Magneti Marelli: differenze tra le versioni

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|gruppo = [[Kohlberg Kravis Roberts|KKR]]
|controllate =
|persone chiave = Ermanno Ferrari ([[Amministratore delegato|CEO]])
|settore = [[Industria metalmeccanica|Metalmeccanica]]
|prodotti = componentistica per autoveicoli
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L'azienda sorse nel 1994 nell'ambito del processo di integrazione del [[Gruppo Magneti Marelli]] di [[Corbetta]], holding operante nella produzione di componenti per automobili, nella [[Gilardini]] di Torino, azienda produttrice di componenti industriali, decisa dal [[Gruppo Fiat]] controllante delle medesime, e avallata dai rispettivi management.<ref name="fusione">{{cita news|autore=|url=https://www.italiaoggi.it/archivio/fiat-gilardini-ingloba-marelli-232417|titolo=Fiat, Gilardini ingloba Marelli|pubblicazione=[[Italia Oggi]]|numero=228|data=1° ottobre 1994|p=10|accesso=12 maggio 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/11/15/Economia/MAGNETI-MARELLI-DELIBERATA-FUSIONE-CON-GILARDINI_131700.php|titolo=MAGNETI MARELLI: DELIBERATA FUSIONE CON GILARDINI|pubblicazione=[[ADN Kronos]]|data=15 novembre 1994|accesso=12 maggio 2021}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Primo sì della Gilardini alla fusione|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=15 novembre 1994|p=29}}</ref> La nuova entità assunse la stessa ragione sociale e la sede legale dell'azienda lombarda, e al momento della sua costituzione contava circa 23.000 dipendenti in 50 stabilimenti, e raggiungeva un fatturato consolidato di oltre 5.000 miliardi di lire.<ref name="fusione"/>
 
La nuova Magneti Marelli intraprese una politica di [[internazionalizzazione]], già avviata nel 1994, quando in [[Cina]] creò la joint venture industriale e commerciale con la Guangzhou Motor Vehicle Instruments di [[Canton]], denominata Magneti Marelli Guangzhou Motor Vehicle Instruments Ltd., partecipata al 70% dall'azienda italiana, che penetrò così nel paese asiatico.<ref>{{cita news|autore=|titolo=Magneti Marelli va in Cina|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=27 ottobre 1994|p=29}}</ref> Due anni più tardi, nel 1996, aprì la prima consociata negli [[Stati Uniti]], e un'altra società fu creata in [[Argentina]] assieme alla giapponese [[Denso|Nippondenso]], la Magneti Marelli Denso, con sede a [[Córdoba (Argentina)|Córdoba]], per la produzione nel paese latinoamericano di sistemi di [[climatizzazione]] per le auto.<ref>{{cita news|autore=|titolo=Magneti Marelli nuova alleanza con Nippondenso|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=17 maggio 1996|p=29}}</ref> Nello stesso anno, assunse il controllo della maggioranza dell'azienda di componentistica portoghese Joao De Deus Filhos S.A., specializzata nella produzione di sistemi di raffreddamento del motore.<ref>{{cita news|autore=|titolo=Marelli in Portogallo|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=4 ottobre 1996|p=17}}</ref> L'anno seguente, nel 1997, in [[Brasile]] rilevò il 70% della COFAP, maggiore azienda sudamericana di componenti per autoveicoli.<ref>{{cita news|autore=|titolo=Magneti Marelli avanza in Brasile|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=28 giugno 1997|p=17}}</ref> Nel 1998, Magneti Marelli rilevò dalla statunitense [[Arvin Industries]], lo stabilimento italiano di [[Melfi]], in [[provincia di Potenza]], dedicato alla produzione di [[ammortizzatori]].<ref>{{cita news|autore=|titolo=Magneti Marelli, patto con Arvin|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=9 luglio 1998|p=12}}</ref> Nello stesso anno, fu avviata la produzione dei primi [[navigatori satellitari]].<ref name="navsat">{{cita web|url=https://www.magnetimarelli.com/it/azienda/la-nostra-storia/1919-1940#16|titolo=1919-1940|accesso=13 maggio 2021}}</ref> L'anno seguente, nel 1999, assieme alla tedesca [[Robert Bosch (azienda)|Bosch]] creò la [[Automotive Lighting]] per la produzione di [[Fanale (veicoli stradali)|fari per la retroilluminazione]], e acquisì il controllo del Gruppo Seima.<ref name="ingram">{{cita|Ingram}}.</ref><ref>{{cita news|autore=V. Cornero|titolo=Morelli e Bosch accendono i fari|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=17 aprile 1999|p=19}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Gruppo Seima acquisito dalla Marelli|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=23 dicembre 1999|p=17}}</ref>
 
Negli anni 2000, l'azienda rafforzava la propria presenza internazionale espandendosi ulteriormente, e proseguiva nell'innovazione tecnologica. Nel 2001-02, MM dismise due divisioni: quella degli ammortizzatori e delle sospensioni, ceduta alla tedesca [[ThyssenKrupp]]; la divisione elettronica, Magneti Marelli Sistemi Elettronici, ceduta alla holding italiana Mekfin dell'imprenditore [[Carlo Fulchir]].<ref>{{cita news|autore=|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/03/22/magneti-marelli-parlera-tedesco-ammortizzatori-al-gruppo.html?ref=search|titolo=Magneti Marelli parlerà tedesco ammortizzatori al gruppo Thyssen|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=22 marzo 2001|p=38|accesso=13 maggio 2011}}</ref><ref>{{cita news|autore=|titolo=Magneti Marelli Sistemi Elettronici passa a Fulchir|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=3 agosto 2002|p=18}}</ref> Nel 2003, sviluppò in Brasile la tecnologia Flex per il funzionamento del motore utilizzando due tipi di [[combustibile]], alcool o benzina.<ref name="ingram"/> Due anni più tardi, nel 2005, l'azienda lombarda divenne azionista di maggioranza della Automotive Lighting, arrivando al 74,9%.<ref name="ingram"/> Nel 2009-10, Magneti Marelli apre altri insediamenti produttivi e joint venture locali in Cina e [[India]].<ref name="navsat"/>