Opere architettoniche e artistiche del Vittoriano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
PGS 1984 (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Annullata la modifica 122966356 di Gustavo La Pizza (discussione) Rimozione ingiustificata di contenuti
Etichetta: Annulla
Riga 2:
[[File:Vittoriano, detail, Rome, Italy.jpg|thumb|upright=1.5|Scorcio delle opere artistiche e architettoniche del Vittoriano]]
 
Le '''opere architettoniche e artistiche del [[Vittoriano]]''', [[monumento nazionale]] [[italia]]no situato a [[Roma]], sul versante settentrionale del [[Campidoglio|colle del Campidoglio]] a [[Roma]], rappresentano, tramite [[allegorie]] e [[Personificazione|personificazioni]], le [[virtù]] e i [[Sentimento|sentimenti]] che hanno animato gli [[italiani]] durante il [[Risorgimento]], il periodo durante il quale l'[[Italia]] ha conseguito la propria [[unità nazionale]] e la liberazione dalla dominazione straniera.<ref name="Levi|p. 316">{{Cita|Levi|p. 316}}.</ref>. Per tale motivo il Vittoriano è considerato uno dei [[simboli patri italiani]].<ref name=quirinale>{{cita web|url= http://www.quirinale.it/qrnw/simboli/vittoriano/vittoriano.html|titolo= L'Altare della Patria|accesso= 1º gennaio 2018}}</ref>.
 
Fu il progettista del monumento, [[Giuseppe Sacconi]], che decise di porre solamente opere d'arte esclusivamente allegoriche, perché riteneva che solo attraverso un'arte priva di ogni riferimento alla contemporaneità si potesse dare al monumento un valore universale, che non risentisse dello scorrere del tempo. Sacconi dovette ripetutamente contrastare le varie proposte di porre all'interno dell'edificio anche opere d'arte che rappresentassero personaggi e fatti storici precisi, eccettuatoal naturalmentedi relà, [[Vittorionaturalmente Emanueledel II dire Savoia|Vittorio Emanuele II]], a cui il monumento è dedicato.
 
Centro architettonico del Vittoriano è la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', unica rappresentazione non allegorica presente nel monumento.<ref name=quirinale/><ref name="Levi|p. 323">{{Cita|Levi|p. 323}}.</ref>. Il termine "Vittoriano" deriva proprio dal nome Vittorio Emanuele II di Savoia, primo [[Re d'Italia|re dell'Italia unita]] e, uno dei protagonisti del Risorgimento e del [[Proclamazione del Regno d'Italia|processo di unificazione italiana]], tantotant'è che viene indicato dalla storiografia come uno dei quattro "[[Pater Patriae|Padri della Patria]]"<ref name=quirinale/>, insieme a [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], per la sua opera politica e diplomatica, a [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]], per le sue impreseazioni militari, e a [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]], il cui pensiero ha illuminato la mente e le azioni dei patrioti italiani.
 
== Pianta del Vittoriano ==
Riga 46:
[[File:Rione II Trevi, 00187 Roma, Italy - panoramio (33).jpg|thumb|left|La scalinata d'ingresso al Vittoriano, che porta all'Altare della Patria, visibile al centro dell'immagine, sotto la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II''. Sulla sommità del Vittoriano si possono notare i due propilei laterali e l'imponente colonnato centrale del sommoportico]]
 
Il Vittoriano, trovandosi sul colle del Campidoglio, è situato nel [[Centro storico di Roma|centro]] simbolico della [[Civiltà romana|Roma antica]] ed è collegato a quella moderna grazie a strade che dipartono a raggiera da piazza Venezia.<ref name="Coppola|p. 39">{{Cita|Coppola|p. 39}}.</ref>. Il complesso monumentale del Vittoriano è alto 70 metri (81 metri se si comprendono le quadrighe di coronamento dei due [[Propileo|propilei]]), largo 135 metri, profondo 130 metri, occupa una superficie di {{formatnum:17550}} metri quadrati e possiede, grazie al cospicuo sviluppo degli spazi interni, una superficie calpestabile di {{formatnum:717000}} metri quadrati.<ref name=quirinale/><ref name="Tobia|p. 60">{{Cita|Tobia|p. 60}}.</ref><ref name="Coppola|p. 81">{{Cita|Coppola|p. 81}}.</ref>.
 
