Cassiodoro: differenze tra le versioni

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L'obiettivo principale del progetto politico-culturale di Cassiodoro fu quello di accreditare il regno teodericiano come una restaurazione del [[Principato (storia romana)|Principato]],<ref name=Reydgen>{{Cita|Reydellet, 1981|pp. 183-253}}.</ref> ossia quella forma di governo che aveva garantito la collaborazione, formalmente quasi paritaria, tra l'imperatore e la classe senatoria. Questa autorappresentazione del governo goto serviva in primo luogo come legittimazione del regno nei confronti dell'[[Impero bizantino|Impero costantinopolitano]].<ref name=GiardIV>{{Cita|Giardina, 2006|pp. 116-141}}.</ref> Sostanzialmente, essendosi conformato il regime ostrogoto al modello imperiale, il primato dell'imperatore orientale era fondato esclusivamente su un piano carismatico (''pulcherrimum decus'').<ref>Cassiodoro, ''Variae'', {{Cita web|url=http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00194.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|titolo=I 1,2-3|urlarchivio=https://archive.is/20120701182402/http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00194.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|dataarchivio=1º luglio 2012|urlmorto=sì}}.</ref> Al tempo stesso, tale «imitazione» da parte di Teoderico poneva l'[[Amali|Amalo]] in una posizione di superiorità nei confronti degli altri [[Regni romano-barbarici|regni barbarici]] attraverso:
 
{{Citazione|...un principio politico-carismatico, basato su una gerarchia di due livelli (l'impero e il regno di Teoderico, gli altri regni), con un vertice binario e leggermente asimmetrico. Tra tutti gli altri ''dominantes'', Teoderico era il solo che, per volontà divina, aveva saputo dare al suo regno gli stessi fondamenti etici e legali dell’dell{{'}}''imperium'': il suo regno era una replica perfetta del modello imitato e a sua volta un modello.|[[Andrea Giardina]]<ref name=Giard122>{{Cita|Giardina, 2006|p. 122}}.</ref>}}
 
La prospettiva di Cassiodoro, infatti, non è più l'impero universale, bensì quella "nazionale" dell'[[Italia]] romano-ostrogota,<ref name=Teillgen>{{Cita|Teillet, 2011|pp. 281-303}}.</ref> autonoma nei confronti di Costantinopoli ed egemone rispetto agli altri regni occidentali, sebbene siano state avanzate riserve circa la reale ambizione di Teoderico di assumere l'eredità del decaduto [[Impero romano d'Occidente]].<ref>Dietrich Claude, ''Universale und partikulare Züge in der Politik Theoderichs'', in «Francia», VI (1978), pp. 19-58.</ref>
 
In particolare, il fondamento dell'ideologia cassiodoriana ruota intorno al concetto di ''civilitas'', che indica tanto il «rispetto delle leggi e dei princìpi della Romanità»<ref name=Reydciv>{{Cita|Reydellet, 1995|p. 292}}.</ref> quanto la «convivenza sociale, giuridica ed economica di Romani e stranieri fondata sulle leggi».<ref name=Wolf>{{Cita|Wolfram, 1990|p. 295}}.</ref> Secondo Cassiodoro, il regno goto si sarebbe fatto custode della ''civilitas'',<ref>Cassiodoro, ''Variae'', {{Cita web|url=http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00463.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|titolo=IX 14,8: ''Gothorum laus est civilitas custodita''.|urlarchivio=https://archive.is/20120708141004/http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00463.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|dataarchivio=8 luglio 2012|urlmorto=sì}}.</ref> garantendo così la giustizia e la pace sociale (l’l{{'}}''otiosa tranquillitas'', cioè l'obiettivo di ogni buon governo<ref>Cassiodoro, ''Variae'', {{Cita web|url=http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00247.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|titolo=II 29,1: ''regnantis est gloria subiectorum otiosa tranquillitas''.|urlarchivio=https://archive.is/20120713113253/http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00247.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|dataarchivio=13 luglio 2012|urlmorto=sì}}.</ref>), in accordo con la legge divina e la migliore tradizione imperiale romana.<ref>Cassiodoro, ''Variae'', {{Cita web|url=http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00312.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|titolo=IV 33|urlarchivio=https://archive.is/20120711192208/http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00312.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|dataarchivio=11 luglio 2012|urlmorto=sì}}.</ref><ref name=Reyd1934>{{Cita|Reydellet, 1981|pp. 193-194}}.</ref>
 
