Storia della Francia: differenze tra le versioni

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'''La storia della Francia''' può essere suddivisa in vari periodi. Nonostante la Francia sia una tra le nazioni più antiche d<nowiki>'</nowiki>Europa, essa si configura in quanto tale solo a partire dal Medioevo, peraltro senza che sia possibile individuarne una data di nascita precisa e irrefutabile. La fondazione della Francia risale, al 486, quando il re dei Franchi Clodoveo conquistò la maggior parte della Gallia; da altri, al IX secolo, a seguito dello smembramento dell'Impero carolingio; da altri ancora agli inizi dell'età bassomedievale (XI-XII secolo), con la diffusione e il consolidamento di una lingua ed una civiltà comuni nella massima parte dell'attuale Francia settentrionale. Il termine "Francia" venne impiegato per la prima volta in forma ufficiale a partire dal 1190, quando Filippo Augusto iniziò ad essere denominato, nei documenti, con la formula di ''rex Franciae'' invece di ''rex Francorum''. Il termine era peraltro già stato usato nella ''Chanson de Roland'', scritta un secolo prima.
 
== Preistoria ==
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Non appena le guerre d'Italia finirono, la Francia precipitò in una crisi interna con gravi conseguenze. Nonostante la conclusione di un Concordato tra la Francia e il Papato (1516), che garantiva alla corona la nomina dei vescovi, la Francia fu profondamente colpita dai tentativi della [[riforma protestante]] di rompere l'unità [[Cattolicesimo|cattolica]]. Una crescente minoranza protestante su base urbana, gli [[Ugonotti]], affrontarono la dura repressione all'epoca di re [[Enrico II di Francia|Enrico II]]. Dopo la morte di Enrico II durante un torneo, il paese venne retto dalla vedova [[Caterina de' Medici]] e dai suoi figli [[Francesco II di Francia|Francesco II]], [[Carlo IX di Francia|Carlo IX]] ed [[Enrico III di Francia|Enrico III]]. La reazione cattolica comandata dal potente [[Enrico di Guisa|Enrico, duca di Guisa]] culminò nel massacro degli Ugonotti del 1562, il primo delle [[Guerre di religione francesi|guerre di religione]], durante la quale eserciti inglesi, tedeschi e spagnoli intervennero in una o nell'altra delle fazioni rivali. Contrari alla monarchia assoluta, gli Ugonotti teorizzavano il [[diritto di ribellione]] e la legittimità del [[tirannicidio]].
 
Le guerre di religione culminarono nella [[guerra dei tre Enrichi]], nella quale [[Enrico III di Francia|Enrico III]] assassinò Enrico di Guisa, capo della [[Lega cattolica (Francia)|Lega cattolica]], appoggiata dagli spagnoli, e a sua volta il re venne ucciso. Dopo gli assassini di Enrico di Guisa ed Enrico Valois, il conflitto terminò con l'ascesa al trono del protestante [[Enrico IV di Francia|Enrico di Borbone]] e il suo susseguente abbandono del protestantesimo ("Espediente del 1592") effettiva nel 1593, la sua accettazione dalla maggior parte dell{{'}}''[[establishment]]'' cattolico (1594) e dal Papa (1595), e la sua promulgazione del decreto di tolleranza, conosciuto come l'[[Editto di Nantes]] (1598), che garantiva libertà di culto ed equità civile.
 
=== La Francia nel Sei-Settecento ===
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Alla fine del [[secolo XVIII|Settecento]] le finanze francesi erano dissestate. Nel [[1787]] il ministro delle finanze di Luigi XVI, [[Charles Alexandre de Calonne]], convocò un'assemblea di notabili, ai quali, tra l'altro saltando i parlamenti regionali, veniva chiesto di approvare una nuova tassa sui possedimenti fondiari, che comprendeva anche le proprietà dei nobili e del clero. L'assemblea non approvò la tassa, invece chiese al re di convocare gli [[stati Generali del 1789|stati generali]]. Nell'agosto del [[1788]] Luigi XVI fu d'accordo di convocare gli stati generali per il maggio [[1789]]. Mentre il [[Terzo Stato]] chiese la doppia rappresentanza per bilanciare gli altri due stati, il voto veniva fatto per ordine e quindi la doppia rappresentanza divenne inutile. Questo portò al Terzo Stato di ritirarsi dagli stati generali. I rappresentanti del Terzo Stato si riunirono e si proclamarono [[assemblea nazionale (Francia)|assemblea nazionale]]. Intanto il re per prevenire la nascita dell'assemblea, ordinò la chiusura della Salle des Etats dove l'assemblea si riuniva. Dopo aver trovato le porte chiuse e guardate a vista, si incontrarono il 20 giugno [[1789]] in una sala adibita al gioco della [[pallacorda]] e giurarono di non separarsi fino a che non fosse stata approvata una nuova costituzione. Intanto si aggregarono alcuni membri del primo e del secondo Stato.
 
