Opere architettoniche e artistiche del Vittoriano: differenze tra le versioni
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[[File:Vittoriano, detail, Rome, Italy.jpg|thumb|upright=1.5|Scorcio delle opere artistiche e architettoniche del Vittoriano]]
Le '''opere architettoniche e artistiche del [[Vittoriano]]''', [[monumento nazionale]] [[italia]]no situato a [[Roma]], sul versante settentrionale del [[Campidoglio|colle del Campidoglio
Fu il progettista del monumento, [[Giuseppe Sacconi]], che decise di porre solamente opere d'arte esclusivamente allegoriche, perché riteneva che solo attraverso un'arte priva di ogni riferimento alla contemporaneità si potesse dare al monumento un valore universale, che non risentisse dello scorrere del tempo. Sacconi dovette ripetutamente contrastare le varie proposte di porre all'interno dell'edificio anche opere d'arte che rappresentassero personaggi e fatti storici precisi,
Centro architettonico del Vittoriano è la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', unica rappresentazione non allegorica presente nel monumento
== Pianta del Vittoriano ==
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[[File:Rione II Trevi, 00187 Roma, Italy - panoramio (33).jpg|thumb|left|La scalinata d'ingresso al Vittoriano, che porta all'Altare della Patria, visibile al centro dell'immagine, sotto la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II''. Sulla sommità del Vittoriano si possono notare i due propilei laterali e l'imponente colonnato centrale del sommoportico]]
Il Vittoriano, trovandosi sul colle del Campidoglio, è situato nel [[Centro storico di Roma|centro]] simbolico della [[Civiltà romana|Roma antica]] ed è collegato a quella moderna grazie a strade che dipartono a raggiera da piazza Venezia
La scalinata d'ingresso è larga 41 metri e lunga 34 metri, mentre la terrazza dove è situato l'Altare della Patria è larga 66 metri
Uno degli elementi architettonicamente preponderanti del Vittoriano sono le scalinate esterne, che sono costituite nel complesso da 243 gradini, e il [[portico]] situato sulla sommità del monumento, che è inserito tra due [[Propileo|propilei]] laterali
[[File:Aracoeli-fachada.jpg|thumb|La basilica dell'Ara Coeli. Sulla sinistra si intravede il Vittoriano]]
Le [[Allegoria|allegorie]] (ovvero i concetti astratti espressi attraverso immagini concrete) che sono presenti nelle opere artistiche del Vittoriano rappresentano perlopiù le [[virtù]] e i [[Sentimento|sentimenti]], molto spesso resi come [[Personificazione|personificazioni]], che hanno animato gli italiani durante il [[Risorgimento]], ovvero dai [[moti del 1820-1821]] alla [[presa di Roma]] (1870), grazie ai quali è stata realizzata l'unità nazionale<ref name="Levi|p. 316">{{Cita|Levi|p. 316}}.</ref>. Nel Vittoriano è cospicua la presenza di statue rappresentanti [[Vittoria (divinità)|Vittorie alate]], sia in [[marmo]] che in [[bronzo]], che simboleggiano il buon [[Auspicia|auspicio]] avuto per la realizzazione dell'[[Proclamazione del Regno d'Italia|unità nazionale italiana]]
Sono numerose anche le opere artistiche che richiamano la [[Civiltà romana|storia dell'antica Roma]]
[[File:Wk27.JPG|thumb|left|Il Vittoriano innevato]]
Nel Vittoriano sono diffusi significati allegorici chiari e univoci, secondo le intenzioni dei loro realizzatori. Secondo alcuni autori
A questo va aggiunto il fatto che il Vittoriano è stato utilizzato come simbolo da due classi dirigenti molto differenti, soprattutto nel modo con cui comunicavano i loro messaggi politici: l'Italia [[Stato liberale|liberale]] e quella [[Storia del fascismo italiano|fascista]]
[[File:Rome 26.JPG|thumb|Il Vittoriano di notte]]
Se l'Italia liberale vedeva nel Vittoriano un [[tempio]] [[laico]] dedicato [[Metafora|metaforicamente]] all'Italia [[Libertà|libera]] e [[Unità nazionale|unita]], e celebrante il sacrificio per la patria e per gli ideali ad essa collegati<ref name=difesa>{{cita web|url= http://www.difesa.it/Ministro/Uffici_diretta_collaborazione/UfficioCerimoniale/Vittoriano/Pagine/Il_Vittoriano.aspx|titolo= Il Vittoriano|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140714124233/http://www.difesa.it/Ministro/Uffici_diretta_collaborazione/UfficioCerimoniale/Vittoriano/Pagine/Il_Vittoriano.aspx|dataarchivio= 14 luglio 2014}}</ref><ref name="Levi|p. 324"/><ref name="Tobia|p. 109">{{Cita|Tobia|p. 109}}.</ref>, il fascismo considerava il monumento principalmente come un palcoscenico dove ostentare la potenza militare aggressiva del Paese<ref name="Tobia|p. 103">{{Cita|Tobia|p. 103}}.</ref>.
