Igor' Fëdorovič Stravinskij: differenze tra le versioni

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Il compositore [[Constant Lambert]] (nel 1936) descrisse opere come ''L'Histoire du Soldat'' come contenenti "essenzialmente astrazione a sangue freddo". Inoltre, i "frammenti melodici (nella stessa opera) sono loro stessi senza alcun significato. Sono puramente successioni di note che possono essere divise in modo conveniente in gruppi di 3, 5 o 7 e sistemate contro altri gruppi matematici", e la cadenza per l'assolo di percussioni è "purezza musicale...raggiunta attraverso una specie di castrazione musicale". Paragona la scelta di Stravinskij "delle più monotone e meno significanti frasi" a quelle di [[Gertrude Stein]] nel suo libro del 1922 ''Helen Furr e Georgine Skeene'' "Everday they were gay there, they were regularly gay there everyday", "i cui effetti sarebbero ugualmente apprezzabili da qualcuno con nessuna conoscenza dell'inglese".
 
Nel suo libro ''Filosofia della musica moderna'' (1949)<ref>{{cita libro|autore=[[Theodor W. Adorno]]|titolo=''Philosophie der neuen Musik'', J. C. B. Mohr, 1949, Tübingen|traduttore=Giacomo Manzoni, ''Filosofia della musica moderna''|editore=Einaudi|anno=1959|città=Torino|cid=Adorno|}}</ref>, [[Theodor Adorno]] definisce Stravinskij un acrobata, un funzionario statale, un manichino da sarta, psicotico, infantile, fascista, e devoto solo al denaro. Parte degli errori del compositore, nell'opinione di Adorno, era il suo neoclassicismo, ma più importante era "lo pseudomorfismo della pittura" della sua musica, che riproduceva il ''tempo spazio'' piuttosto che il ''tempo durata'' di [[Henri Bergson]]. "Un inganno caratterizza tutti gli sforzi formali di Stravinskij: il tentativo della sua musica di ritrarre il tempo come in un dipinto di circo e di presentare i complessi temporali come fossero spaziali. Questo inganno, comunque, presto si esaurisce".<ref>{{Cita libro|titolo=The Philosophy of Modern Music|autore=Theodor W. Adorno|anno=1973|editore=New York: Continuum|città=New York|pagina=195|isbn=978-0-8264-0138-0}}</ref>
Per Adorno Stravinskij rappesentava un "oggettivismo" antipsicologico e neoclassico che ignorava l'alienazione e le contraddizioni della società moderna e ritornava alle forme tonali preborghesi come la danza. A differenza dei romantici, che usavano il passato come negazione del presente, gli "oggettivisti" appartenevano ai promotori della cultura [[Movimento völkisch|völkisch]], che adattavano adialetticamente vecchie forme ad esigenze attuali. Adorno si spinge fino al punto di suggerire che l'oggettivismo era, in un certo senso, il corrispondente del [[fascismo]]. Stravinskij poteva anche essere attaccato dai fascisti per la sua "distruttività", tuttavia, che se ne rendessero conto o meno, la sua musica esprimeva la loro ideologia.<ref>{{cita libro|titolo=L'immaginazione dialettica|autore=Martin Jay|editore=Giulio Einaudi Editore|anno=1979|città=Torino|pagine=287-288}}</ref>