Ḥadīth: differenze tra le versioni

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== Teologia ==
Secondo i [[musulmani]] il Corano è eterno ed è stato dettato a Maometto dall'arcangelo Gabriele.<ref>''Il Corano'', a cura di Alberto Ventura, Traduzione di Ida Zilio-Grandi, Milano, Mondadori, 2010, ''Introduzione'', pp. XII-XV.</ref>
Dunque se ne dovrebbero evitare interpretazioni troppo libere che potrebbero portare il fedele a travisare i comandamenti divini e quindi a peccare e a meritare la collera divina. I musulmani tuttavia sono perfettamente coscienti che il Corano è tutt'altro che facile da capire: sebbene sia scritto in "arabo chiaro", "parla per parabole" ([[sūra]] XXXIX: [[AyatĀyāt|versetti]] 27 e 28) ed è dunque da interpretare, cercando di evitare di volare con la fantasia.
 
A surrogare il Corano, acquistò prestissimo grande significato quello che [[Maometto]] faceva, diceva, oppure non faceva o non diceva quando interrogato su un quesito di fede, di opere o di liturgia. Maometto, ritenuto il migliore interprete della volontà divina (perché ineffabilmente ispirato), diveniva così il modello di riferimento dei suoi contemporanei e delle generazioni future di [[musulmani]]. La tradizione ''narrativa'' (cioè orale) riferita a Maometto e, in seguito, anche ai suoi [[Compagno (Islam)|Compagni]] (''Ṣaḥāba'') o a qualcuno dei [[Seguaci]] (''Tābiʿūn'') - costituenti cioè i più autorevoli musulmani delle generazioni successive a quella del Profeta e dei Compagni - acquistava pertanto valore di legge, sempre che mancasse un esplicito passaggio coranico ad ordinare o vietare qualcosa.