Maimulu: differenze tra le versioni

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Si riteneva che ''Marti Perra'' (o ''Martisberri)'' fosse in grado di squartare chi il giorno di Martedì Grasso venisse sorpreso a lavorare nei campi. Il suo arrivo, sempre secondo la leggenda, era preceduto da un ritornello che diceva: '''"''Non mi neris atò, ca Marti Perra so, deu soi Marti Perra, beniu sò po ti ferriri"''''' ''("non dirmi atò, che Marti Perra sono, sono Marti Perra e sono venuto per farti male")''. "''Atò''" era l'espressione usata dagli anziani per scacciare i gatti. Nel centro di Villagrande Strisaili, era presente una maschera in legno di pero che raffigurava un grosso gatto selvatico, andata in disuso col tempo.
Secondo il linguista Salvatore Dedola, il termine ''Martisbèrri'' è un composto [[Lingua sardiana|sardiano]] basato sull'[[Lingua accadica|accadico]] ''martu'' + ''berû'' e indicava un palo sacro (o u-a statua menhir) che veniva festeggiato per scongiurare la carestia <ref>{{cita web|nome= Dedola|cognome= Salvatore|url= http://www.linguasarda.com/htm/linguista/carnevali_sardi.html|titolo= Carnevali sardi|accesso= 6 aprile 2011|sito= www.linguasarda.com|editore= Linguasarda.com|8= |urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100116052914/http://www.linguasarda.com/htm/linguista/carnevali_sardi.html|dataarchivio= 16 gennaio 2010}}</ref>.
 
In passato ''Su Maimulu'' era presente anche negli altri due centri ogliastrini della [[Rio Pardu|Valle del Pardu]], ([[Osini]], e [[Jerzu]]), mentre nei restanti il carnevale veniva festeggiato sotto il nome di ''Maimone/i''.