Da un punto di vista stilistico, l'architettura e le opere d'arte che impreziosiscono il Vittoriano sono state concepite con l'obiettivo di creare uno "stile nazionale", un modello da utilizzare poi anche in altri ambiti.<ref name="difesa" /> Era questa, infatti, l'esigenza manifestata dai critici d'arte in quei primi decenni di unità, in cui la nazione metteva a punto la propria identità anche dal punto di vista artistico. Questo "stile nazionale", secondo [[Camillo Boito]] che ne fu il teorico, non poteva essere ''nuovo di pianta'', ma anzi, per avere indole compiutamente nazionale, avrebbe dovuto collegarsi alle architetture italiane del passato; lo studio dei classici, però, doveva essere considerato un punto di partenza e non di arrivo.<ref>{{Cita libro|titolo=Primo congresso degli ingegneri ed architetti italiani in Milano - atti|editore=Tipog. e Litog. degli ingegneri, 1873|p=88}}</ref> Questa era la responsabilità sentita dal Sacconi nel suo progetto. In tale ambito, per la realizzazione del Vittoriano, Giuseppe Sacconi prese spunto dall'[[architettura neoclassica]], l'erede dell'architettura classica [[architettura greca classica|greca]] e [[Architettura romana|romana]], sulla quale furono innestati elementi italici secondo lo spirito dell'[[Eclettismo]].<ref>{{Cita|Tobia|p. 41}}.</ref> Il Sacconi tenne presente anche lo stile architettonico in voga durante il [[Secondo Impero francese]] di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] (1852-1870), che fu assai comune nei nuovi edifici costruiti a Parigi in quel periodo, portando alla [[Trasformazione di Parigi sotto il Secondo Impero|completa trasformazione della capitale francese]];<ref name="Agnew232">{{Cita|Agnew|p. 232}}.</ref> questo stile era infatti l'unico che egli apprezzasse tra quelli a lui contemporanei, pur non condividendone l'eccessivo decorativismo e la sontuosità.<ref>{{Cita|Mariano 2004|pp. 102-110}}.</ref>▼
▲Da un punto di vista stilistico, l'architettura e le opere d'arte che impreziosiscono il Vittoriano sono state concepite con l'obiettivo di creare uno "stile nazionale", un modello da utilizzare poi anche in altri ambiti
== Le fontane dei due mari ==
Addossate al basamento esterno del Vittoriano, ai lati della cancellata d'ingresso di piazza Venezia, si trovano le "fontane dei due mari", che sono dedicate, rispettivamente, al [[mare Adriatico]] e al [[mar Tirreno]]. Entrambe le [[Fontana|fontane]] sono inserite in un'aiuola e possiedono, fin dall'origine, un sistema idraulico che ne ricicla l'acqua evitando gli sprechi
La presenza delle fontane dei due mari ai fianchi dell'ingresso è simbolica, visto che rappresentano i due
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| align="left"| ''Fontana dell'Adriatico'' ||align="left"|Si trova a sinistra dell'ingresso al Vittoriano. È una personificazione allegorica che rappresenta il mare Adriatico, con un braccio rivolto a [[Est|Oriente]] e quell'altro che poggia su un [[Leone di San Marco]], che simboleggia la città di [[Venezia]]
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| align="left"| ''Fontana del Tirreno'' ||align="left"|Si trova a destra dell'ingresso al Vittoriano. È una personificazione allegorica che rappresenta il [[mar Tirreno]], sdraiato sulla [[lupa capitolina]] e con un braccio poggiante su una scultura su cui è scolpita la [[Partenope (sirena)|sirena Partenope]] a simboleggiare, rispettivamente, le città di [[Roma]] e di [[Napoli]]
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[[File:Piazza Venezia in rome.40.JPG|thumb|left|La cancellata artistica che chiude l'ingresso del Vittoriano]]
Il Il monumento, nel complesso, appare come una sorta di rivestimento marmoreo del versante settentrionale del colle del Campidoglio<ref name="Coppola|p. 37"/>: è stato quindi pensato come un luogo dov'è possibile compiere una passeggiata patriottica ininterrotta (il percorso non ha infatti una fine architettonica, dato che gli ingressi alla parte più elevata sono due, una per ciascun propileo) tra le opere presenti, che hanno quasi tutte significati [[Allegoria|allegorici]] legati alla [[storia d'Italia]]<ref name="Tobia|p. 116"/>.
[[File:Romemarch11.JPG|thumb|La terrazza dell'Altare della Patria, situato al termine della scalinata d'ingresso al Vittoriano, che si scorge sulla sinistra, tra i due pennoni su cui sventolano altrettante bandiere italiane. La scalinata d'accesso all'Altare della Patria si intravede invece sulla destra]]
Il percorso lungo la scalinata continua anche oltre la tomba del Milite Ignoto a rappresentare simbolicamente un corteo di italiani continuo e senza interruzioni che prosegue la sua camminata fino al punto più elevato della costruzione, ovvero il sommoportico e i propilei<ref name=difesa/>. Il Vittoriano è stato pensato come un luogo dov'è possibile compiere una passeggiata patriottica ininterrotta (il percorso non ha infatti una fine architettonica, dato che gli ingressi alla parte più elevata sono due, una per ciascun propileo) tra le opere presenti, che hanno quasi tutte significati [[Allegoria|allegorici]] legati alla [[storia d'Italia]]<ref name="Tobia|p. 116">{{Cita|Tobia|p. 116}}.</ref>.
All'ingresso, come già accennato, è presente un'imponente scalinata che porta alla terrazza dell'Altare della Patria e del Milite Ignoto e che rappresenta la prima piattaforma sopraelevata del Vittoriano nonché il suo centro simbolico
La [[Cancello|cancellata]] artistica d'accesso al Vittoriano, che è opera di [[Manfredo Manfredi (architetto)|Manfredo Manfredi]], ha la particolarità di essere "a scomparsa", ossia di poter scorrere verticalmente nel sottosuolo grazie a dei binari
=== La scalinata d'ingresso ===
Su entrambi i lati della scalinata d'ingresso si trovano una serie di sculture che accompagnano il visitatore verso l'Altare della Patria
La presenza di queste figure non è casuale, visto che hanno un preciso significato simbolico
{{clear}}
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| align="left"| ''Il Pensiero'' ||align="left"|Si trova a sinistra della scalinata. Un [[Genio (divinità)|Genio alato]] bronzeo rappresenta ''Il [[Pensiero]]'', che poggia una mano sulla personificazione de ''La Saggezza'', da cui prende allegoricamente ispirazione, e che aiuta ''Il [[Popolo]]'' a risollevarsi incitato dalla dea [[Minerva]]
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| align="left"| ''L'Azione'' ||align="left"|Si trova a destra della scalinata. ''L'[[Azione (filosofia)|Azione]]'', resa allegoricamente da un gruppo di soldati dell'[[Regia Armata Sarda|esercito sabaudo]], solleva la [[bandiera d'Italia]] su cui sono riportati i termini "Italia" e "Vittorio", mentre un Leone di Venezia schiaccia l'oppressore, una donna con in mano una clava è pronta a gettarsi contro il nemico e un giovane [[garibaldino]] (unica figura di tutto il Vittoriano, oltre alla statua equestre di Vittorio Emanuele II, avente abiti contemporanei<ref name="Ugolini|p. 72">{{Cita|Ugolini|p. 72}}.</ref>) si prepara all'assalto e un popolano grida alla riscossa
