Lira italiana: differenze tra le versioni

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Analogamente all'Italia anche in [[Francia nell'età moderna|Francia]] fino al XVIII secolo rimase in uso la monetazione basata sul denaro, il soldo e la lira ([[Lingua francese|francese]]: ''[[livre tournois]]''). Con il successo della [[rivoluzione francese]] e la nascita della [[Prima Repubblica francese|prima repubblica]] il 7 ottobre 1793 si tentò di introdurre una nuova monetazione su base decimale che avrebbe avuto come riferimento la repubblicana, una moneta contenente {{M|9|u=g}} d'argento fino.<ref>{{Cita|Taracchini, 1999|p. 65}}.</ref> La Francia cambiò la valuta nazionale dalla ''[[livre tournois]]'' al [[franco francese]] il 7 aprile 1795, la nuova valuta fu poi definitivamente normata con la legge del 7 aprile 1803. Il franco doveva pesare {{M|5|u=g}} ed essere costituito da argento 900‰, parallelamente furono coniate monete d'oro 900‰ da 20 franchi dal peso teorico di {{M|6,451612|u=g}} dando così vita a un sistema bimetallico il cui il rapporto tra oro e argento di 1:15,5.<ref name=":4">{{Cita|Taracchini, 1999|p. 66}}.</ref>
 
Nel 1796 con l'inizio della [[Campagna d'Italia (1796-1797)|campagna d'Italia]] guidata da [[Napoleone Bonaparte]], la nascita delle [[repubbliche sorelle]] e la [[Campagna d'Italia (1800)|conquista dell'Italia]], la monetazione utilizzata nella penisola subì uno stravolgimento.<ref name=":4" /> Nel [[Regno di Sardegna]], in [[età napoleonica]] sostituito dalla [[Repubblica Subalpina]], lo [[scudo piemontese]] fu sostituito dal franco e con un decreto datato 13 marzo 1801 furono coniate probabilmente alla zecca di Parigi le monete da 5 e [[Marengo (moneta)|20 franchi]]. Quella da 5 franchi seguì le prescrizioni già adottate in Francia nel 1795 mentre quella da 20 franchi, coniata in memoria della [[battaglia di Marengo]] e quindi denominata "[[Marengo (moneta)|marengo]]", fu coniata seguendo i parametri le dimensioni che saranno due anni dopo ufficializzati dalla legge del 1803.<ref>{{Cita|Gigante, 2017|pp. 197-198.}}</ref> Nella [[Repubblica Ligure]] la monetazione fu ordinata con l'introduzione di un sistema basto sulla [[lira genovese]], nel [[Regno di Etruria|Regno d'Etruria]] la situazione rimase confusionaria e radicata alla monetazione in fiorini del [[Granducato di Toscana]],<ref name=":4" /> infine nel [[Regno di Napoli (1805-1815)|Regno delle Due Sicilie]] fu mantenuta la [[Piastra (moneta)|piastra]] fino al 1812 quando [[Gioacchino Murat]] introdusse la [[Lira delle Due Sicilie|lira delle Due Sicilie]], una moneta pari al franco e rimasta in circolazione per tre anni.<ref>{{Cita|Gigante, 2017|pp. 556-564.}}</ref>
 
Nell'Italia nord-occidentale le Napoleone nel 1805 diede vita al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]], che con decreto del 21 marzo 1806 si dotò di una nuova moneta intercambiabile con il franco, la lira italiana.<ref>{{Cita|Taracchini, 1999|p. 67}}.</ref> In rame 950‰ furono coniate le monete da 1, 3 e 5 centesimi (un soldo), in [[biglione]] in argento al 200‰ il 10 centesimi, le monete da 25, 50, 75 centesimi e 1, 2 e 5 lire in argento 900‰ e infine le monete da 20 e 40 lire in oro 900‰, tutte con i pesi e le dimensioni stabilite dalla legge del 1803.<ref>{{Cita|Gigante, 2017|pp. 211-228.}}</ref>