Il richiamo all'ideologia del Principato da parte di Teoderico e [[Atalarico]] si basava, nella fattispecie, sull'emulazione della figura di [[Traiano]]<ref>[[Anonimo Valesiano]], [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Excerpta_Valesiana/2*.html II 60: ''a Romanis Traianus vel Valentinianus, quorum tempora sectatus est, appellaretur''.].</ref><ref>Cassiodoro, ''Variae'', {{Cita web|url=http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00418.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|titolo=VIII 3,5: ''Ecce Traiani vestri clarum saeculis reparamus exemplum''.|urlarchivio=https://archive.is/20120707201504/http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00418.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|dataarchivio=7 luglio 2012|urlmorto=sì}}.</ref>, così come tratteggiata nel ''[[Panegirico di Traiano|Panegirico]]'' di [[Plinio il Giovane]]<ref>Cassiodoro, ''Variae'', {{Cita web|url=http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00428.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|titolo=VIII 13,3-5: ''Non sunt imparia tempora nostra transactis: habemus sequaces aemulosque priscorum. (...) Redde nunc Plinium et sume Traianum. (...) Bonus princeps ille est, cui licet pro iustitia loqui, et contra tyrannicae feritatis indicium audire nolle constituta veterum sanctionum. Renovamus certe dictum illud celeberrimum Traiani: sume dictationem, si bonus fuero, pro re publica et me, si malus, pro re publica in me.''.|urlarchivio=https://archive.is/20120708002224/http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/de/fs1/object/display/bsb00000824_00428.html?sortIndex=010:010:0012:010:00:00|dataarchivio=8 luglio 2012|urlmorto=sì}}.</ref>. Con il regno di [[Amalasunta]] e [[Teodato]], invece, il principale modello di riferimento fu quello dell'imperatore-filosofo, un ideale etico-politico ampiamente imbevuto di caratteri [[neoplatonici]]<ref>{{Cita|Reydellet, 1981|pp. 248-250}}.</ref><ref>{{Cita|Vitiello, 2006|pp. 111-222}}.</ref>. In seguito, nell'impellenza della [[guerra greco-gotica]], Vitige si distinse per il recupero di un'ideologia più specificamente germanica, in cui erano messi in risalto le virtù belliche e l'ardore guerriero<ref>{{Cita|Reydellet, 1981|pp. 250-253}}.</ref><ref>{{Cita|Vitiello, 2006|pp. 223-249}}.</ref>.
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[[File:Pietro Perugino cat48l.jpg|thumb|upright|San [[Benedetto da Norcia]].]]
 
Il periodo di fondazione di Vivarium non è certo, benché si tenda a considerare il [[544]] come una probabile datazione, coincidente con il ritorno di Cassiodoro da [[Costantinopoli]].<ref name=Card139>{{Cita|Cardini, 2009|p. 139}}.</ref> Inoltre esiste la possibilità che un primo abbozzo di ciò che sarebbe diventato il monastero esistesse già da tempo, presente nei territori di [[Squillace]] da una data sconosciuta e utilizzato come residenza da Cassiodoro solo al ritorno in patria dopo la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]].<ref name=Card139/> Ad ogni modo non aiuta nelle varie ipotesi il silenzio delle fonti, poiché le ''Variae'' erano state già pubblicate e nessuna delle opere dell'ormai ex politico trattò di questa fondazione; nulla si conosce sul parto di questo progetto, né quando quest'idea fosse stata concepita.<ref name=Card139/> Nonostante si intuisca dalle ultime opere di Cassiodoro un avvicinamento potente alla fede cristiana (si pensi al ''De anima'' e all{{'}}''Expositio Psalmorum''<ref>{{Cita|Cassiodoro, Expositio Psalmorum|praef 1-5}}.</ref>), il monastero di Vivarium nacque con uno scopo differente dal celebre ''[[Ora et labora]]'': l'obiettivo principale del nucleo monastico fu infatti la copiatura, la conservazione, scrittura e studio dei volumi contenenti testi dei [[Classici latini conservati|classici]] e della [[Patristica|patristica occidentale]].<ref name=Card140>{{Cita|Cardini, 2009|p. 140}}.</ref>
 