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| rowspan=2 align="left"|''Leone alato''||rowspan=2 align="left"|Sono due statue marmoree che rappresentano un ''Leone alato'' accovacciato sulla balaustra. I due ''Leoni alati'' rappresentano l'[[Rito di iniziazione|iniziazione]] dei patrioti che decidono di unirsi all'impresa di unificazione italiana motivati da ardore e forza, le quali controllano anche il loro lato istintivo:
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| align="center"| [[File:Leone alato di destra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
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| rowspan=2 align="left"|''Vittoria alata''||rowspan=2 align="left"|Sono due statue bronzee che rappresentano una ''Vittoria alata'' svettante su un basamento decorato da [[Rostro (arma)|rostri]]
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| align="left"| [[Edoardo De Albertis]] (quella di destra)<ref name=TCI1925/>|| align="center"| [[File:Vittoria alata di destra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
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=== Il terrazzo dell'Altare della Patria ===
Al termine della scalinata d'ingresso, subito dopo le statue delle Vittorie alate, si apre il terrazzo dell'Altare della Patria, prima piattaforma sopraelevata del Vittoriano, che è dominata centralmente dalla statua della [[Roma (divinità)|dea Roma]] e dal [[sacello]] del [[Milite Ignoto (Italia)|Milite Ignoto]]
I quattro gruppi hanno un'altezza di 6 metri e sono situati a destra e a sinistra dell'ingresso alla terrazza dell'Altare della Patria (due per parte), lateralmente alle statue de ''Il Pensiero'' e de ''L'Azione'' e in corrispondenza delle fontane dei due mari, lungo i parapetti che si affacciano su piazza Venezia
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| align="left"| ''La Forza'' ||align="left"|Si trova a sinistra del parapetto che sovrasta la ''fontana dell'Adriatico
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| align="left"| ''La Concordia'' ||align="left"|Si trova a destra del parapetto che sovrasta la ''fontana dell'Adriatico
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| align="left"| ''Il Sacrificio'' ||align="left"|Si trova a sinistra del parapetto che sovrasta la ''fontana del Tirreno
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| align="left"| ''Il Diritto'' ||align="left"|Si trova a destra del parapetto che sovrasta la ''fontana del Tirreno
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=== I portoni che conducono agli spazi interni ===
Ai lati dell'Altare della Patria la scalinata riprende dividendosi in due rampe simmetriche e parallele alla tomba del Milite Ignoto
Sopra ciascun portone sono collocate due statue: sul portone di sinistra rappresentano allegoricamente ''La [[Politica]]'' e ''La [[Filosofia]]'', mentre sul portone di destra sono collocate due statue raffiguranti metaforicamente ''La [[Guerra]]'' e ''La [[Rivoluzione]]
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| align="left"| ''La Politica'' ||align="left"| Questo concetto è allegoricamente reso come una donna seduta che volge il suo sguardo a sinistra, verso l'altra statua che si trova sul medesimo portone, ''La Filosofia
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| align="left"| ''La Filosofia'' ||align="left"| La filosofia è metaforicamente rappresentata da una donna avente un atteggiamento riflessivo con la mano destra appoggiata sul mento e la testa abbassata
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| align="left"| ''La Guerra'' ||align="left"| La guerra è allegoricamente resa come una donna vestita da antica romana che impugna una spada sguainata mentre difende metaforicamente la libertà, concetto caro agli [[Illuminismo|illuministi]]
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| align="left"| ''La Rivoluzione'' ||align="left"| La rivoluzione è metaforicamente rappresentata da una donna seminuda nell'atto di alzarsi
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[[File:Vittoriano king VE.jpg|thumb|La ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', sul cui basamento marmoreo sono scolpite le statue delle città nobili]]
Dai due ripiani dove si aprono i portoni che danno accesso agli spazi interni partono due ulteriori rampe di scale che convergono, esattamente dietro all'Altare della Patria, verso il basamento della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'': quest'ultima è situata sulla seconda grande piattaforma sopraelevata,
Dietro la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' la scalinata riprende la sua ascesa in direzione del sommoportico giungendo a un piccolo ripiano, da cui partono lateralmente due scalinate che portano, ciascuna, all'ingresso di un propileo<ref name="piantina">{{cita web|url=http://www.archidiap.com/opera/monumento-nazionale-a-vittorio-emanuele-ii/|titolo=Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II|accesso=1º marzo 2018}}</ref>.
Prima di giungere agli ingressi dei propilei ciascuna delle due scalinate si interrompe creando un piccolo ripiano intermedio, che consente l'accesso alla terrazza delle città [[Irredentismo italiano|redente]], terza grande e ultima piattaforma sopraelevata del Vittoriano, che si trova esattamente dietro alla ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' e immediatamente sotto
=== La terrazza delle città redente ===
[[File:Altare della Patria-July 2016 (80).jpg|left|thumb|Panoramica della terrazza delle città redente]]
Le città "redente" sono le città unite all'Italia in seguito al [[trattato di Rapallo (1920)]] e al [[trattato di Roma (1924)]], [[Trattato internazionale|accordi di pace]] a conclusione della [[prima guerra mondiale]]: queste municipalità sono [[Trieste]], [[Trento]], [[Gorizia]], [[Pola]], [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e [[Zara]]
In seguito ai [[trattati di Parigi (1947)]], accordi di pace firmati dalle nazioni partecipanti alla [[seconda guerra mondiale]], Pola, Fiume e Zara [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|sono passate alla Jugoslavia]] e – dopo la [[Guerre jugoslave|dissoluzione di quest'ultima]] – alla [[Croazia]]
Ogni città redenta è rappresentata da un altare addossato alla parete di fondo che reca scolpito lo stemma comunale corrispondente
Nel dettaglio, la descrizione degli altari è la seguente<ref name="Tobia|p. 55"/>:
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| align="left"| [[Trieste]] ||rowspan=6 align="left"| Sono sei altari riportanti il nome di altrettante città redente, che sono sormontati dal rispettivo stemma comunale
