Charlotte de Robespierre: differenze tra le versioni

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{{citazione|Nelle rivoluzioni ci sono due specie di persone: coloro che le fanno e quelli che se ne approfittano.|Charlotte de Robespierre<ref>''Œuvres de Maximilien Robespierre'', New York, Lenox Hill, 1970, p. 488.</ref>}}
{{Bio
|Nome = Marie -Marguerite -Charlotte de
|Cognome = Robespierre
|Sesso = F
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== Biografia ==
Seconda figlia di [[François de Robespierre]], un avvocato di successo delld'[[Artois]], e di Jacqueline-Marguerite Carrault, rimase orfana della madre nel 1764 e, dopo l'allontanamento del padre scoraggiato nel 1766, fu allevata dalle zie paterne, Henriette ed Eulalie, insieme con la sorella minore [[Henriette de Robespierre|Henriette]], mentre i fratelli [[Maximilien de Robespierre|Maximilien]] e [[Augustin de Robespierre|Augustin]] furono affidati ai nonni materni. Il 30 dicembre 1768, su raccomandazione del vescovo di Arras, [[Louis-Hilaire de Conzié|Hilaire de Conzié]], molto legato alla sua famiglia, entrò come borsista nel convento di Manarres, un'istituzione caritatevole a [[Tournai]] che istruiva le ragazze povere, raggiunta dalla sorella il 4 giugno 1773, e che lasciò nel 1781. Visse insieme a Maximilien finché, nel 1789, fu eletto deputato del [[Terzo Stato]] e si trasferì a [[Versailles]], mentre ella tornò ad [[Arras]] per vivere con il fratello minore Augustin, che aveva appena terminato gli studi.
 
Professando sempre per il fratello maggiore la più profonda ammirazione, acclamò con entusiasmo la causa della [[Rivoluzione francese|rivoluzione]] e si associò attivamente al movimento di tutte le nuove idee radicali di libertà e democrazia, ma allo stesso tempo si opponeva apparentemente per motivi morali alla diffusa violenza e allo spargimento di sangue di cui Maximilien era responsabile. Nel 1792, Maximilien li chiamò presso di sé a [[Parigi]], nella casa di rue Saint-Honoré dove abitava a pensione presso i coniugi Duplay. I rapporti tra Charlotte e la signora Duplay si guastarono rapidamente e Charlotte preferì trasferirsi in un appartamento di rue Saint-Florentin. In quest'epoca fu chiesta in moglie da [[Joseph Fouché]], ma Charlotte respinse la richiesta a motivo del comportamento tenuto da Fouché durante la repressione della [[Assedio di Lione|rivolta di Lione]].
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== Cultura postuma ==
Lasciò in eredità tutti i suoi scritti e documenti al giovane repubblicano [[Albert Laponneraye]], conosciuto nel 1832, quando questi aveva pubblicato un primo volume dei discorsi di Robespierre. Laponneraye pubblicò subito le memorie di Charlotte con alcune sue integrazioni. Pochi mesi dopo apparve una seconda edizione e una terza nel 1840, all'interno dei quattro volumi delle ''Opere'' di Robespierre curate da Laponneraye.<ref>Gérard Walter, ''Robespierre'', pp. 599-600.</ref>
 
== Scritti ==