Scherzi da prete: differenze tra le versioni

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Don Tarquinio Buttafava è il [[parroco]] di Cioci, un borgo immaginario della [[Ciociaria]]. Secondo una millenaria concessione papale, si celebra la [[messa]] in [[dialetto ciociaro]] ("ciociaro antico", come preciserà il religioso), rifiutando l'uso del Latino e della lingua nazionale.
 
[[Papa Paolo VI]] in persona, sollecita le gerarchie ecclesiastiche nella persona del cardinale Crescenti perché la parrocchia ribelle celebri in italiano, ma ne nasce una sorta di ''[[scisma]] ciociaro'' che vede anche la nascita della DC, Democrazia Ciociara, partito politico che inizia a rubare consensi alla tradizionale [[Democrazia Cristiana]], allora maggioritaria nel Basso Lazio.
 
Prima del congresso costituente del partito, però, i protagonisti ideatori e finanziatori dell'alta società romana, che avevano usato don Tarquinio come megafono, gli voltano le spalle all'improvviso: unil cardinale con la collaborazione del [[vescovo]], diretto superiore di don Tarquinio, ordisce un inganno per "ricattare" una delle finanziatrici. Tornando da uno dei numerosi congressi, don Tarquinio trova attorno a sé terra bruciata. L'unica persona con cui riesce a parlare è la figlia della nobildonna ricattata, che sta prendendo il sole in piscina nuda; in un momento di debolezza fugace irrompono i [[giornalisti]], e don Tarquinio si ritrova appiedato e affossato pubblicamente.
 
Il cardinale lo riceve e gli comunica il perdono della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], il suo reintegro e la concessione di celebrare messa in ciociaro, ma nell'ambito della missione in [[Uganda]] presso il Dittatore Presidente [[Idi Amin Dada]].