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| align="left"| [[Trento]] || align="center"| [[File:Vittoriano altare Trento P1000743.jpg|100px]]
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Al centro della fila degli altari delle città redente, incisa sullo [[stilobate]], ovvero sulla parete verticale su cui poggia il colonnato del sommoportico, è collocata una monumentale iscrizione scolpita in occasione della solenne cerimonia di tumulazione del Milite Ignoto (4 novembre 1921) che riporta il testo del [[Bollettino della Vittoria]], documento ufficiale scritto dopo l'[[armistizio di Villa Giusti]] con il quale il generale [[Armando Diaz]], [[Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano|comandante supremo del Regio Esercito]], annunciò, il 4 novembre 1918, la resa dell'[[Impero austro-ungarico]] e la vittoria dell'Italia nella prima guerra mondiale
Alla base del testo del Bollettino della Vittoria si trovano altri due altari simili a quelli delle città redente ma che hanno, in luogo dello stemma comunale delle municipalità delle municipalità, un [[elmetto]]:
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| rowspan=2 align="left"| Altari del<br/>Bollettino della Vittoria ||rowspan=2 align="left"| Questi due altari recano la scritta: "{{TA|{{maiuscoletto|Et Facere Fortia}}}}" (altare di sinistra della scritta) "{{TA|{{maiuscoletto|Et Pati Fortia}}}}" (altare di destra) riecheggiante la [[locuzioni latine|locuzione]] [[lingua latina|latina]] ''[[Et facere et pati fortia romanum est]]'' ([[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Storia di Roma]]'', 11: nell'opera di Livio la frase è pronunciata da [[Gaio Muzio Scevola|Muzio Scevola]] nei confronti di [[Lars Porsenna|Porsenna]]), ossia "È da Romano compiere e patire cose forti"
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|align="center"| [[File:Vittoriano altare Et Pati fortia P1000729.jpg|100px]]
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Analogamente fu firmato, dall'[[ammiraglio]] [[Paolo Thaon di Revel]], [[Capo di stato maggiore della Marina Militare|comandante supremo della Regia Marina]], il [[Bollettino della Vittoria Navale]]. Non fu mai redatto un analogo bollettino per le forze aeree, visto che queste ultime all'epoca facevano capo al [[Servizio Aeronautico]], reparto facente parete del Regio Esercito destinato agli [[aeromobile|aeromobili]]: la [[Regia Aeronautica]], terza [[Forze armate italiane|forza armata]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], fu infatti istituita nel 1923, dopo la fine della prima guerra mondiale.
Sulla terrazza delle città redente si trova anche un macigno proveniente dal [[Massiccio del Grappa]], per un anno teatro del [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte italiano della prima guerra mondiale]], a rappresentare tutti i luoghi dove i soldati italiani hanno combattuto durante
== L'Altare della Patria ==
[[File:Altare della Patria-July 2016 (59).jpg|thumb|upright|left|L'Altare della Patria al Vittoriano, con la [[guardia d'onore]] del Milite Ignoto sovrastata dalla statua della dea Roma. Più in alto si riconosce la parte inferiore della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II''. A sinistra e a destra della statua della dea Roma si scorgono i bassorilievi ispirati alle ''Bucoliche'' e alle ''Georgiche'' di Virgilio]]
L'Altare della Patria è la parte più nota del Vittoriano ed è quella con cui esso viene spesso identificato
[[File:2016 - Vittoriano (Rome) 07.jpg|thumb|upright|Uno dei due bracieri che ardono perennemente ai lati della tomba del Milite Ignoto. Alla loro base è presente una targa riportante la scritta "{{Maiuscoletto|Gli italiani all'estero alla Madre Patria}}"]]
La statua della dea Roma presente al Vittoriano ha interrotto una consuetudine in voga fino al XIX secolo che voleva la rappresentazione di questo soggetto con tratti esclusivamente guerreschi: Angelo Zanelli, nella sua opera, decise di caratterizzare ulteriormente la statua prevedendo anche il richiamo ad [[Atena]], [[Mitologia greca|dea greca]] della [[Sapienza (filosofia)|sapienza]], delle [[arte|arti]] oltre che della guerra
Il Milite Ignoto, militare italiano morto nella [[prima guerra mondiale]] la cui identità resta sconosciuta, come già accennato, fu trasferito all'Altare della Patria il 4 novembre 1921
La sua tomba è un sacello simbolico che rappresenta tutti i caduti e i dispersi in guerra
Il significato allegorico delle fiamme che ardono perennemente è legata alla loro simbologia, che è antica di secoli, dato che affonda le sue origini nell'[[antichità classica]], in particolar modo nel [[Rito funebre|culto dei morti]]. Un fuoco che brucia eternamente simboleggia il ricordo, in questo caso del sacrificio del Milite Ignoto mosso da amor patrio, e la sua imperitura memoria negli italiani, anche in quelli che sono lontani dal loro Paese: non a caso sui due bracieri perenni a fianco della tomba del Milite Ignoto è collocata una targa il cui testo recita "{{Maiuscoletto|Gli italiani all'estero alla Madre Patria}}" in ricordo alle donazioni fatte dagli [[Emigrazione italiana|emigrati italiani]] tra la fine del XIX secolo e l'inizio XX secolo
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| align="left"| ''Dea Roma'' ||align="left"|La statua rappresenta la dea Roma vestita con un [[peplo]] e un mantello di [[Pelliccia|pelle]] di [[Capra hircus|capra]]. Sul capo ha un [[elmo]] e una [[Corona (copricapo)|corona]] impreziosita da teste di [[Canis lupus|lupo]]. Nella mano destra impugna una lancia mentre in quella sinistra una statuetta di ''[[Vittoria (divinità)|Vittoria alata]]
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La concezione generale dei [[bassorilievo|bassorilievi]] situati lateralmente alla statua della dea Roma, uno alla sua sinistra e l'altro alla sua destra, richiama le ''[[Bucoliche]]'' e le ''[[Georgiche]]'' di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che completano con la statua della divinità romana il [[trittico]] dell'Altare della Patria
Il bassorilievo a sinistra dell'Altare rappresenta il ''[[Trionfo]] del [[Lavoro]]'' e converge scenograficamente verso la dea Roma<ref name=difesa/> con le seguenti [[allegoria|allegorie]] (da sinistra a destra)
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
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| width=130 | '''Immagini'''
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| align="left"| ''Agricoltura'' ||align="left"|Concetto rappresentato da tre figure: l<nowiki>'</nowiki>''Allevamento'', la ''Mietitura'', la ''Vendemmia'' e l<nowiki>'</nowiki>''Irrigazione''
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| align="left"| ''Genio alato del Lavoro'' ||align="left"|Rappresentato da una figura che sale su un grande [[aratro]] trionfale.
