Dadone di Pombia: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== Il problema genealogico ===
L'ascendenza di Dadone è incerta<ref>{{Cita pubblicazione|autore=[[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|anno=1975|titolo=Movimento signorile e affermazione ecclesiastica nel contesto distrettuale di Pombia e Novara fra X e XI secolo|rivista=Studi medievali, serie terza, [[Centro italiano di studi sull'alto medioevo]]|città=[[Spoleto]]|numero=XVI|p=161, nota 26|url=https://www.mgh-bibliothek.de/dokumente/a/a083862.pdf}}</ref>. Egli, assieme al presunto figlio e re [[Arduino d'Ivrea|Arduino]], è al centro di un secolare problema genealogico riguardo al collegamento tra essi e gli Anscarici. Molti, come lo studioso del XVII secolo [[Ludovico Della Chiesa]], ritenne Dadone quartogenito di [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]]; altri, come [[Carlo Tenivelli]] a fine XVIII secolo lo ritenne che Dadone fosse [[Corrado d'Ivrea|Corrado Conone]], predecessore di Arduino nella marca, tesi portata avanti da [[Domenico Carutti]] (il quale però poi rigettò questa teoria ritenendo Dadone figlio di [[Anscario II]]); sempre nello stesso secolo, [[Ludovico Antonio Muratori]] tentò di collegare Arduino con gli [[Arduinici]] e rinnegando una discendenza da Berengario II (tentativo che, come rilevato da [[Giuseppe Sergi (storico)|Sergi]], non ebbe fortuna, anche se Gian Tommaso Terraneo accettò tale soluzione sempre nello stesso secolo così come [[Luigi Provana del Sabbione|Luigi Provana]] nel secolo successivo). Altri ancora ritennero un "Anscaride acquisito" per via matrimoniale, come Carlo Dionisotti a fine XIX secolo. Nel 1900 invece Baudi di Vesme ritenne Dadone figlio di [[Amedeo I d'Ivrea]] e quindi nipote di Berengario II. Nella ricerca moderna, gli storiografi hanno tacitamente accettato un legame tra Arduino e Dadone con gli Anscarici, pur con riserva.
Dadone successe nella contea di [[Pombia]] ad Adalberto († 973), che era succeduto nel 962 al padre [[Amedeo I d'Ivrea]]. Fu quindi conte di Pombia dal 973 al 998.
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