Il manoscritto (Greenblatt): differenze tra le versioni

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'''''Il manoscritto: come la riscoperta di un libro perduto cambiò la storia della cultura europea''''' (titolo originale: ''The Swerve: How the World Became Modern'') è un saggio storico di [[Stephen Greenblatt]] pubblicato nel 2011. Il saggio ricostruisce la scoperta, da parte dell'umanista fiorentino [[Poggio Bracciolini]], di un manoscritto del ''[[De rerum natura]]'', opera di cui da secoli si erano perse le tracce. Greenblatt sostiene che tale scoperta, favorendo lal'interesse rinascitaper dellale [[Epicureismo|corrente filosoficaidee di Epicuro]], sia all'origine del Rinascimento e quindi dell'[[Storia moderna|evo moderno]].
 
[[File:Poggio Bracciolini 68.jpg|thumb|Poggio Bracciolini all'età di 68 anni. Manoscritto del ''De varietate fortunae''.]]
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# Vite dopo la morte
 
Nella "Prefazione" Greenblatt narra dapprima il suo incontro, in età giovanile, con il «[[De rerum natura]]» di [[Tito Lucrezio Caro|Lucrezio]]. Espone successivamente le importanti conseguenze successive alla scoperta del manoscritto dell'opera di Lucrezio, nei primi anni del [[XV secolo]]. Il poema di Lucrezio favorì la riscoperta della filosofia di [[Epicuro]] la quale, nonostante l'opposizione della [[Chiesa cattolica|Chiesa]], fu molto apprezzata e ammirata da autori importanti come [[François Rabelais|Rabelais]], [[Isaac Newton|Newton]], [[Baruch Spinoza|Spinoza]], [[Tommaso Moro|Moro]], [[Giordano Bruno|Bruno]], [[Charles Darwin|Darwin]], [[Pierre Gassendi|Gassendi]], [[Benjamin Franklin|Franklin]] e [[Thomas Jefferson|Jefferson]]. Per Greenblatt, la riscoperta del poema di Lucrezio determinò un «cambiamento culturale all'origine della vita e del pensiero moderni; un rinascimento, una ri-nascita, dell'antichità. Non si può certo dire che un poema sia stato responsabile di questo drastico mutamento intellettuale, morale e sociale. Nessuna opera, da sola, avrebbe potuto produrre un effetto così esplosivo, soprattutto un testo di cui per secoli non si era potuto parlare liberamente in pubblico senza correre rischi. Ma questo libro antico, ricomparso all'improvviso, fece la differenza».<ref>{{Cita|Greenblatt|p. 19}}.</ref>
 
Nei successivi undici capitoli Greenblatt ricostruisce le avventurosa vicende in cui fu coinvolto [[Poggio Bracciolini]] nel periodo in cui scoprì il manoscritto di Lucrezio. Bracciolini era segretario personale di [[antipapa Giovanni XXIII|Baldassarre Cossa]], eletto papa nel [[1410]] come Giovanni XXIII, ma la cui elezione fu contestata tanto che gli si contrapposero lo spagnolo Pedro de Luna ([[Antipapa Benedetto XIII|Benedetto XIII]]) e il veneziano Angelo Correr con il nome di [[Papa Gregorio XII|Gregorio XII]]. L’imperatore [[Sigismondo di Lussemburgo]] obbligò Giovanni XXIII a convocare, nel [[1414]], un [[Concilio di Costanza|concilio]] a [[Costanza (Germania)|Costanza]] per ricostituire l'unità dei cristiani e discutere anche le questioni poste dal riformatore [[Jan Hus]]. Giovanni XXIII si trovò in difficoltà e, dopo varie vicissitudini, fu deposto e imprigionato. Poggio Bracciolini si allontanò da Costanza e decise di dedicarsi alla sua passione, la ricerca di testi dell’antichitàdell'antichità, in varie abbazie svizzere e tedesche. E nel 1417 Bracciolini trovò molto probabilmente nell'abbazia di [[Fulda]] il manoscritto del ''De rerum natura'', lo fece copiare da uno scrivano, e mandò il libro appena copiato a un amico di Firenze, [[Niccolò Niccoli]], perché ne facesse altre copie. Qualche anno dopo Bracciolini cercò di rientrare in possesso della copia inviata a Niccoli, ma non ci riuscì; poco tempo dopo, tuttavia, l'invenzione di [[Johannes Gutenberg|Gutenberg]] avrebbe permesso la diffusione del poema di Lucrezio dando avvio alla fortuna di Lucrezio, e quindi a quella di Epicuro.
 
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