La caratteristica di Vivarium era quindi la sua forma di ''scriptorium'', con le annesse problematiche di rifornimento materiali, studio delle tecniche di scrittura e fatiche economiche; i codici e manoscritti prodotti nel monastero raggiunsero una certa popolarità e furono molto richiesti.<ref name=Card140/> Le forme entro cui si espresse invece l'organizzazione monastica dal punto di vista religioso sono ben poco chiare, né aiuta l'assenza di riferimenti alla vicina esperienza di [[Benedetto da Norcia]]; forse Cassiodoro non ne conobbe neppure l'esistenza, o potrebbe averne parlato in opere non giunteci.<ref name=Card141>{{Cita|Cardini, 2009|p. 141}}.</ref> Alcuni storici avanzano l'ipotesi che la ''Regula magistri'', su cui si basa la ''[[Regola benedettina]]'', sia addirittura opera dello stesso Cassiodoro;<ref>{{Cita|Pellegrini, 2005|p. 23}}.</ref> questo presunto rapporto tra i due è però generalmente rigettato dagli studiosi, anche alla luce di alcune citazioni provenienti dalle ''Institutiones'' che chiariscono le norme monastiche adottate da Vivarium:<ref>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 141-142}}.</ref>
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{{Citazione|Era la biblioteca, infatti, come centro di cultura di tutto il monastero, la novità del suo programma, una biblioteca nata ed accresciuta secondo le intenzioni del fondatore che dei suoi libri conosceva non solo la sistemazione, perché l'aveva curata personalmente, ma anche i testi, perché li aveva studiati, annotati, arricchiti di segni critici, riuniti insieme secondo la materia in essi trattata e persino abbelliti esteriormente.|Mauro Donnini nella prefazione alle ''Institutiones''.<ref name=Inst34>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|p. 34}}.</ref>}}
 
Il monastero prendeva nome da una serie di vivai di pesci fatti preparare dallo stesso Cassiodoro; la loro presenza rappresentava un forte valore simbolico, legato al concetto di [[Cristo]] come ''[[Ichthys]]''.<ref name=Card143>{{Cita|Cardini, 2009|p. 143}}.</ref> Non lontano dal centro si trovava una zona per [[Anacoreta|anacoreti]], riservata a monaci con pregresse esperienze di vita [[Cenobita|cenobitica]]. Vivarium sorgeva, secondo gli studi ad oggi compiuti, nella contrada San Martino di Copanello, nei pressi del fiume Alessi; in quella zona fu ritrovato un [[sarcofago]] datato [[VI secolo]], associato a graffiti devozionali e subito considerato la sepoltura originale di Cassiodoro, ipotesi che non convince fino in fondo gli studiosi.<ref name=Card144>{{Cita|Cardini, 2009|p. 144}}.</ref> Per ciò che riguarda la ripartizione del lavoro, i monaci inadatti a seguire la biblioteca con annessi oneri intellettuali erano destinati alla coltivazioni di orti e campi, mentre i letterati si occupavano dello studio delle [[Testi sacri|Sacre Scritture]] e delle [[Arti liberali|sette arti liberali]];<ref name=Card145>{{Cita|Cardini, 2009|p. 145}}.</ref> questi ultimi erano divisi in notarii,<ref>Coloro che preparavano i testi per la trascrizione.</ref> rilegatori e traduttori.<ref name=Inst1303>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, XXX, 3}}.</ref><ref name=Inst183>{{Cita|Cassiodoro, Istituzioni|I, VIII, 3}}.</ref> Le opere di carità erano espressamente raccomandate dal fondatore,<ref name=Inst32/> e legati a queste fiorivano gli studi di medicina.<ref name=Card146>{{Cita|Cardini, 2009|p. 146}}.</ref> Importanti furono gli studi sulle opere sacre: Cassiodoro fece preparare tre edizioni differenti della [[Bibbia]] e si occupò di copiature e riscritture di molti altri testi della cristianità, considerando tutto ciò una vera e propria opera di predicazione.<ref name=Card148>{{Cita|Cardini, 2009|p. 148}}.</ref> Non mancano però nella biblioteca di Vivarium i testi profani: tra gli altri furono salvati grazie all'opera di Cassiodoro le ''[[Antichità giudaiche|Antiquitates]]'' di [[Flavio Giuseppe]] e l{{'}}''Historia tripartita''.<ref name=Card148/>
 
