Il nome della rosa (film): differenze tra le versioni

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== Trama ==
Tramite [[Analessi|flash-back]], l'anziano frate Adso da Melk racconta di quando, ancora semplice [[novizio]], trascorse dei giorni in un'abbazia benedettina sperduta sui monti dell'Appennino toscano, da Pisa verso i cammini di San Giacomo.,<ref>Umerto Eco, Il nome della rosa, Bompiani, 1980, pag. 30.</ref> assieme al suo mentore, Guglielmo da Baskerville.
 
Nel 1327 alcuni terribili [[omicidio|omicidi]] sconvolgono un'[[abbazia]] [[Ordine di San Benedetto|benedettina]]. Nel monastero dovrà svolgersi un'importante [[Disputatio|disputa]] sulle tesi dell'[[Ordine francescano]] a cui è chiamato a partecipare il dotto frate inglese [[Guglielmo da Baskerville]], che giunge all'abbazia insieme al suo giovane novizio, [[Adso da Melk]]. L'abate, conoscendo il passato da inquisitore di Guglielmo, gli affida il delicato caso delle morti avvenute dentro il monastero, poiché molti sono convinti che siano state causate dalla mano del maligno e prova ne è che le vittime avevano le dita e la lingua di un intenso colore nero. Guglielmo non è però convinto da questa versione, e ritiene che l'assassino si trovi, in realtà, all'interno dell'abbazia.