Dopo che il re licenziò il suo ministro delle finanze, [[Jacques Necker]], perché questi aveva dato il supporto ai rappresentanti del Terzo Stato, affioravano preoccupazioni che la legittimità dell'assemblea nazionale poteva essere minacciata dai monarchici. Parigi intanto fu travolta da violente manifestazioni. Il sovrano e la corte abbandonarono la città. Dopo la notizia che a Versailles alcuni nobili avevano calpestato la coccarda tricolore il, 14 luglio [[1789]] i rivoltosi posero gli occhi sulle armi depositate all'interno della fortezza/prigione della [[Bastiglia (Parigi)|Bastiglia]], vista anche come simbolo del potere monarchico. Gli insorti assediarono la Bastiglia, uccidendo il governatore de Lunay e molte delle sue guardie. [[Gilbert du Motier]], eroe dell'indipendenza americana, assunse il comando della [[Guardia nazionale francese|Guardia nazionale]] e il re fu obbligato a riconoscere la [[Coccarda francese tricolore|coccarda tricolore]]. Sebbene venne ritrovata la pace, molti nobili videro il nuovo ordine come non accettabile, così emigrarono per spingere i regni vicini a dichiarare guerra al nuovo regime. Per questo periodo di instabilità, lo Stato venne colpito per diverse settimane tra il luglio e l'agosto 1789 da un periodo di violenti conflitti di classe.
 
Nell'agosto [[1789]] l'Assemblea Nazionale adottò la [[Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino]], come un primo passo in vista di emanare una costituzione. Usando la dichiarazione d'indipendenza americana, definisce una serie di diritti individuali e collettivi. Influenzata dalla [[dottrina del diritto naturale]], questi diritti venivano considerati naturali e universalmente validi. L'Assemblea Nazionale sostituì le province storiche della Francia con ottantatré dipartimenti, amministrati uniformemente e approssimativamente uguali uno dall'altro in estensione e popolazione. Il 4 agosto [[1789]], con il [[decreto d'agosto]], l'Assemblea abolì il feudalesimo, spazzando via sia i diritti signorili del Primo Stato sia la [[decima]] raccolta dal Secondo Stato. In corso di poche ore il clero, i nobili, città, compagnie e via dicendo, persero i loro secolari privilegi. L'Assemblea abolì alcuni simboli dell{{'}}'''Ancien Régime'', come le [[livrea|livree]] e l'[[araldica]]. Nonostante gli intrighi dell'aristocrazia più conservatrice, l'Assemblea continuava a lavorare per dare una nuova costituzione. Una nuova organizzazione giudiziaria fece dei magistrati indipendenti al trono. Il legislatore abolì anche gli uffici ereditari, eccetto la monarchia. Nei casi criminali bisognava trovare le prove. Il re aveva l'unico potere di proporre la guerra, ma con la decisione definitiva del potere legislativo. L'Assemblea decise di abolire le dogane interne e soppresse le corporazioni di arti e mestieri.
 