La scalinata d'ingresso è larga 41 metri e lunga 34 metri, mentre la terrazza dove è situato l'Altare della Patria è larga 66 metri.<ref name="Tobia|p. 60"/>. La profondità massima dei sotterranei del Vittoriano raggiunge la quota di 17 metri sotto il livello stradale.<ref name="Coppola|p. 81"/>. Il colonnato è formato da colonne alte 15 metri, mentre la lunghezza del porticato è pari a 72 metri.<ref name="Coppola|p. 81"/>. Dal giugno 2007 è possibile salire alla terrazza delle quadrighe usufruendo di un ascensore:<ref name=comearrivare>{{cita web|url= https://www.comearrivare.eu/lazio/altare-della-patria-vittoriano.php|titolo= Come arrivare all'Altare della Patria (Vittoriano)?|accesso= 7 gennaio 2018}}</ref>: questa terrazza, che è la più alta del monumento, è anche raggiungibile tramite 196 scalini che partono dal sommoportico.<ref>{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/terrazze-vittoriano/1.html|titolo=Panorama mozzafiato dalle terrazze del Vittoriano|accesso=4 febbraio 2018}}</ref>.
 
Uno degli elementi architettonicamente preponderanti del Vittoriano sono le scalinate esterne, che sono costituite nel complesso da 243 gradini, e il [[portico]] situato sulla sommità del monumento, che è inserito tra due [[Propileo|propilei]] laterali.<ref name="Coppola|p. 81"/>. Il portico del Vittoriano è chiamato "sommoportico" per la sua posizione sopraelevata: "sommo", in [[Lingua italiana|italiano]], significa infatti "alto", "grande", "parte più elevata".<ref name="sommo">{{Treccani|sommo1|Sómmo|accesso=26 febbraio 2016|v=1}}</ref>. Altro elemento architettonicamente rilevante è l'ampio [[colonnato]] di [[ordine corinzio]] che caratterizza il sommoportico e i due propilei.<ref name=Agnew231>{{Cita|Agnew|p. 231}}.</ref>.
[[File:Aracoeli-fachada.jpg|thumb|La basilica dell'Ara Coeli. Sulla sinistra si intravede il Vittoriano]]
 
Le [[Allegoria|allegorie]] (ovvero i concetti astratti espressi attraverso immagini concrete) che sono presenti nelle opere artistiche del Vittoriano rappresentano perlopiù le [[virtù]] e i [[Sentimento|sentimenti]], molto spesso resi come [[Personificazione|personificazioni]], che hanno animato gli italiani durante il [[Risorgimento]], ovvero dai [[moti del 1820-1821]] alla [[presa di Roma]] (1870), grazie ai quali è stata realizzata l'unità nazionale<ref name="Levi|p. 316">{{Cita|Levi|p. 316}}.</ref>. Nel Vittoriano è cospicua la presenza di statue rappresentanti [[Vittoria (divinità)|Vittorie alate]], sia in [[marmo]] che in [[bronzo]], che simboleggiano il buon [[Auspicia|auspicio]] avuto per la realizzazione dell'[[Proclamazione del Regno d'Italia|unità nazionale italiana]].<ref name="Quarta"/>.
 
Sono numerose anche le opere artistiche che richiamano la [[Civiltà romana|storia dell'antica Roma]].<ref name=Agnew231/>. Fin dalla sua inaugurazione il complesso del Vittoriano celebra infatti anche la grandezza e la maestà di Roma, che è eletta al ruolo di legittima capitale d'Italia.<ref name="Ugolini|p. 7">{{Cita|Ugolini|p. 7}}.</ref>. Diversi poi sono i simboli [[Plantae|vegetali]] presenti, fra i quali la [[Arecaceae|palma]], che simboleggia la "[[Nike (mitologia)|vittoria]]", la [[Quercus|quercia]] (la "[[Fortezza (virtù)|forza]]"), l'[[Laurus nobilis|alloro]] (la "[[pace]] vittoriosa"), il [[Myrtus|mirto]] (il "[[sacrificio]]") e l'[[Olea europaea|ulivo]] (la "[[Concordia (divinità)|concordia]]").<ref name=quirinale/>. Tutte le opere d'arte realizzate per il Vittoriano hanno impegnato i maggiori artisti allora attivi in Italia.<ref name=TCI>Guida rossa del TCI, volume Roma, edizione del 2004, p. 203</ref>.
[[File:Wk27.JPG|thumb|left|Il Vittoriano innevato]]
 
