Battaglia di Ponts-de-Cé (1620): differenze tra le versioni

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[[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]], prima dello scontro, pensò di inviare al castello di Angers il duca di Bellegarde, il presidente Jeannin e Jean Davy du Perron, arcivescovo di Sens, per trattare la resa della madre, che ad ogni modo non cedette. Il 6 agosto il re lasciò La Flèche e il 7 agosto le truppe regie erano già riunite nella piana di [[Trélazé]], nei pressi delle cave di ardesia di [[Angers]].
 
A capo delle armate di Maria de Medici stava Louis de Marillac che capì subito di trovarsi in netta inferiorità numerica rispetto ai nemici. La defezione del duca di Retz coi suoi 1500 uomini al seguito, ridusse però di un terzo le truppe dei "grandi" e incoraggiò il duca di VendomeVendôme ad abbandonare il campo di battaglia e a cercare rifugio ad Angers, dove si trovava Maria de Medici, lasciando il proprio esercito allo sbando. Per il maresciallo Créqui fu un gioco da ragazzi dunque sbaragliare le truppe rimaste ora senza guida. La sconfitta per Maria de Medici fu totale.
 
Il 10 agosto, venne firmata la pace di Angers tra Luigi XIII e Maria de Medici. Per paura che sua madre potesse nuovamente tramare ai suoi danni, il re accettò il ritorno di questa a corte e si riconciliò con lei tramite Richelieu, allora vescovo di Luzon[[Luçon]].
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|nome1=Vignal Souleyreau|cognome1=Marie-Catherine|anno=2008|editore=Pygmalion|lien éditeur=Pygmalion (maison d'édition)|titolo=Richelieu ou la quête d'Europe|pages totales=385|url=http://books.google.fr/books?id=C0VueSK57dIC&hl=fr&source=gbs_navlinks_s}}