=== Lo sviluppo dell'ateneo e il rettorato di Marco Mancini (1999-2013) ===
Dopo Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, fondatore e costruttore dell’Università, nelle elezioni del 1999, al termine di un’accesa campagna elettorale, fu Marco Mancini a raccogliere la maggioranza dei consensi in Ateneo, il quale resterà in carica fino all’anno accademico 2012-2013, quando gli succederà Alessandro Ruggieri. L’apparente iniziale discontinuità in termini generazionali e culturali del rettorato Mancini rispetto a quello di Scarascia Mugnozza si tramuta, nel corso degli anni, in un’azione condotta sotto il profilo della continuità e della programmazione, di cui l’Ateneo beneficerà in chiave di grande crescita e sviluppo. L’azione programmatica del rettorato Mancini poneva particolare riguardo all'ampliamento della didattica e degli spazi ad essa necessari: la creazione di una nuova offerta formativa per l’area giuridico-politica, l’apertura di due nuove sedi a [[Civitavecchia]] e [[Rieti]], nonché l'istituzione di centri di eccellenzadidattici<ref>{{Cita web|url=https://www.miur.gov.it/dipartimenti-di-eccellenza|titolo=Dipartimenti di eccellenza - Università}}</ref>. In tal senso fu avviato un progetto di recupero di alcuni edifici storici della città di Viterbo, tra cui l’ex carcere di S. Maria in Gradi in cui, nel 2002, fu trasferita la sede del rettorato precedentemente ospitato presso il convento della SS. Trinità in via S. Giovanni Decollato. Accanto all’impegno di natura edilizia venivano stipulati per la prima volta importanti accordi di collaborazione con enti pubblici locali e istituzioni, tra cui la convenzione con la Scuola Allievi Sottufficiali dell’Esercito per un corso triennale sulle Scienze Organizzative e Gestionali (SOGE), estesa successivamente alle altre componenti delle Forze Armate (Aeronautica e Marina), che avrebbe garantito all’Università della Tuscia uno sviluppo senza precedenti, ampliando in modo sensibile il numero tanto degli iscritti quanto delle risorse in entrata. Tra le collaborazioni locali si inserì poi la presenza della Fondazione CARIVIT, soprattutto in termini di finanziamenti alla ricerca. Sul piano dello sviluppo edilizio, il trasferimento della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne nel complesso di S. Maria in Gradi aumentò la disponibilità degli spazi nel Campus Riello in favore delle già presenti Facoltà di Agraria e Scienze. Si andava sempre più concretizzando l’idea di una crescita dell’Università attraverso i due poli complementari, umanistico e scientifico-sperimentale.
Nel 2010l’Università2010 l’università fu la prima ad attuare le disposizioni previste dal Decreto Legislativo Gelmini, che prevedeva il passaggio delle competenze dalle Facoltà ai Dipartimenti. In conseguenza di ciò furono istituiti quattro nuovi Dipartimenti facenti riferimento alle Facoltà di Lingue, Economia, Scienze Politiche e Beni Culturali, seguiti poi da altre tre nuove strutture dipartimentali derivanti dalla Facoltà di Agraria e Scienze. Al 31 ottobre 2011 le sei facoltà dell’Ateneo cessarono definitivamente le loro attività, trasferendo le proprie funzioni didattiche e di ricerca ai Dipartimenti neo-costituiti . All’avvio del nuovo anno accademico 2012-2013 l’Università della Tuscia si presentava con un’offerta formativa rinnovata, anche grazie all’apertura dei nuovi corsi di laurea in Ingegneria e Giurisprudenza<ref>{{Cita libro|autore=M. Ridolfi|titolo=1999-2012: lo sviluppo dell’Ateneo e il Rettorato di Marco Mancini, in Per una storia dell’Università della Tuscia, 2012, pp. 69-93.}}</ref>. ▼
L’anniversario per i 25 anni della fondazione dell’Università della Tuscia, celebrato con una cerimonia ufficiale il 29 settembre 2005 presso il complesso di S. Maria in Gradi, alla presenza del Presidente della Camera dei Deputati On. Pier Ferdinando Casini, rappresentò l’occasione per un bilancio degli obiettivi raggiunti nel primo quarto di secolo di attività<ref>Cerimonia per il venticinquesimo anno accademico dell’Università degli Studi della Tuscia, Prolusione del Magnifico Rettore prof. Marco Mancini, Santa Maria in Gradi, Auditorium, Viterbo, 29 settembre 2005, s.n.t., p. 3.</ref>: l’Ateneo si presentava ormai con un’identità ben definita, lontana dall’iniziale idea di “alternativa” alla Sapienza di Roma, e Viterbo come un’effettiva città universitaria proiettata in un contesto nazionale ed internazionale.
▲Nel 2010l’Università fu la prima ad attuare le disposizioni previste dal Decreto Legislativo Gelmini, che prevedeva il passaggio delle competenze dalle Facoltà ai Dipartimenti. In conseguenza di ciò furono istituiti quattro nuovi Dipartimenti facenti riferimento alle Facoltà di Lingue, Economia, Scienze Politiche e Beni Culturali, seguiti poi da altre tre nuove strutture dipartimentali derivanti dalla Facoltà di Agraria e Scienze. Al 31 ottobre 2011 le sei facoltà dell’Ateneo cessarono definitivamente le loro attività, trasferendo le proprie funzioni didattiche e di ricerca ai Dipartimenti neo-costituiti. All’avvio del nuovo anno accademico 2012-2013 l’Università della Tuscia si presentava con un’offerta formativa rinnovata, anche grazie all’apertura dei nuovi corsi di laurea in Ingegneria e Giurisprudenza<ref>{{Cita libro|autore=M. Ridolfi|titolo=1999-2012: lo sviluppo dell’Ateneo e il Rettorato di Marco Mancini, in Per una storia dell’Università della Tuscia, 2012, pp. 69-93.}}</ref>.
== Struttura ==
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