Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio: differenze tra le versioni

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La '''basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio''' è un [[Chiesa (architettura)|luogo di culto]] [[cattolicesimo|cattolico]] del [[V secolo]] che sorge a [[Roma]] sul [[Celio]].
Fu conosciuta anche come Santo Stefano in Girimonte, Santo Stefano in Querquetulano (per la sua vicinanza ad un querceto), Santo Stefano ''in capite AfricæAfricae'' (per la sua vicinanza all'antico ''[[Vicus Capitis Africae]]'').
 
Fin dalla costruzione la chiesa fu sede dell'omonimo [[Santo Stefano al Monte Celio (titolo cardinalizio)|titolo cardinalizio]]. Secondo il catalogo di Pietro Mallio, stilato sotto il pontificato di papa Alessandro III, questo titolo era legato alla basilica di San Lorenzo fuori le mura ed i suoi sacerdoti vi officiavano a turno.
 
Gestita in seguito e fino al [[1580]] dai [[Ordine di San Paolo Primo Eremita|paolini]] [[Ungheria|ungheresi]], la chiesa da allora appartiene al [[Collegio Germanico-Ungarico|Pontificio collegio germanico-ungarico]] in Roma. È stata eretta [[basilica minore]] ed è la chiesa nazionale di Ungheria. Essa è una delle chiese stazionarie di Roma.
 
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== La chiesa del V secolo ==
La costruzione fu probabilmente voluta da [[papa Leone I]] ([[440]]-[[461]]), sotto il quale era stata edificata anche un'altra chiesa dedicata a [[santo Stefano]] (la [[basilica di Santo Stefano sullain via Latina]]), e dovette essere iniziata negli anni finali del suo pontificato: sono infatti state rinvenute in un tratto delle fondazioni dell'edificio due monete dell'imperatore [[Libio Severo]] ([[461]]-[[465]]); inoltre tramite la [[dendrocronologia]] si è appurato che il [[legno strutturale|legno]] utilizzato nelle travi del tetto era stato tagliato intorno al [[455]]. Dalle fonti sappiamo che tuttavia la chiesa venne consacrata solo successivamente, da [[papa Simplicio]] ([[468]]-[[483]]).
 
L'edificio aveva pianta circolare, costituita in origine da tre cerchi concentrici: uno spazio centrale (diametro 22 m) era delimitato da un cerchio di 22 colonne [[Architrave|architravate]], sulle quali poggia un [[Tamburo (architettura)|tamburo]] (alto 22,16 m); tale parte centrale era circondata da due ambulacri più bassi ad anello: quello più interno (diametro 42 m) era delimitato da un secondo cerchio di colonne collegate da archi, oggi inserite in un muro continuo, mentre quello più esterno (diametro 66 m), scomparso, era chiuso da un basso muro.