Al-Hasan ibn Gannun: differenze tra le versioni

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=== Esilio a Cordova, Egitto e ripresa del potere ===
Dopo essere rimasto un po' a [[Cordova]], dove fu trattato bene, venne espulso nel 975 o nel 976, rifugiandosi nell'[[Egitto]] [[fatimide]].<ref name="Navarro|p. 154">{{Cita|Navarro|p. 154}}.</ref><ref name="Lévi Provençal, 1957, p. 431">{{Cita|Lévi-Provençal|p. 431}}.</ref> La sua espulsione è stata una delle misure prese dal ciambellano [[Yaáfar al-Mushafi]] durante la malattia finale di[[al-Hakam II ibn Abd al-Rahman|al-Ḥakam II]], per assicurare la salita al trono di [[Hisham II ibn al-Hakam|Hishām II]].<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 84"/><br>
I Fatimidi lo accolsero e gli promisero il loro supporto per recuperare il suo regno,<ref name="Lévi Provençal, 1957, p. 431"/> in cambio della sottomissione all'autorità religiosa fatimide.<ref>{{Cita| name="Navarro|p. 154}}.<" /ref> Il califfo fatimide [[al-'Aziz bi-llah|al-ʿAzīz]] accettò di aiutare al-Ḥasan anche perché non voleva che gli Idrisidi e i loro sostenitori rimanessero in Egitto, perché gli considerava pericolosi.
 
Nel 985 tornò nel [[Maghreb al-Aqsa]], sostenuto dai Fatimidi e dai loro vassalli [[Ziridi]], dove riuscì a prendere per un breve periodo il potere, proclamandosi anche califfo e imam. Venne più volte sconfitto dagli eserciti mandati dal califfo di Cordova nel mese di agosto.<ref>{{Cita|Echevarría Arsuaga|p. 140}}.</ref><ref name="Ballestín Navarro, 2004, p. 156">{{Cita|Navarro|p. 156}}.</ref> La morte improvvisa dello ziride [[Buluggin ibn Ziri|Buluggīn ibn Zīrī]], che avrebbe dovuto sostenere il ritorno al potere di al-Ḥasan, causò il fallimento dei piani di quest'ultimo, che si rifugiò con pochi sostenitori nella fortezza di al-Aqlam, dove alla fine si arrese.<ref name="Ballestín Navarro, 2004, p. 156"/>