Festa del papà: differenze tra le versioni

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Nei paesi cattolici, i padri vengono celebrati fin dal Medioevo il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, padre putativo di Gesù.
 
Secondo un'antica tradizione, il culto di questo padre adottivo si sviluppò fin dal V secolo in certi monasteri egiziani dove fu scritta la Storia apocrifa di Giuseppe il Falegnamefalegname e dove la sua festa fu fissata al 20 luglio (rimane tuttora nel calendario copto).
 
Il culto di questo santo si diffonde anche intorno alla "casa di Giuseppe" almeno dal VI secolo. Questo culto decadde alla fine dell'Alto Medioevo. La sua festa del 19 marzo appare per la prima volta nell'anno 800 in un martirologio gallicano scritto da Rheinau, in cui è chiamato Ioseph sponsus Mariae ("Giuseppe sposo di Maria").
 
La scelta di questa data sei giorni prima della festa dell'Annunciazione è probabilmente dovuta a una confusione con il nome di un martire di Antiochia chiamato Giuseppe o Giosippo, già celebrato il 19 marzo, e anche una concordanza sincretica con le Quinquatrie, feste religiose in onore della dea Minerva2Minerva.
 
Nei secoli successivi, non fu più conosciuto semplicemente come il marito di Maria, ma come un padre, Nutritor Domini ("Nutritore del Signore"). Il suo culto, al quale la Chiesa associa tradizionalmente la festa dei padri, si sviluppa nei secoli XIV e XV (in particolare sotto l'influenza dei francescani che sono diventati i custodi della "casa di Giuseppe" e il cui capitolo generale di Assisi adotta la sua festa del 19 marzo nel 1399) ma fatica ada imporsi perché Giuseppe rimane "il grande silenzioso del Vangelo "3.
 
La festa è celebrata in varie date e spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre. Già nel [[1871]] la [[Chiesa cattolica|Chiesa Cattolica]] aveva proclamato [[San Giuseppe]] (festeggiato il 19 marzo) protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale. Come sintetizzava papa [[Papa Leone XIII|Leone XIII]]: «In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale; i vergini un tipo e difensore insieme della integrità verginale. I nobili imparino da lui a conservare anche nella avversa fortuna la loro dignità e i ricchi intendano quali siano quei beni che è necessario desiderare. I proletari e gli operai e quanti in bassa fortuna debbono da lui apprender ciò che hanno da imitare»<ref>{{Cita libro|titolo=San Giuseppe : sposo di Maria, padre putativo di Gesù, patrono della Chiesa secondo la sacra scrittura e la tradizione, considerazioni teologiche, morali e storiche|anno=1898|editore=Tip. e libr. S. G. degli Artigianelli|p=430}}</ref>.