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=== Il secondo dopoguerra e la grave crisi della BMW ===
[[File:BMW 340 1950.jpg|thumb|left|Una [[BMW 340]]]]
Con il cessare delle ostilità, si aprì un periodo di grandi difficoltà: gli impianti rimasti in piedi dovettero essere in buona parte riconvertiti alla produzione civile. Ciò fu imposto dagli alleati in modo da non tornare a fabbricare motori per aerei, produzione che contrasterebbe con la volontà di impedire il riarmo tedesco. Il direttivo BMW nell'immediato dopoguerra fu costituito in sostanza da un triumvirato composto da Kurth Donath, Hanns Grewening e Heinrich Krafft. Il rilancio della Casa bavarese si fondò inizialmente sulla produzione di motociclette, che consentirono alla BMW di ottenere le prima boccate di ossigeno. A spingere in questa direzione fu il responsabile della vigilanza interna allo stabilimento di Allach, Georg Meier, già vincitore del Tourist Trophy 1939 in sella ad una motocicletta BMW. Ma ciò non bastò: fu necessario tornare alla produzione automobilistica. Ciò si rivelò però molto difficile, poiché al termine del conflitto le autorità [[Unione Sovietica|sovietiche]] presidiarono la zona orientale della Germania (da cui poi sarebbe nata la [[Germania Est]]). Quella zona comprendeva la città di [[Eisenach]], dove la Casa tedesca costruiva abitualmente le proprie automobili. Dei due stabilimenti presenti ad Eisenach, solo quello destinato alla produzione automobilistica uscì indenne dai bombardamenti: esso venne posto sotto il controllo della società statale sovietica ''Avtovelo'', che cominciò a produrre abusivamente modelli BMW con marchio BMW, sulla base dei progetti ritrovati nello stabilimento espropriato. Di questo periodo furono alcune riproposizioni di [[BMW 321]] e [[BMW 326|326]], più un modello semi-inedito, la [[BMW 340]], nata sul telaio della ''326'', ma con carrozzeria profondamente rivisitata, specie nel frontale. Dopo alcune vicissitudini legali la BMW ottenne di far costruire le vetture di Eisenach con un altro marchio. Fu così che nacque la [[EMW (automobili)|EMW]] (Eisenacher Motorwerke). Ma la BMW si ritrovò comunque impossibilitata a produrre autovetture: lo stabilimento di Monaco di Baviera aveva fino a quel momento ospitato le linee di montaggio motociclistiche, ma non aveva mai prodotto una sola automobile. Vi furono lamentele tutt'intorno alla BMW (potenziale clientela, concessionari, ecc) che tentavano di spingere la Casa bavarese verso una ripresa della produzione automobilistica, ma i vertici BMW respinsero sempre la richiesta. Le uniche risorse finanziarie con le quali tentare di riavviare la produzione automobilistica furono date solo dalle vendite delle motociclette (che riscossero fra l'altro un buon successo nell'immediato dopoguerra) e dagli introiti relativi allo stabilimento di Allach, affittato dalle autorità statunitensi come magazzino di ricambi e officina per la riparazione dei propri mezzi militari. Furono tentate trattative con la francese [[Simca]] per la produzione su licenza, accordi mai giunti a buon fine, e si tentò di progettare ex-novo una vettura di piccola [[cilindrata]], ma anche in questo caso, senza che il progetto giungesse a maturazione: troppo costoso sviluppare un progetto del tutto inedito, anche se relativo ad una piccola vettura. L'unica soluzione rimasta a disposizione della BMW fu quella di "raschiare il secchio" di casa propria e racimolare quanto più poteva nel proprio stabilimento di Monaco, adibito alla produzione di moto e quindi con poco materiale relativo alla produzione automobilistica. Ma alla fine saltò fuori il progetto relativo al motore da due litri già utilizzato sotto il cofano della ''326''. E per fortuna vennero in qualche modo recuparatirecuperati anche gli stampi relativi ai componenti del motore. Fu da questi ritrovamenti che partì il progetto sfociato poi nel [[1952]] con il lancio della [[BMW 501]], a cui seguì la "gemella" [[BMW 502|502]] con [[motore V8]] progettato e realizzato grazie ai primi proventi derivanti dalla vendita dei primi esemplari di ''501''. Purtroppo, però, tali vendite non raggiunsero un'entità tale da far navigare la Casa dell'Elica in acque tranquille, anzi: la necessità di proporre nuovi modelli si scontrò con le ristrettezze finanziarie per il progetto e lo sviluppo. La sola possibilità rimasta fu quella di acquisire i diritti di produzione di una vettura popolare, o addirittura ultra-economica, da dare in pasto ad una popolazione, quella tedesca, che per la maggior parte ancora necessitava di essere motorizzata.
 
=== La rinascita ===