Utente:Klaudio/sandbox 6: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 5:
All'atto della costitzione del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] la marina contava solo su 79 navi "pronte all'uso" e nessuna base a parte quella di [[La Spezia|Spezia]]<ref>{{Cita|M. Gabriele|p 43-44}}</ref>. In questa situazione la flotta, per le nuove costruzioni, dipendeva totalmente dall'estero compresi armamento e manutenzione, anche se a [[Officine di Pietrarsa|Pietrarsa]], nell'ex Regno di Napoli, esistevano uno stabilimento di costruzione per macchine navali ed un bacino di crenaggio in muratura.
 
L'Italia si affacciava (e si affaccia) su tre mari ([[Mar Tirreno|Tirreno]], [[Mare Ionio|Ionio]] e [[Mare Adriatico|Adriatico]]), tuttavia in quest'ultimo mare non aveva basi a parte [[Ancona]], che non era ancora attrezzata a base navale, e [[Brindisi]] che costituiva un cardine per impedire alla flotta austriaca di uscire da tale mare, <ref name=MG34>{{Cita|M. Gabriele|p 34}}</ref>, mentre l'altro cardine erano le isole ionie, sotto il controllo della [[Grecia]],<ref>{{Cita|M. Cabriele|p 76}}</ref>. Invece in tale mare l'Austria aveva una catena di basi, da [[Venezia]] a [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]], che le garanativano un possibille predominio marittimo in caso di guerra<ref name=MG34 />. Quindi era urgete trasformare Ancona in una base navale per poter ospitare tutta la flotta che poi avrebbe dovuto prendere l'offensiva per bloccare la flotta sutriaca nelle sue basi<ref name="MG34" />. La situazione diplomatica con l'Austria non era molto felice, dato che iloil nuovo regno era sempre sull'orlo diunadi una guerra per riuscire ad occupare Venezia, quindi la politica navale doveva necessariamente tenere presente una possibiloitàpossibilità imminente di guerra con l'Austria<ref>{{Cita|M. Gabriele|p 40}}</ref>.
 
La situazione tirrenica, invece, era dominata dalla flotta della [[Francia]], che era la seconda flotta del mondo (la prima era la Gran Bretgna), quindi era praticamente irraggiungibile dalla flotta italiana. Ne conseguiva che, per poter tenere il controllo dell'Adriatico, era opportuno avere una flotta che potesse affrontare la flotta austriaca anche se unita con quella [[Spagna|spegnola]]<ref>{{Cita|M. Gabriele|p 34 e 38}}</ref>, questa tendenza, sia pure raramente espressa, rimase alla base del costruzioni navali italiane fino alla fine della [[Prima guerra mondiale|guerra del 15-18]]<ref name=MG38>{{Cita|M. Gabriele|p 38}}</ref>.
Riga 43:
=== La marina nella Terza guerra d'Indipendenza ===
 
<nowiki>{{Vedi anche|Battaglia di Lissa (1866)}}></nowiki>
 
==Lo sviluppo della flotta fra il 1870 ed il 1890==
 
Fra il 1870 ed il 1875 la flotta italiana si orienta alla costruzione di "grandi navi" che abbiano caratteristiche tali da renderle competitive con tutte la le altre marine (compresa quella <nowiki>[[Gran Bretagna|britannica]]</nowiki>)<nowiki><ref name="PM16">D. Bonamico,''Scritti... op. cit. in bibl.'' ,p 16</ref></nowiki>. Vengono così varate la <nowiki>''</nowiki>Duilio<nowiki>''</nowiki>, la <nowiki>''</nowiki>Dandolo<nowiki>''</nowiki>, l<nowiki>&lt;nowiki&gt;'</nowiki>''Italia'' e la ''Lepanto''.
 
Dopo la firma del trattato di triplice Alleanza con Germania ed Austria-Ungheria l'Italia rinforza ulteriormente la marina arrivando nel 1890 ad essere la quarta marina mondiale<ref name="PM53">{{Cita|D.Bonamico|p 53}}</ref>. Sono state varate tre corazzate (''Ruggero di Lauria'', ''Andrea Doria'' e ''Francesco Morosini'') e successivamente altre tre (''Re Umberto'', ''Sardegna'' e ''Sicilia'') con una struttura studiata da [[Benedetto Brin]] atta a sostenere gli effetti di siluri e mine senza ridurre la velocità della nave<ref name=PM53 />.