ACE-inibitore: differenze tra le versioni
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Il meccanismo d'azione degli ACE-inibitori si basa sull'inibizione dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Nell'organismo, quest'enzima ha due compiti principali. Da un lato, è responsabile della sintesi dell'octapeptide (peptide composto da 8 [[aminoacidi|amminoacidi]]) angiotensina II, che è un [[Vasokonstriktion|vasocostrittore]], a partire da un suo precursore inattivo, il decapeptide (10 amminoacido|amminoacidi) [[angiotensina I]], mediante scissione dei due amminoacidi C-terminali; dall'altro, catalizza la degradazione del mediatore [[bradichinina]] in prodotti inattivi.
L'inibizione dell'enzima di conversione dell'angiotensina ha come conseguenza una diminuzione della concentrazione dell'angiotensina
Nelle malattie renali, quali la [[Nefropatia|nefropatia diabetica]], gli ACE-inibitori portano a una diminuita eliminazione di proteine ([[proteinuria]]) e impediscono, almeno in parte, la progressione della malattia (nefroprotezione). Questo effetto di notevole importanza clinica è dovuto alla maggiore azione vasodilatante degli ACE-inibitori sull'arteriola efferente del glomerulo rispetto all'arteriola afferente, con conseguente riduzione della pressione intraglomerulare. Ciò riduce la perdita di proteine dal rene e fa sì che la progressione della malattia sia rallentata.
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