La Rivoluzione causò un massiccio avvicendamento di poteri dalla Chiesa cattolica allo Stato. Sotto l'Antico Regime, la Chiesa era l'ente con maggiori proprietà fondiarie. Il legislatore decretò nel [[1790]] l'abolizione di raccogliere, da parte dell'autorità ecclesiastica, una tassa sui raccolti, la cancellazione dei privilegi speciali goduti dal clero e la confisca delle proprietà della Chiesa. L'Assemblea risolse in parte la crisi finanziaria della Francia con le confische ai danni della Chiesa.
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La nascita della repubblica vide la Francia occupata dalle truppe straniere, la capitale teatro di un'insurrezione di stampo [[socialismo|socialista]] – la [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]], che venne violentemente repressa da [[Adolphe Thiers]] – e due province [[Alsazia-Lorena|Alsazia e Lorena]] annesse all'[[Impero tedesco]]. Per mezzo secolo i francesi sentirono il desiderio di rivincita (''revanche'', da cui [[Revanscismo|revanschismo]]) dalla sconfitta patita. La repressione della Comune fu sanguinosa. Si stima che il numero di persone uccise durante ''La Semaine Sanglante'' fosse di cinquantamila. Settemila vennero esiliati in [[Nuova Caledonia]]. Altre migliaia ripararono in Belgio, Inghilterra, Italia, Spagna e Stati Uniti.
 
Dopo questa sconfitta, i repubblicani dovettero battersi anche contro i movimenti reazionari, i quali rifiutavano l'eredità della rivoluzione del 1789. Sia i [[legittimismo|legittimisti]] e gli [[orleanismo|orleanisti]] erano contrari al [[repubblicanesimo]], visto come un'estensione della modernità e dell'[[ateismo]], che rompeva le tradizioni della Francia. Questo Stato durò fino alla crisi del [[1877]], che portò alla presidenza il monarchico [[Patrice de Mac-Mahon]] nel gennaio [[1879]]. La morte di [[Enrico, conte di Chambord]] nel [[1883]] (Enrico V), il quale come nipote di Carlo X rifiutò di abbandonare i ''[[fleur-de-lys]]'' e la [[bandiera bianca]], simboli borbonici, produsse la fine dell'alleanza dei monarchici francesi. Gli orleanisti accettarono, come [[Adolphe Thiers]], la [[Terza Repubblica francese|repubblica]]. I legittimisti vennero emarginati; alcuni di loro fondarono ''[[Action française]]'' nel [[1898]], durante l{{'}}''[[Affare Dreyfus|Affaire Dreyfus]]''. Action française divenne un movimento influente negli [[anni 1930|anni trenta]], in particolare tra gli intellettuali del [[Quartiere latino (Parigi)|Quartiere latino]]. Nel [[1891]], l'enciclica ''[[rerum novarum]]'' di [[papa Leone XIII]] fece diventare legittimi i movimenti cattolici, che in Francia avevano origine negli sforzi di [[Félicité de Lamennais|Hughes Felicité Robert de Lamennais]] all'epoca della [[monarchia di luglio]].
 
