Vaiśravaṇa: differenze tra le versioni

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Secondo alcune versioni, "Kuvera" (sanscrito ''Kubera'') era il suo nome nella sua vita mortale, in cui era un ricco brahmino che diede in beneficenza tutta la produzione di uno dei suoi sette mulini, garantendo il sostentamento dei bisognosi per i successivi ventimila anni; come ricompensa per il buon [[karma|kamma]] (sanscrito ''karma'') si reincarnò nel paradiso Cātummahārājikā.
 
Secondo un'altra tradizione, {{unicode|Vessavaṇa}} non è un nome di persona ma un [[Titolo (onomastica)|titolo]] vitalizio, concesso di volta in volta a un mortale, ma essendo questi un abitante del Cātummahārājika la sua aspettativa di vita è di circa 90.000 anni (secondo altre fonti fino a nove milioni di anni); il {{unicode|Vessavaṇa}} di turno è incaricato di assegnare agli yakkha i luoghi da proteggere sulla terra (ad esempio laghi o foreste). Secondo alcuni, il posto di {{unicode|Vessavaṇa}} è occupato dallo yakkha Janavasabha, reincarnazione del re di [[Magadha]] [[Bimbisara|Bimbisāra]].
 
Alla nascita di [[Gautama Buddha]], {{unicode|Vessavaṇa}} divenne suo seguace, giungendo allo stadio di ''sotāpanna'' (sanscrito ''srotaāpanna''), cioè a sole sette reincarnazioni dall'illuminazione. Spesso agiva come intermediario portando al Buddha messaggi da parte delle divinità, ma anche da protettore; ad esempio insegnò al Buddha e ai suoi seguaci i versi {{unicode|Āṭānāṭā}}, che i buddhisti in meditazione nelle foreste possono usare per proteggersi dagli attacchi degli yakkha e delle altre creature soprannaturali.