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Il secondo bassorilievo, a destra della statua della dea Roma, simboleggia il ''Trionfo dell'amor [[Patria|patrio]]'' e converge anch'esso scenograficamente verso la statua della divinità romana
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[[File:Altar of the Fatherland 維托里亞諾 - panoramio (2).jpg|thumb|right|Il basamento della statua, con le allegorie delle città nobili]]
Dopo aver superato l'Altare della Patria, continuando a salire la scalinata, si incontra la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', opera bronzea di [[Enrico Chiaradia]] e centro architettonico del Vittoriano
Sul basamento marmoreo della [[statua equestre]] sono scolpite le allegorie delle [[Titolo di città in Italia|città italiane]] nobili, realizzate da [[Eugenio Maccagnani]], scultore molto apprezzato dal Sacconi
La statua equestre di bronzo, che è alta 12 metri e lunga 10, pesa cinquanta tonnellate
La ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' è l'unica rappresentazione non simbolica del Vittoriano, dato che è la raffigurazione di un personaggio storico, re [[Vittorio Emanuele II di Savoia]]
Anche la collocazione della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' al centro architettonico del Vittoriano, sopra l'Altare della Patria e davanti al colonnato del sommoportico, non è
La descrizione dettagliata della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' è la seguente:
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| width=130 | '''Immagine'''
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| align="left"| ''Statua equestre di Vittorio Emanuele II'' ||align="left"| È una statua bronzea che rappresenta re Vittorio Emanuele II di Savoia a cavallo di un destriero
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== Le statue delle città nobili ==
Sul basamento della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', come già accennato, si trovano le statue allegoriche rappresentanti quattordici città nobili, ovvero capitali di [[Antichi Stati italiani|Stati nobiliari italiani]] preunitari, storicamente convergenti verso il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e verso la [[Casa Savoia|dinastia sabauda]], in quanto essa sposò la causa del [[Risorgimento]]
Le quattordici statue delle città nobili sono poste alla base della ''statua equestre a Vittorio Emanuele II'' perché [[Metafora|metaforicamente]] esse sono le fondamenta dell'Italia<ref name="lonardo"/> e, in senso più ampio, l'unità della Patria è basata sull'unione dei suoi [[Comune (Italia)|comuni]]
Al contrario di quelle rappresentanti le [[Regione (Italia)|regioni d'Italia]], le statue raffiguranti le quattordici città sono tutte opera di uno stesso scultore: [[Eugenio Maccagnani]]
L'elenco sottostante comincia dalla statua posta sulla fronte del basamento e prosegue in senso antiorario {| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
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| [[Torino]]<br/>[[File:Insigne Augustae Taurinorum.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1563-1847: capitale del [[Ducato di Savoia]]<br/>1847-1861: capitale del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] ||align="left"| La tradizione bellicosa della città è simboleggiata dall'armatura; la statua è situata anteriormente, al centro del basamento, in quanto prima capitale dell'Italia unita e città natale di Vittorio Emanuele II; sullo stemma è presente il [[Toro (araldica)|toro araldico]]
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| [[Venezia]]<br/>[[File:Venezia-Stemma.png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||697-1797: capitale del [[Ducato di Venezia]],<br/>poi [[Repubblica di Venezia]]<ref>Il termine ''repubblica'' non va inteso nel senso moderno del termine, ossia contrapposto a ''monarchia'', ma nel senso antico di "Stato"; la repubblica di Venezia era infatti una monarchia elettiva; infatti il doge, termine veneto per "duca", era in carica per tutta la vita ed apparteneva alla classe nobiliare. Si veda: ''Giurisprudenza italiana'' - volume 149, parti 2-4, Unione tipografico-editrice torinese, 1997</ref>||align="left"| Porta la corona e l'abito dei [[Doge (Venezia)|Dogi di Venezia]]; nel suo stemma il [[Leone (araldica)|leone]] marciano è ''in [[Moleca|molèca]]'', ossia nella posizione del [[Brachyura|granchio]]
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| [[Palermo]]<br/>[[File:Palermo-Stemma da Il blasone in Sicilia (Tav 82).png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1130-1816: capitale del [[Regno di Sicilia]]||align="left"| Il [[Serpente (araldica)|serpente]] intorno al braccio è uno dei simboli più antichi della città; sullo scudo è presente l'altro simbolo della città: l'[[Aquila (araldica)|aquila]]
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| [[Mantova]]<br/>[[File:Mantova-CoA-historical.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1433-1530: capitale del [[Marchesato di Mantova]]<br/>1530-1708: capitale del [[Ducato di Mantova]]
| align="left" | Indossa la [[Ducato di Mantova|corona ducale]] e incorona di [[Quercia (araldica)|quercia]] la targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Vittorio Emanuele II Padre della Patria}}"; nel suo scudo crociato è raffigurato il profilo di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]
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|colspan=4 align="center"| <span style="font-size: 120%;">Targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Vittorio Emanuele II Padre della Patria}}"</span>|| [[File:Targa dedicazione.png|100px]]
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| [[Urbino]]<br/>[[File:Coat of arms of the House of Montefeltro.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1213-1443: capitale della [[Contea di Urbino]]<br/>1443-1630: capitale del [[Ducato di Urbino]] ||align="left"| Poggia un ramo di [[Alloro (araldica)|alloro]] sulla targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Vittorio Emanuele II Padre della Patria}}". Porta la corona ducale e indossa abiti [[rinascimento|rinascimentali]] per ricordare il periodo d'oro della città marchigiana, patria di [[Raffaello Sanzio]] e di [[Bramante]]
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| [[Napoli]]<br/>[[File:CoA Città di Napoli 2.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||598-1137: capitale del [[Ducato di Napoli]]<br/>1302-1816: capitale del [[Regno di Napoli]]<br/>1816-1861: capitale del [[Regno delle Due Sicilie]] ||align="left"| Indossa la [[Contrassegni di dignità|collana di dignità]] e un abito regale che ricorda il ruolo di capitale che la città ebbe per secoli
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| [[Genova]]<br/>[[File:Armoiries Gênes.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1097-1797: capitale della [[Repubblica di Genova]]<ref>Il termine ''repubblica'' non va inteso nel senso moderno del termine, ossia contrapposto a ''monarchia'', ma nel senso antico di "Stato"; i dogi della repubblica di Genova furono sempre espressione della classe nobiliare e dal 1637 insigniti del titolo di "re di Corsica, Cipro e Gerusalemme". Si veda: Ettore Rota, ''Le origini del Risorgimento'', casa editrice Vallardi, 1948.</ref> ||align="left"| In mano regge il [[caduceo]] di Mercurio, simboleggiante il commercio, e indossa l'abito dei [[Doge (Repubblica di Genova)|Dogi di Genova]]
