Alessandro (figlio di Erode il Grande): differenze tra le versioni

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La madre Mariamne fu condannata a morte da Erode nel [[29 a.C.]], sulla base di un'accusa di tradimento. Nel [[23 a.C.]] fu inviato a Roma, insieme ad Aristobulo, affinché studiasse presso un certo Pollione (forse [[Gaio Asinio Pollione]]) e stesse vicino alla corte di [[Augusto]], di cui Erode era vassallo. Nel [[17 a.C.]] Erode si recò a Roma, tornando poi a [[Gerusalemme]] portando con sé Alessandro e Aristobulo; i due, però, si schierarono apertamente contro il padre, accusandolo della morte di Mariamne, tanto che Erode decise di riportare a corte Doride e Antipatro, che divenne di fatto un feroce rivale dei due rampolli asmonei nella lotta per il trono. In questo periodo, Alessandro sposò la principessa [[Glafira]], figlia di re [[Archelao di Cappadocia]], da cui ebbe due figli maschi, [[Tigrane V|Tigrane]] e [[Alessandro (nipote di Erode il Grande)|Alessandro]], e una figlia dal nome sconosciuto.
 
Lo scontro tra Erode e i suoi figli asmonei fu sfruttato da coloro che a corte avevano da guadagnare dalla caduta dei due eredi al trono. Sia Antipatro che [[SaloméSalomè (figlia di Erodiade)|Salomé]], nipote di Erode, cercarono di convincere il sovrano che Alessandro e Aristobulo tramavano contro di lui; nel [[12 a.C.]] Erode accusò i figli dinanzi ad Augusto, ma fu possibile riconciliarli. Nel [[10 a.C.]], dietro l'accusa di complotto contro il sovrano, sostenuta da un testimone torturato, Alessandro e Aristobulo furono imprigionati; furono ritrovate lettere di Alessandro poco lusinghiere nei confronti del padre, ma anche questa volta fu possibile una riconciliazione, mediata da Archelao, suocero di Alessandro. Infine, nell'[[8 a.C.]], Antipatro e Salomé riuscirono a far incarcerare sia Alessandro che Aristobulo.
 
Erode si appellò ad Augusto, che gli rimise la questione, consigliandogli di istituire un consiglio formato da suoi amici e da Romani; questo tribunale non ebbe difficoltà ad accogliere il volere del sovrano e condannare i due figli. Gli amici di Alessandro tentarono di perorare la sua causa, ma Erode fece uccidere un proprio fedele servitore Terone e 300 sostenitori di Alessandro. L'esecuzione avvenne nel [[7 a.C.]], a [[Sebaste (Samaria)]]; nel luogo dove trent'anni prima Mariamne si era sposata, i suoi due figli furono giustiziati per [[strangolamento]].