Alea iacta est: differenze tra le versioni

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La celebre traduzione italiana «Il dado è tratto» risale a Paolo Del Rosso
corretti i numeri dei paragrafi in alcune citazioni
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{{Citazione|Allhora Cesare disse […] tratto è il dado.|[[Gaio Svetonio Tranquillo]], ''Divus Iulius'', 32. Traduzione di Paolo Del Rosso<ref>{{Cita libro|autore=Gaio Suetonio Tranquillo|titolo=Le vite de dodici Cesari tradotte in lingua toscana per m. Paolo Del Rosso cittadino fiorentino|url=https://books.google.it/books?id=gOzK_Jf5O60C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|capitolo=Vita di Iulio Cesare|città=In Roma|editore=per Antonio Blado Asulano, ad istanza et a spese di m. Francesco Priscianese fiorentino|anno=1544|posizione=c. 13''v''-14''r''}}</ref>|Tunc Caesar […] "Iacta alea est", inquit.|lingua=la}}
 
È una frase attribuita da [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] - che la riprende probabilmente da [[Gaio Asinio Pollione|Asinio Pollione]]<ref name=Canfora/> - nel suo ''[[Vite dei Cesari|De vita Caesarum]]''<ref>Svetonio, ''Cesare'', 3132.</ref> (''Divus Iulius'') a [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] che l'avrebbe proferita dopo aver varcato, nella notte del 13 gennaio del [[49 a.C.]], il fiume [[Rubicone]] (o il [[Pisciatello]])<ref>Susanna Calandrini, ''Storia di San Mauro Pascoli'', Il Ponte Vecchio, Cesena, 2000, ISBN 88-8312-105-8. Vedi anche [[Localizzazione dell'antico Rubicone]].</ref> alla testa di un esercito, violando apertamente la legge che proibiva l'ingresso armato entro i confini dell'[[Italia romana|Italia]] e dando il via alla [[Guerra civile romana (49 a.C.)|seconda guerra civile]].
 
La traduzione italiana "Il dado è tratto", pur generalmente divulgata in ogni contesto, in realtà è frutto di errori e non lascia intuire immediatamente il senso della locuzione. La frase, probabilmente come citazione di una commedia di Menandro, l{{'}}''Arreforo'', fu proferita in greco come tramanda [[Plutarco]]<ref>Plutarco, ''Cesare'' 32, 76; ''Pompeo'' 60, 42.</ref> nelle ''Vite parallele'':
{{Citazione|Egli [Cesare] dichiarò in greco a gran voce a coloro che erano presenti: 'sia lanciato il dado' e condusse l'esercito.|Plutarco, ''Vita di Pompeo'', 60, 2.9|Ἑλληνιστὶ πρὸς τοὺς παρόντας ἐκβοήσας, «Ἀνερρίφθω κύβος», διεβίβαζε τὸν στρατόν'.|lingua=grc}}
 
L'ambiguità nella traduzione deriva dalla versione tràdita di Svetonio: "iacta alea est". Probabilmente un errore di trascrizione (aplografia) ha portato alla perdita dell'ultima lettera, mutando "esto", imperativo futuro 2°/3° singolare, in "est", indicativo presente 3° singolare; "iacta alea esto" pare dunque essere la frase corretta e perfettamente si accorda con l'imperativo di terza persona tramandato da Plutarco "ἀνερρίφθω κύβος" (''anerrìphtho kybos'') ovvero "sia lanciato il dado"<ref name=Canfora>{{cita libro |autore=Luciano Canfora |titolo=Giulio Cesare. Il dittatore democratico |editore=Laterza |città=Roma-Bari |annooriginale=1999 |anno=2006 |isbn=88-420-8156-6 |pp=160-161 }}</ref>. La congettura si attribuisce a [[Erasmo da Rotterdam]].