Lucio Valerio Potito: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Lucio Valerio fu eletto con console nel [[449 a.C.]] insieme al collega [[Marco Orazio Barbato]]<ref>Livio, ''Ab urbe condita'', Libro III, 44, 55.</ref>.
 
Sotto il loro consolato, dopo che nell'interregno tra l'abolizione del [[Decemviri Legibus Scribundis Consulari Imperio (450 a.C.)|secondo decemvirato]] e la loro elezione erano già stati ripristinati il [[intercessio|diritto d'appello]] e il potere dei [[tribuni della plebe]], furono rafforzati i diritti della [[plebe]] con la promulgazione delle ''[[Leges Valeriae Horatiae]]'' che, tra gli altri diritti, stabilivano l'inviolabilità dei [[tribuni della plebe]] e le modalità delle loro elezioni, e riconoscevano valore giuridico ai [[plebisciti]]<ref>Livio, ''Ab urbe condita'', Libro III, 55.</ref>. Appio Claudio e [[Spurio Oppio Cornicene]] si suicidarono in carcere<ref>Livio, ''Ab urbe condita'', Libro III, 58, 6, 9.</ref>, mentre gli altri ex-decemviri vennero condannati all'esilio<ref>Livio, ''Ab urbe condita'', Libro III, 58, 9.</ref>.