Calendario romano: differenze tra le versioni

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I Romani, così come gli [[Etruschi]], adottavano una settimana di otto giorni, i quali erano contrassegnati con le lettere dalla '''A''' alla '''H'''. Dato che l'anno iniziava sempre con la lettera "'''A'''", ogni data era sempre contraddistinta dalla stessa lettera. A questo scopo anche il giorno addizionale, che veniva inserito negli anni bisestili dopo il 24 febbraio, aveva la stessa lettera del giorno precedente.<ref>{{en}}[http://www.time-meddler.co.uk/roman.html L'antico calendario romano].</ref>
 
Tale settimana veniva chiamata '''ciclo nundinale''' ed era cadenzata dai giorni di mercato, che si svolgevano ogni otto giorni. Essi erano le cosiddette '''nùndine''' (dal lat. ''nundinae'', composto da ''novem'' nove e ''dies'' giorno,<ref>{{Garzanti|nundine}}</ref>) da cui l'aggettivo ''nundinale'' per scandire la periodicità settimanale di "nove giorni" (dovuta al conteggio ''tutto incluso'' dei Romani, laddove oggi diremmo ''periodicità di otto giorni''). Poiché la durata dell'anno non era un multiplo di 8 e tenendo conto che esso iniziava sempre con la lettera "'''A'''", si aveva che la lettera per il giorno di mercato (nota come ''lettera nundinale''), pur rimanendo costante durante tutto l'anno, non era la stessa al passare degli anni. Infatti nel calendario pregiuliano l'anno ordinario di 355 giorni era composto di 44 periodi nundinali (completi di 8 giorni) più 3 giorni residui (la lettera finale dell'anno era pertanto la "'''C'''"), nel calendario giuliano l'anno ordinario (di 365 giorni) era composto di 45 periodi nundinali più 5 giorni residui (la lettera finale dell'anno era dunque la "'''E'''").
Se,Volendo adfare un esempio, se la lettera per i giorni di mercato di un dato anno era stata la "'''H'''" e l'anno era di 355 giorni, l'ultimo giorno di mercato nell'anno era il 352-esimo e la lettera nundinale per il giorno di mercato dell'anno successivo diventava la "'''E'''"<ref>Completavano l'anno i giorni A, B, C; quindi nell'anno nuovo fino all'ottavo giorno vi erano i giorni A, B, C, D, E.</ref>.
 
Il ciclo nundinale scandiva la vita romana: il giorno di mercato era quello nel quale la gente di campagna andava in città per vendere i propri prodotti e la gente di città acquistava i viveri necessari per tirare avanti otto giorni, fino alle successive nundine. L'importanza del giorno di mercato era tale che fu approvata una legge nel 287 a.C. (la ''Lex Hortensia'') che vietava i comizi e le elezioni in quel giorno, sebbene consentisse lo svolgimento delle cause. Agli inizi del periodo repubblicano nacque la superstizione che portasse sfortuna cominciare l'anno con un giorno di mercato: il pontefice massimo, a cui spettava la gestione del calendario, adottava le opportune misure per evitare che ciò accadesse.