Rivolta ionica: differenze tra le versioni

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[[File:Darius.jpg|thumb|left|upright=0.7|Immagine di [[Dario I di Persia]], dall'[[iscrizione di Behistun]].]]
 
Anche se Erodoto mostra la rivolta come conseguenza delle motivazioni personali di Aristagora e di Istieo, che avevano paura di perdere le loro posizioni di potere, comunque la Ionia era pronta per la ribellione. La principale sofferenza erano i tiranni installati dai Persiani (fra i quali lo stesso Aristagora).<ref name=F269/> Anche se gli stati dell'Ellade erano stati in passato spesso governati da tiranni, in quel periodo quella forma di governo non era concepibile. Inoltre, i tiranni del passato erano, anche perché era necessario, capaci di essere capi forti e valorosi, mentre i governatori nominati dai Persiani erano semplicemente i rappresentanti di quelli. Sostenuti dall'esercito persiano, questi tiranni non ebbero bisogno del sostegno della popolazione e poterono quindi agire in assoluta autonomia.<ref name=F269/> Le azioni di Aristagora furono pertanto paragonate al lancio di una fiamma in una scatola potenzialmente esplosiva: fecero scoppiare la ribellione in tutta la Ionia, e, al posto delle tirannidi – abolite ovunque – furono instaurate delle democrazie.<ref name=H155/>
 
Aristagora aveva fatto ribellare tutta l'Asia Minore ellenizzata, ma evidentemente si accorse che gli Ioni avevano bisogno di altri alleati per combattere con successo contro i Persiani.<ref name=EV38/><ref name="H157">{{cita|Holland|pp. 157–159}}.</ref> Nell'inverno del 499 a.C. si recò a Sparta, la città greca più importante in fatto di arte militare. Tuttavia, nonostante le suppliche di Aristagora, il re spartano [[Cleomene I]] si rifiutò ad appoggiare la rivolta. Aristagora quindi si diresse ad Atene.<ref name=H157/>