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| [[Milano]]<br/>[[File:Coat of arms of the House of Visconti (1277).svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||286-402: capitale dell'[[Impero romano d'Occidente]]<br/>1259-1395: capitale della [[Signoria di Milano]]<br/>1395-1797: capitale del [[Ducato di Milano]]
| align="left" | Lo scudo presenta il [[Biscione (araldica)|biscione]], simbolo dei [[Visconti]], e la [[Stemma e gonfalone di Milano|croce comunale]], che è legata al [[Carroccio]]
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|[[Bologna]]<br/>[[File:Bologna-Stemma.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||La città è qui rappresentata perché la sua antichissima università è la fonte del diritto su cui si basa il potere degli stati nobiliari||align="left"| Porta la corona dottorale e i codici del [[Diritto]] che ricordano l'[[università di Bologna]], la più antica del mondo occidentale
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| [[Ravenna]]<br/>[[File:CoA civ ITA ravenna.png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||402-476: capitale dell'[[Impero romano d'Occidente]]<br/>493-540: capitale del [[Regno ostrogoto|Regno ostrogoto d'Italia]]<br/>584-751: capitale dell'[[Esarcato d'Italia|Esarcato bizantino d'Italia]] ||align="left"| Porta in mano un ramo di [[Pinus|pino]] per ricordare la celebre [[pineta di Classe]] e indossa i tipici abiti regali [[Impero bizantino|bizantini]] dell'[[esarcato d'Italia]]
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| [[Pisa]]<br/>[[File:Shield of the Republic of Pisa.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1000-1406: capitale della [[Repubblica di Pisa]]<ref>Il termine ''repubblica'' non va inteso nel senso moderno del termine, ossia contrapposto a ''monarchia'', ma nel senso antico di "Stato"; i governanti della repubblica di Pisa furono sempre espressione della classe nobiliare</ref> ||align="left"| Porta il [[berretto frigio]] e appoggia un ramo d'alloro sulla targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Per legge del 16 maggio 1878}}"
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|colspan=4 align="center"| <span style="font-size: 120%;">Targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Per legge del 16 maggio 1878}}" </span>|| [[File:Targa legge.png|100px]]
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| [[Amalfi]]<br/>[[File:Shield of the Republic of Amalfi.png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||839-1131: capitale del [[Ducato di Amalfi]]||align="left"| Appoggia una foglia di [[Palma (araldica)|palma]] sulla targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Per legge del 16 maggio 1878}}"; nello stemma è raffigurata la [[bussola]], che i navigatori amalfitani diffusero in Europa
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| [[Ferrara]]<br/>[[File:Ferrara-Stemma 2.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1208-1471: capitale della [[Signoria di Ferrara]]<br/>1471-1598: capitale del [[Ducato di Ferrara]]||align="left"| La [[Lira (strumento musicale)|lira]], sacra ad [[Apollo]], rappresenta la colta corte degli [[este]]nsi, che ospitò [[Torquato Tasso]] e [[Ludovico Ariosto]]
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| [[Firenze]]<br/>[[File:Stemma di Firenze dal 1251.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1532-1569: capitale del [[Ducato di Firenze]]<br/>1569-1859: capitale del [[Granducato di Toscana]]||align="left"| È incoronata con il [[laurus nobilis|lauro]] come [[Dante Alighieri]], e il suo aspetto ricorda [[Beatrice Portinari|Beatrice]]; sullo stemma è presente il [[Giglio di Firenze|giglio fiorentino]]
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[[File:Altare della Patria-July 2016 (13).jpg|thumb|left|upright|Il propileo di destra del Vittoriano, quello dedicato alla libertà dei cittadini. Sotto il propileo si riconosce uno dei due portoni che conducono agli spazi interni del Vittoriano]]
Continuando a salire la scalinata oltre la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' si arriva all'elemento architettonicamente più imponente e vistoso del Vittoriano: il grande portico con colonne in [[Ordine corinzio|stile corinzio]], leggermente incurvato, situato sulla sommità del monumento, che è inserito tra due [[propileo|propilei]] a tempietto e che è chiamato "sommoportico" per la sua posizione sopraelevata
Il sommoportico, che è lungo 72 metri
Ciascun propileo ha come coronamento due statue bronzee raffiguranti [[Quadriga|quadrighe]], ovvero veloci carri a due ruote trainati da quattro cavalli, che sono sormontate da ''[[Vittoria (divinità)|Vittorie alate]]'' riproponenti le sinergie architettoniche ed espressive degli [[Arco trionfale|archi di trionfo]]: il significato allegorico della "quadriga", fin dall'antichità, è infatti quello del trionfo e della vittoria
[[File:062AltarePatria.jpg|thumb|Particolare del colonnato del sommoportico]]
Le due quadrighe, come dichiarano espressamente le iscrizioni [[lingua latina|latine]] poste sui [[Frontone|frontoni]] dei sottostanti propilei, simboleggiano la [[libertà]] dei cittadini (rappresentata dalla scritta sul propileo di destra: "{{maiuscoletto|Civium Libertati}}") e l'unità della patria ("{{maiuscoletto|Patriae Unitati}}", che è invece è sul propileo di sinistra), ovvero i due concetti legati metaforicamente, come già accennato, alla figura di re Vittorio Emanuele II di Savoia e allegoricamente all'intero monumento con il concetto di "Italia libera e unita"
I concetti "libertà dei cittadini" e "unità della patria" riassumono anche le tematiche fondamentali<ref name=quirinale/> che hanno caratterizzato l'inizio e la fine del contributo dato da Vittorio Emanuele II al Risorgimento
Nel 2000, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico, tenutasi al Vittoriano, il presidente [[Carlo Azeglio Ciampi]] disse agli studenti, a proposito delle scritte sui propilei: ''Tutte le "anime" del Risorgimento si trovarono unite nelle due scritte che vediamo lassù in alto, sulla sommità dei due propilei: "Alla Unità della Patria; Alla Libertà dei Cittadini". E' un binomio bellissimo: l'Italia repubblicana, con la Costituzione del '48, lo ha confermato quale suo fondamento.''<ref name=ciampi/>
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All'interno dei frontoni dei due propilei si trovano gruppi scultorei che hanno lo stesso tema delle rispettive quadrighe sovrastanti
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
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| width=130 | '''Immagini'''
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| align="left"| ''Libertà dei cittadini'' ||align="left"| [[Bassorilievo]] del propileo di destra formato da cinque figure, di cui una centrale, verso la quale ruotano le altre quattro, che rappresenta allegoricamente la libertà dei cittadini. Sull'architrave si trova l'iscrizione {{maiuscoletto|Civium Libertati}} ("alla libertà dei cittadini")
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| align="left"| ''Unità della Patria'' ||align="left"| Bassorilievo del propileo di sinistra formato da cinque figure, di cui una centrale, verso la quale ruotano le altre quattro, che rappresenta allegoricamente l'unità della patria. Sull'architrave si trova l'iscrizione {{maiuscoletto|Patriae Unitati}} ("all'unità della patria")
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Dall'epoca in cui fu realizzato il Vittoriano, i criteri di individuazione delle regioni italiane, e spesso anche la loro denominazione, sono cambiati nel corso dei decenni.
