Pareh - Il canto della risaia: differenze tra le versioni

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'''''Pareh - Il canto della risaia'''''<ref name=uh>{{cita web|url=https://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=55168|titolo=Pareh - Il canto della risaia|accesso=19 febbraio 2020}}</ref> (''Pareh''<ref group=N>In [[lingua italiana|italiano]]: ''Riso''.</ref>) è un [[film sentimentale]] del 1936 realizzato nelle [[Indie orientali olandesi]]. Scritto e diretto dai due cineasti olandesi [[Albert Balink]] e [[Mannus Franken]], è interpretato da [[Rd Mochtar]], Soekarsih e Eddie T. Effendi (all'epoca attori amatoriali) ed incentrato sulla storia d'amore proibito tra un pescatore e la figlia di un contadino.
 
Balink iniziò a lavorare al progetto nel 1934, collaborando con i [[fratelli Wong]], i quali lavorarono da [[direttori della fotografia]] e [[operatore di ripresa|operatori di ripresa]]. Insieme riuscirono ad ottenere un budget di 75 000 [[fioriniFiorini olandesidelle indonesianiIndie orientali olandesi|fiorini]], una somma molto più elevata di quelle normalmente utilizzate nelle produzioni locali.<ref>{{Cita|Biran|p. 160}}.</ref> Convinsero quindi il regista Franken, all'epoca noto per i suoi cortometraggi documentari realizzati con [[Joris Ivens]], di raggiungerli nelle colonie per aiutarli<ref name=uh/>, consci che le sue elevate competenze artistiche avrebbero giovato al risultato finale. La pellicola venne montata nei [[Paesi Bassi]] dopo essere stata girata nelle Indie e distribuita internazionalmente: ebbe un successo commerciale e critico in [[Europa]], ma nelle Indie non fu gradito dal popolo nativo; e così fu complessivamente un flop, che mandò in bancarotta i suoi autori.
 
Nonostante ciò, ''Pareh - Il canto della risaia'' rappresentò una svolta decisiva nel cinema delle Indie orientali olandesi. Da sempre orientato alla [[Cina]] infatti, esso cominciò, già dalle produzioni successive, a impegnarsi maggiormente nel rivolgersi al pubblico locale. Balink con il successivo ''[[Terang Boelan]]'' (1937), avrebbe portato avanti questa direttiva, riscontrando anche un enorme successo di pubblico. L'[[Antropologia visuale|antropologo visuale]] statunitense [[Karl G. Heider]] considera entrambi i lungometraggi le due opere cinematografiche più importanti delle colonie negli anni trenta.<ref>{{Cita|Heider|p. 15}}.</ref>