== Opere ==
Le opere di Cassiodoro del periodo di Teodorico da noi conosciute sono tre: le ''Laudes'', la ''Chronica'' e l{{'}}''Historia Gothorum''. Della prima si sono conservati solo due frammenti, mentre della ''Gothorum Historia'' rimane solo un'[[epitome]] a opera dello storico [[Giordane]].<ref name=Card86>{{Cita|Cardini, 2009|p. 86}}.</ref> La ''Chronica'' racconta la "saga" dei [[Potere temporale|poteri temporali]] di tutta la storia, dai sovrani [[Assiria|assiri]] sino ai consoli del [[Tarda antichità|tardo Impero]], passando ovviamente per tutta la [[storia romana]].<ref name=Card86/> Possediamo un frammento di un'ulteriore opera, l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Ordo generis Cassiodororum'', la cui datazione varia tra il [[522]] e il [[538]] e che ci offre notizie sulla famiglia dell'autore.<ref name=Card8990>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 89-90}}.</ref> Tra la produzione di Cassiodoro occupano un posto speciale le ''Variae'', raccolta di documenti ufficiali scritti tra il [[537]] ed il [[540]], i quali ci offrono quindi informazioni su differenti periodi della vita dell'autore e sulla storia dei [[Goti]];<ref name="Card90">{{Cita|Cardini, 2009|p. 90}}.</ref> a queste si può aggiungere il ''De Anima'', opera per la prima volta lontana da interessi politici e invece basata su temi della spiritualità.<ref name="Card92">{{Cita|Cardini, 2009|p. 92}}.</ref>
 
Il terreno religioso è battuto anche dalla successiva ''Expositio Psalmorum'', commento ai [[salmi]] di particolare importanza poiché unico esempio pervenutoci dal [[Tarda antichità|mondo tardo antico]].<ref name=Card93>{{Cita|Cardini, 2009|p. 93}}.</ref> Al periodo di Vivarium appartengono tra le opere a noi giunte, le ''Institutiones'', le ''Complexiones in epistolas Beati Pauli'' e le ''Complexiones in epistolas catholicas'', le ''Complexiones actuum apostolorum et in Apocalypsi'' e il ''De ortographia''. La prima, senza dubbio l'opera più importante di Cassiodoro,<ref name=Alta>{{Cita|Altaner, 1944|p. 341}}.</ref><ref name=Ceser>{{Cita|Ceserani, 1979|p. 76}}.</ref> è datata [[560]]-[[562]], un periodo in cui il centro monastico era sicuramente avviato; rappresenta sostanzialmente una "guida" per gli studi nel monastero, è ricca di informazioni sulla vita dei monaci e sulle opere intellettuali da loro compiute.<ref name=Card9596>{{Cita|Cardini, 2009|pp. 95-96}}.</ref> Il ''De ortographia'' sarà la sua ultima opera, scritta attorno ai novant'anni.
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===''Historia Gothorum''===
[[File:DurhamCassiodorusDavidVictor.JPG|thumb|upright=0.7|[[Davide|Re Davide]] vincitore in una miniatura dall{{'}}''Expositio Psalmorum'', presente nell'edizione del Cassiodoro di [[Durham]].]]
Una delle sue opere più importanti fu il ''De origine actibusque Getarum'' (più noto come ''Historia Gothorum'') in 12 libri, nel quale la sua ideologia filogotica era tracciata e sviluppata in maniera più organica.<ref name=Card86/> Si considera l'opera contemporanea o poco successiva alla ''Chronica'', anche se più studiosi tendono a ritenerla più recente, forse composta tra il [[526]] e il [[533]]. Certamente la stesura fu caldeggiata da Teoderico, per essere infine pubblicata sotto [[Atalarico]];<ref name=VariaeIX25>{{Cita|Cassiodoro, Variae|IX, 25}}.</ref> nonostante ciò essa ci è pervenuta solo nella [[epitome|versione ridotta]] dello storico [[Giordane]], i ''[[Getica]]''.<ref name=Card86/><ref>''De origine actibusque Getarum'', in sessanta capitoli.</ref>