Marmo giallo antico: differenze tra le versioni

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==Storia==
A partire dalla seconda metà [[II secolo a.C.]] era utilizzato dai [[Re di Numidia|re numidi]]. [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]<ref>[[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], ''[[Naturalis Historia]]'', 36, 49.</ref> ne attribuisce l'introduzione a [[Roma]] a [[Marco Emilio Lepido (console 78 a.C.)|Marco Emilio Lepido]] nel [[78 a.C.]], che ne utilizzò dei blocchi per le soglie della sua casa. [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]]<ref>, [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita Iulii'', 85.</ref> riporta che il popolo fece innalzare nel [[Foro romano]] una colonna onorifica di Marmomarmo Numidiconumidico dedicata a [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]; [[Gaio Giulio Cesare Ottaviano|Augusto]] lo utilizzò per le colonne del [[peristilio]] della sua casa sul [[Palatino]] insieme al [[marmo portasanta]] e al [[marmo pavonazzetto]] e ne fece inoltre largo utilizzo nel suo [[Foro di Augusto|Foro]].
 
Le cave divennero ben presto di proprietà [[Impero romano|imperiale]] e questa varietà di marmo venne largamente utilizzata per fusti di colonna e rivestimenti parietali e pavimentali negli edifici pubblici delle città più vicine alla costa del [[Mar Mediterraneo]], e in particolare venne esportato nella [[Italia|penisola italiana]]. Era inoltre utilizzato per statue di [[Barbaro|barbari]] o di bestie selvagge, in relazione alla sua provenienza. Nel [[III secolo]] le cave andarono probabilmente esaurendosi e il giallo antico fu progressivamente soppiantato da brecce gialle di altra provenienza e di minor pregio. Risulta menzionato nell'[[Editto dei prezzi]] di [[Diocleziano]], agli inizi del [[IV secolo]], dove se ne stabilisce un prezzo piuttosto alto.