Donald Judd: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Donald Clarence Judd è stato un artista americano, il cui nome è spesso associato al [[Minimalismo|minimalismo.]]. <ref>{{Cita web|url=https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/artisti/donald-judd/|titolo=Donald Judd {{!}} Artista {{!}} Collezione Peggy Guggenheim|sito=www.guggenheim-venice.it|lingua=it|accesso=2021-05-03}}</ref>
 
Nei suoi lavori Judd ricerca autonomia e chiarezza negli oggetti che costruisce e negli spazi da essi creati, raggiungendo una presentazione rigorosa, priva di gerarchia compositiva. Il suo pensiero è teorizzato nel testo “''Specific Objects''”, scritto chiave della minimal art, pubblicato nel 1964 sull’ottavo numero di “''ArtsYearBook''”.
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===Prime opere - fase tradizionalista===
A fine anni quaranta Judd inizia la sua carriera artistica come pittore tradizionalista e dagli esperimenti su tela sviluppa la sua fase matura all’inizio degli anni sessanta. La sua prima personale di dipinti espressionisti si tiene nel 1957 alla Panoramas Gallery di New York. Tra gli anni cinquanta e sessanta inizia a sperimentare la tecnica dell’incisione su legno ed a spostarsi da un’arte figurativa verso un crescente [[Astrattismo|astrattismo,]], prima intagliando forme circolari e poi passando a una minuziosa lavorazione fatta di linee ed angoli. Tra il 1961 e il 1962 realizza numerosi rilievi che combinano elementi di pittura e scultura e nel 1963 cessa definitivamente di dipingere per lavorare con lo spazio e nello spazio. Il suo stile artistico presto si evolve in costruzioni in cui il concetto di materialità è centrale per l’opera.<ref>{{Cita web|url=https://www.artwort.com/2015/11/09/arte/gli-oggetti-definiscono-lo-spazio-minimalismo-donald-judd/|titolo=Gli oggetti che definiscono lo spazio / Il minimalismo di Donald Judd|sito=Artwort|data=2015-11-09|lingua=it-IT|accesso=2021-05-03}}</ref>
 
===Critico d'arte===
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Le sue sculture possono essere combinate serialmente o meno, a seconda della volontà dell'artista. Alcune sue creazioni sono state esposte con un numero diverso di elementi rispetto a quello originale, a causa delle limitazioni dello spazio a loro destinato. Apparentemente autonomi, i suoi oggetti non possono essere percepiti senza considerare il rapporto con lo spazio che occupano e influenzano.
 
Contemporaneamente all’abbandono della pittura per la scultura nei primi anni sessanta, Judd scrive il saggio “''Specific Objects''”, pubblicato nel 1964. <ref>{{Cita web|url=https://www.kabulmagazine.com/specific-objects-12/|titolo=Donald Judd: Specific Objects 1/2 - Traduzione italiana|sito=Kabul|data=2016-12-19|lingua=it-IT|accesso=2021-05-03}}</ref>Con esso individua un punto di partenza per un nuovo territorio dell’arte americana e allo stesso tempo esprime un rifiuto dei valori artistici europei ereditati, quali illusione e rappresentazione dello spazio contrapposti allo spazio reale. Judd porta all’evidenza questa evoluzione nei lavori di alcuni artisti attivi a New York al tempo come  [[H.C. Westermann]], [[Lucas Samaras]], [[John Chamberlain]], J[[Jasper Johns|asper Johns]], [[Dan Flavin|Dan Flavin,]], George Earl Ortman e [[Lee Bontecou]].
 
Le opere di Judd che abitano lo spazio in cui sono fabbricate non sono più facilmente classificabili né come pittura né come scultura. L’artista stesso infatti si rifiuta di chiamarle sculture dal momento che esse non sono scolpite ma realizzate usando processi industriali. Il fatto che l’identità categoriale di tali oggetti sia difficile da definire rappresenta parte del loro valore per Judd.<ref>{{Cita web|url=https://www.exibart.com/opening/donald-judd-al-moma/|titolo=Donald Judd al MoMA|sito=exibart.com|data=2020-03-16|lingua=it-IT|accesso=2021-05-03}}</ref>
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* ''Untitled'' (''Progression''), 1965, painted and galvanized iron, 12.7 x 175.3 x 21.6 cm, Saint Louis Art Museum.
*''Untitled (Stack),'' 1967, Lacquer on galvanized iron, twelve units, each 9 x 40 x 31" (22.8 x 101.6 x 78.7 cm), MoMA.[https://www.moma.org/]
*Untitled, 1967, collection of [[Indianapolis Museum of Art|Indianapolis Museum of Art.]].
* ''Untitled'', 1976, anodized aluminum, 15 x 281,3 x 15 cm, [[Solomon_R._Guggenheim_Foundation]], New York, Collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof, lascito Hannelore B. Schulhof, 2012.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gail|cognome=Hastings|data=2018-07-03|titolo=The Power of Inclusion in Donald Judd’s Art: Observations by an Artist|rivista=Art Journal|volume=77|numero=3|pp=48–62|accesso=2021-04-09|doi=10.1080/00043249.2018.1530006|url=https://doi.org/10.1080/00043249.2018.1530006}}</ref>.
*Untitled, 1977, stainless steel box, MoMA.