Diocesi di Pozzuoli: differenze tra le versioni

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Se nella seconda metà del [[I secolo]] esisteva a Pozzuoli una comunità cristiana, si deve concludere che il cristianesimo vi giunse molto presto e che probabilmente furono ebrei convertiti a portarlo. Ai moli puteolani infatti facevano scalo non solo gli orientali che si recavano a [[Roma]], ma tutte le navi provenienti dai porti del Mediterraneo e così i mercanti di ogni paese affluivano in città, prendevano dimora, si riunivano in corporazioni nazionali e importavano con le merci la loro religione. Anche gli ebrei avevano un loro quartiere commerciale, come attesta [[Giuseppe Flavio]], il quale, sbarcato a Pozzuoli nell'anno 64 dopo uno scampato naufragio nel mare della [[Golfo della Sirte|Sirte]], s'incontrò con i suoi connazionali i quali esercitavano il mestiere del prestito di danaro, dietro cauzione di mercanzie immagazzinate e destinate a Roma.
 
Secondo una tradizione che risalirebbe però alla fine del [[XVI secolo]], il primo vescovo della città fu Patroba, menzionato da Paolo nella [[lettera ai Romani]] ({{Passo biblico|rm|16,14}}) e consacrato da [[san Pietro]] nel 42, ed il secondo fu Celso, venerato a Pozzuoli fin dalla prima metà dell'[[XI secolo]]. Questi due santi, però, a seguito degli studi compiuti da Angelo D'Ambrosio sotto il pontificato di [[papa Giovanni XXIII]] nell'ambito di un'ampia riforma del calendario delle feste liturgiche delle chiese locali, sono stati ritenuti dei santi immaginari, mai esistiti realmente, e quindi depennati durante la stesura del nuovo calendario. Ciononostante i due sono ancora molto venerati dal popolo puteolano.<ref>D'Ambrosio, ''Le origini e lo sviluppo del Cristianesimo a Pozzuoli dal I al XV secolo'', pp. 45-47.</ref>
 
Il primo vescovo storicamente attestato è invece l'usurpatore Fiorenzo, vescovo [[Arianesimo|ariano]] vissuto all'epoca degli imperatori [[Graziano]] e [[Valentiniano II]], condannato ed espulso dalla sua sede tra il [[363]] ed il [[378]]. Un epitaffio, oggi scomparso, riporta la data della deposizione del vescovo Teodoro il 13 maggio [[435]]. Segue il vescovo Giulio, che fu legato papale al [[Secondo concilio di Efeso|concilio di Efeso]] del [[449]]. Dopo Claudio, che forse tuttavia non apparteneva alla Chiesa puteolana, è noto il vescovo Aucupio, che prese parte al [[Concilio di Roma (499)|sinodo romano]] indetto da [[papa Simmaco]] nel [[499]] e probabilmente anche a quello celebrato da [[papa Gelasio I]] del [[495]], dove però i vescovi sono documentati senza la loro sede di appartenenza. Seguono Gemino, menzionato nell'epistolario di [[papa Pelagio I]], un anonimo, citato nelle lettere di [[Gregorio Magno]], e Gaudioso, che partecipò al [[Concilio di Roma (680)|concilio romano]] celebrato da [[papa Agatone]] nel [[680]] per condannare l'[[eresia]] [[Monotelismo|monotelita]].