloni|p. 33 - Tabella II dei possedimenti in Italia|Polonio}}.</ref><ref>{{cita|Polonio Felloni|p. 136|Polonio}}.</ref><ref>{{cita|Destefanis|pp. 67-70 - Carte di distribuzione Fig. 44-44a-44b|Destefanis}}.</ref><ref>{{cita|Cipolla e Buzzi||cipolla}}.</ref>.
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