* La [[Valle d'Aosta]] e il [[Piemonte]] sono rappresentati da una sola statua, dato che formavano una sola entità: la regione [[Valle d'Aosta]] fu istituita solo nel 1948.<ref>La [[provincia di Aosta]] fu istituita nel 1927, come parte del Piemonte. Si veda {{cita web|url= http://www.araldicacivica.it/enti-abrogati/province-scomparse/provincia-di-aosta/|titolo= Provincia di Aosta|accesso= 27 febbraio 2018|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180227215905/http://www.araldicacivica.it/enti-abrogati/province-scomparse/provincia-di-aosta/|dataarchivio= 27 febbraio 2018}}<br/>Durante il fallito [[tentativo di annessione della Valle d'Aosta alla Francia]], che avvenne negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, il governo italiano ordinò la soppressione della vecchia provincia di Aosta con [[decreto legislativo luogotenenziale]] n. 545 del 7 settembre 1945 e la riaccorpò alla [[provincia di Torino]]. Si veda {{Cita legge italiana|tipo= DLL|anno= 1945|mese= 09|giorno= 07|numero= 545|titolo= Ordinamento amministrativo della Valle d'Aosta.|articolo= 1|originale= si}}.<br/>Nel 1948, a conflitto terminato e chiarita la rinuncia francese all'area, la provincia di Aosta fu ricostituita nella forma di [[Regione italiana a statuto speciale|regione autonoma a statuto speciale]]. Si veda {{Cita legge italiana|tipo= LC|anno= 1948|mese= 02|giorno= 26|numero= 4|titolo= Statuto speciale per la Valle d'Aosta.|articolo= 1|originale= si}}</ref>
* Il [[Tre Venezie|Triveneto]] fu rappresentato come un'unica regione
* L'[[Abruzzo]] e il [[Molise]] erano concepiti come un'unica regione ([[Abruzzi e Molise]]) e tali sarebbero
* L'[[Emilia-Romagna]] era chiamata semplicemente [[Emilia]],<ref>{{cita web|url= http://www.nomix.it/origine-nome-regioni-italiane.php|titolo= L'origine dei nomi delle Regioni|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180105011555/http://www.nomix.it/origine-nome-regioni-italiane.php|dataarchivio= 5 gennaio 2018}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.sapere.it/enciclopedia/Em%C3%AClia-Romagna.html|titolo= Emilia-Romagna|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120321170404/http://www.sapere.it/enciclopedia/Em%C3%AClia-Romagna.html|dataarchivio= 21 marzo 2012}}</ref> mentre la [[Basilicata]] era chiamata [[Lucania]].<ref>{{cita web|url= http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=45860&r=5660|titolo= Dizionario d'ortografia e di pronunzia|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20111217081110/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=45860&r=5660|dataarchivio= 17 dicembre 2011}}.</ref>
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=== Gli spazi interni ===
Agli spazi interni del sommoportico e dei propilei si accede grazie a due scalinate d'ingresso trionfali situate in corrispondenza di ciascun propileo
La descrizione delle ''Vittorie alate'' su colonne trionfali è la seguente:
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[[File:2014-03-29 Altare della Patria.jpg|thumb|Il Vittoriano, sulla cui sommità svettano il sommoportico e i due propilei, che sono sovrastati da altrettante statue di quadrighe]]
Superato l'ingresso di ciascun propileo
Anche i mosaici degli spazi interni dei propilei hanno come soggetto la rappresentazione metaforica delle virtù e dei sentimenti, molto spesso resi come [[Personificazione|personificazioni allegoriche]], che hanno animato gli italiani durante il Risorgimento
La decorazione del soffitto del propileo di sinistra venne affidata a [[Giulio Bargellini]]; in questi mosaici egli adottò accorgimenti tecnici innovativi, come l'uso di materiali di varia natura e di tessere di dimensioni diverse e inclinate in modo da creare studiati riflessi luminosi; inoltre è da notare come le linee delle [[rappresentazione (arti figurative)|raffigurazioni]] [[mosaico|musive]] proseguano verso quelle delle colonne sottostanti
[[File:Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II, Rome (15228831322).jpg|thumb|left|Scorcio delle decorazioni interne del soffitto di uno dei due propilei]]
I mosaici del Bargellini raffigurati lungo la parte più elevata delle pareti verticali rappresentano figurativamente ''La [[Fede]]'' (che è allegoricamente resa dalla raffigurazione del [[popolo]] che consacra i propri figli alla [[patria]], con lo sfondo che è costituito da una città che ricorda [[Gerusalemme]]), ''La [[Forza (filosofia)|Forza]]'' (un [[Guerriero (araldica)|guerriero]] che accompagna un giovane all'incontro con una donna armata di spada), ''Il [[Lavoro]]'' (personificato da una famiglia di [[Agricoltore|agricoltori]] che si ritrova insieme dopo una giornata sui campi) e ''La [[Sapienza (filosofia)|Sapienza]]'' (rappresentato da un [[Docente|maestro]] in [[cattedra]] di fronte ai suoi alunni seduti sui banchi)