Inizialmente la Terza repubblica era guidata da monarchici conservatori, ma i repubblicani riuscirono ad arrivare al potere. Nel periodo [[1879]]-[[1899]] arrivarono al potere repubblicani moderati ed ex-radicali (come [[Léon Gambetta]]). Con le leggi di [[Jules Ferry]] vennero poste le basi per l'educazione gratuita e laica in Francia.
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Nello sforzo di isolare la [[Impero tedesco|Germania]], la Francia arrivò a stringere patti di alleanza con la [[Russia zarista]] nel [[1894]] ([[Alleanza franco-russa]]) e il [[Regno Unito]] nel [[1904]] (''[[Entente cordiale]]''). Nel [[1907]], [[Regno Unito]] e [[Impero russo|Russia]] stipularono a loro volta un accordo dando vita ad una [[Triplice Intesa]] fra le tre potenze. La Francia aveva anche interessi economici in Asia orientale e cercò di allearsi con il Giappone. Durante la [[Missione Iwakura]] l'ambasciatore speciale [[Iwakura Tomomi]] chiese assistenza alla Francia per riformare il [[Giappone]]. Vennero così inviate alcune missioni militari in Giappone tra gli anni [[anni 1870|settanta]] e [[anni 1880|ottanta]] per aiutare a modernizzare l'esercito giapponese.
[[File:Degradation alfred dreyfus.jpg|miniatura|La degradazione di [[Alfred Dreyfus]].]]
Tra l'[[secolo XIX|Ottocento]] e il [[secolo XX|Novecento]] l'opinione pubblica francese si divise profondamente sull{{'}}''[[Affare Dreyfus|Affaire Dreyfus]]''. Il caso scoppiò verso la fine del [[1894]] quando [[Alfred Dreyfus]], un capitano di origini ebraiche membro dello stato maggiore, venne accusato da un tribunale militare di alto tradimento. Nonostante i documenti su cui si era basato il processo fossero palesemente falsi, Dreyfus fu condannato quale estensore di una lettera indirizzata ad un ufficiale [[Germania|tedesco]] in cui venivano rivelate importanti informazioni militari francesi e non fu riabilitato che da un verdetto della [[Corte di cassazione]] prima del luglio del [[1906]]. Mentre Dreyfus era imprigionato sull'[[Isola del Diavolo]] nella [[Guyana francese]] in Francia il caso giudiziario divenne motivo di divisione nel Paese: l'opinione pubblica si divise, in due schieramenti: i ''dreyfusards'' e gli ''antidreyfusards''. I primi, intellettuali, politici e tutti coloro che consideravano l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Affare Dreyfus|affaire]]'' un eclatante caso di [[antisemitismo]], di [[razzismo]] e di [[nazionalismo]] cieco; i secondi, nazionalisti, antisemiti e militari. Un ruolo importante nella formazione dell'[[opinione pubblica]] fu svolto dalla [[stampa]]: in particolare dal giornale ''L'Aurore'', che pubblicò un articolo dello scrittore [[Émile Zola]]; si trattava di una lettera aperta al Presidente della [[Terza Repubblica francese|Repubblica francese]] [[Félix Faure]], suggestivamente intitolata ''[[J'accuse]]'': una denuncia dell'arbitrio giudiziario e della manipolazione dell'informazione.
 
[[File:Tour Eiffel, July 1888.jpg|miniatura|La [[Torre Eiffel]] in costruzione nel luglio [[1888]].]]
Il periodo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento viene spesso chiamato la ''[[Belle Époque]]''. Benché o alle innovazioni culturali e i divertimenti popolari (cabaret, [[can-can]], cinema, nuove forme d'arte come l'[[impressionismo]] e l{{'}}''[[Art Nouveau]]''), tuttavia la Francia restava una nazione socialmente e culturalmente divisa. Sul fronte internazionale la Francia era sul punto di far guerra ad altri imperi, come nel caso dell'[[Incidente di Fascioda]] dove si produsse una forte crisi nei rapporti franco-britannici. La [[prima guerra mondiale]] fu inevitabile, ma i suoi costi umani e finanziari furono catastrofici per la Francia.
 
Nel [[1889]] l{{'}}''[[Expo 1889|Exposition Universelle]]'' ebbe luogo a [[Parigi]]. Nello stesso tempo venne eretta la [[Torre Eiffel]]; inizialmente doveva essere demolita ma non venne più rimossa e in seguito divenne uno dei simboli di Parigi e della Francia.
 
=== La Francia nel XX secolo (1914-oggi) ===
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[[File:Emmanuel Macron in Tallinn Digital Summit. Welcome dinner hosted by HE Donald Tusk. Handshake (36669381364) (cropped 2).jpg|miniatura|[[Emmanuel Macron]], presidente della Repubblica francese dal [[2017]].]]
Dopo la [[Muro di Berlino#La caduta|caduta del muro di Berlino]], si ridussero le potenziali minacce alla Francia. La Francia così ridusse le sue capacità nucleari e abolì il [[servizio di leva]] nel [[2001]]. Nel [[1990]] la Francia di [[François Mitterrand]], con l{{'}}''[[Operazione Daguet|Opération Daguet]]'' partecipò alla [[Guerra del Golfo]] contro l'Iraq.
 
Nonostante la fine della [[guerra fredda]], la Francia dovette affrontare la [[guerra al terrorismo]]. Nel [[1994]] il [[volo Air France 8969]] venne dirottato da terroristi islamici con il possibile intento di schiantarlo su [[Parigi]], ma grazie al pronto intervento della [[GIGN]] a [[Marsiglia]], dove l'aereo fu posto a terra, il dirottamento fu un fallimento. Altri attacchi terroristici culminarono con le bombe alla [[metro di Parigi]] nel [[1995]].