La decorazione del soffitto del propileo di destra fu invece affidata ad [[Antonio Rizzi (pittore)|Antonio Rizzi]]
Rizzi rappresentò, lungo la parte più elevata delle pareti verticali, ''La Legge'' (che è composta dalle allegorie della ''[[Giustizia]]'' seduta sul [[trono]], della ''Sapienza'', della ''[[Ricchezza]]'', della ''[[Prudenza]]'', della ''[[Forza (filosofia)|Fortezza]]'' e della ''[[Temperanza]]'', ognuna con i suoi classici attributi), ''Il [[Valore morale|Valore]]'' (rappresentata da un giovane che [[tempra]] la sua spada sulle ali della ''[[Libertà]]'' e che è attorniato dai fondatori della [[Italici|stirpe italica]], tra cui [[Enea]] e [[Ascanio]]), ''La [[Pace]]'' (impersonata da una figura femminile che regge un [[Covone|fascio di grano]] e da altre figure che portano i frutti della terra, mentre [[Columbidae|colombe]] bianche volano verso una fonte d'acqua) e ''L'Unione'' (rappresentata dall'incontro tra un giovane e ''La [[Poesia]]'') [[File:Altare della Patria-July 2016 (95).jpg|thumb|Scorcio delle decorazioni interne della parete frontale al colonnato del sommoportico]]
Le porte interne che conducono dai due propilei al sommoportico sono ornate di sculture allegoriche rappresentanti le arti: l<nowiki>'</nowiki>''[[Architettura]]'' e la ''[[Musica]]'', che si trovano nel vestibolo di sinistra e che sono opera di [[Antonio Garella]], e la ''[[Pittura]]'' e la ''[[Scultura]]'', che sono situate nel vestibolo di destra e che sono state realizzate da [[Lio Gangeri]]
Il "soffitto delle scienze" deve il suo nome alle sculture in bronzo di [[Giuseppe Tonnini]] collocate all'interno del sommoportico che rappresentano le ''Allegorie delle Scienze'' (costituite da figure femminili che rappresentano la ''[[Geometria]]'' con [[Compasso (strumento)|compasso]] e [[Squadra (strumento)|squadra]], la ''[[Chimica]]'' con [[Storta (vetreria)|storta]] e [[distillatore]], la ''[[Fisica]]'' con [[lanterna]] e [[barometro]], la ''[[Mineralogia]]'' con un cristallo di [[quarzo]], la ''[[Meccanica (fisica)|Meccanica]]'' con [[Ingranaggio|ruota dentata]], la ''[[Medicina]]'' con [[Coppa (contenitore)|coppa]] e [[bastone di Asclepio]], l<nowiki>'</nowiki>''[[Astronomia]]'' con il [[Zodiaco|globo dello zodiaco]] e [[sestante]] e la ''[[Geografia]]'' con [[goniometro]] e [[Terra|globo terrestre]])
== La cripta interna del Milite Ignoto ==
[[File:L'arrivo della salma del Milite Ignoto al Vittoriano.jpg|thumb|left|L'arrivo della bara del Milite Ignoto all'Altare della Patria (4 novembre 1921)]]
La cripta del Milite Ignoto, come già accennato, è un locale situato sotto la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' a cui si accede dal [[Sacrario delle Bandiere]], da cui è possibile vedere il lato del [[sacello]] del Milite Ignoto che dà verso gli spazi interni del Vittoriano
L'epigrafe della parte interna della pietra sepolcrale del Milite Ignoto riporta la scritta "{{maiuscoletto|[[Ignoto militi|Ignoto Militi]]}}" e le date di inizio e di fine della partecipazione italiana al primo conflitto mondiale, ovvero "{{maiuscoletto|Xxiv Maggio Mcmxv}}" (24 maggio 1915) e "{{maiuscoletto|Iv Novembre Mcmxviii}}" (4 novembre 1918)
Al Milite Ignoto, il 1º novembre 1921<ref name="Tobia|p. 82">{{Cita|Tobia|p. 82}}.</ref>, fu conferita la [[medaglia d'oro al valor militare]], massima decorazione militare italiana, con una motivazione che fu riportata anche sul lato del suo sacello che si trova internamente al Vittoriano, nell'omonima cripta
{{citazione|{{maiuscoletto|Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria}}}}
[[File:Sarcofago del soldato ignoto.jpg|thumb|La bara del Milite Ignoto non ancora inumata all'Altare della Patria]]
Sulla porta del simulacro è invece presente il seguente [[epitaffio]]
{{citazione|{{maiuscoletto|Ignoto il nome - folgora il suo spirito - dovunque è l'Italia - con voce di pianto e d'orgoglio - dicono - innumeri madri: - è mio figlio}}}}
La medaglia al valor militare, il 12 ottobre 1921, era stata preceduta dalla ''[[Medal of Honor]]'', massima decorazione militare assegnata dal [[Governo federale degli Stati Uniti d'America]]
[[File:Sacello Milite Ignoto Roma.jpg|thumb|left|Il sacello del Milite Ignoto visibile dalla cripta interna al Vittoriano]]
La cripta del Milite Ignoto è opera dell'architetto [[Armando Brasini]]
Le pareti della cripta sono decorate da un [[mosaico]] di [[Mosaico bizantino|stile bizantino]] che è opera di [[Giulio Bargellini]]
Parti della cripta e del sepolcro sono state realizzate con [[Roccia|materiali lapidei]] provenienti dalle montagne che furono teatro degli scontri della prima guerra mondiale: il pavimento è in marmo del [[Carso]] mentre il piccolo altare per le funzioni religiose è stato realizzato in unico blocco di pietra proveniente dal [[monte Grappa]]
== Note ==
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