Nel Vittoriano sono diffusi significati allegorici chiari e univoci, secondo le intenzioni dei loro realizzatori. Secondo alcuni autori,<ref name=Agnew238>{{Cita|Agnew|p. 238}}.</ref>, questo obiettivo non fu però raggiunto, visto che le opere, a loro parere, hanno spesso subito delle interpretazioni ambigue. Chi sostiene quest'ambivalenza intrinseca del Vittoriano ne trova le cause nel Risorgimento che, secondo la [[Revisionismo del Risorgimento|visione revisionistica]], fu caratterizzato da una natura duale: da una parte ci sarebbero stati i patrioti, dall'altra la maggioranza silenziosa, formata principalmente da contadini e dalla classe media, che sarebbe rimasta indifferente al processo di unificazione italiana. Gli stessi patrioti avevano vedute diverse sul futuro sistema di governo italiano: fin dall'inizio furono infatti divisi in [[Centralismo|centralisti]] e [[Federalismo in Italia|federalisti]], in monarchici e repubblicani;<ref name=Agnew238/>; tutti, in ogni caso, si riconoscevano nella stessa bandiera tricolore e condividevanocondivideano gli stessi ideali di unità e di indipendenza.<ref>{{cita libro|curatore= Maurizio Ridolfi|titolo= Almanacco della Repubblica: storia d'Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le simbologie repubblicane|editore= Mondadori|anno= 2003|ISBN=88-424-9499-2|url= http://books.google.it/books?id=MuTF4BEaChYC&pg=PA169&dq=altare+della+patria&hl=it&sa=X&ei=qqC-U9PyEOj-ygPe84LwBw&ved=0CDwQuwUwAg#v=onepage&q=altare%20della%20patria&f=false|cid= Ridolfi}}</ref>.
 
A questo va aggiunto il fatto che il Vittoriano è stato utilizzato come simbolo da due classi dirigenti molto differenti, soprattutto nel modo con cui comunicavano i loro messaggi politici: l'Italia [[Stato liberale|liberale]] e quella [[Storia del fascismo italiano|fascista]].<ref name=Agnew238/> Se l'Italia liberale vedeva nel Vittoriano un [[tempio]] [[laico]] dedicato [[Metafora|metaforicamente]] all'Italia [[Libertà|libera]] e [[Unità nazionale|unita]], e celebrante il sacrificio per la patria e per gli ideali ad essa collegati,<ref name="difesa">{{cita web|url= http://www.difesa.it/Ministro/Uffici_diretta_collaborazione/UfficioCerimoniale/Vittoriano/Pagine/Il_Vittoriano.aspx|titolo= Il Vittoriano|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140714124233/http://www.difesa.it/Ministro/Uffici_diretta_collaborazione/UfficioCerimoniale/Vittoriano/Pagine/Il_Vittoriano.aspx|dataarchivio= 14 luglio 2014}}</ref><ref name="Levi|p. 324" /><ref name="Tobia|p. 109">{{Cita|Tobia|p. 109}}.</ref> il fascismo considerava il monumento principalmente come un palcoscenico dove ostentare la potenza militare aggressiva del Paese.<ref name="Tobia|p. 103">{{Cita|Tobia|p. 103}}.</ref>
[[File:Rome 26.JPG|thumb|Il Vittoriano di notte]]
Se l'Italia liberale vedeva nel Vittoriano un [[tempio]] [[laico]] dedicato [[Metafora|metaforicamente]] all'Italia [[Libertà|libera]] e [[Unità nazionale|unita]], e celebrante il sacrificio per la patria e per gli ideali ad essa collegati<ref name=difesa>{{cita web|url= http://www.difesa.it/Ministro/Uffici_diretta_collaborazione/UfficioCerimoniale/Vittoriano/Pagine/Il_Vittoriano.aspx|titolo= Il Vittoriano|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140714124233/http://www.difesa.it/Ministro/Uffici_diretta_collaborazione/UfficioCerimoniale/Vittoriano/Pagine/Il_Vittoriano.aspx|dataarchivio= 14 luglio 2014}}</ref><ref name="Levi|p. 324"/><ref name="Tobia|p. 109">{{Cita|Tobia|p. 109}}.</ref>, il fascismo considerava il monumento principalmente come un palcoscenico dove ostentare la potenza militare aggressiva del Paese<ref name="Tobia|p. 103">{{Cita|Tobia|p. 103}}.</ref>.
Da un punto di vista stilistico, l'architettura e le opere d'arte che impreziosiscono il Vittoriano sono state concepite con l'obiettivo di creare uno "stile nazionale", un modello da utilizzare poi anche in altri ambiti.<ref name="difesa" /> Era questa, infatti, l'esigenza manifestata dai critici d'arte in quei primi decenni di unità, in cui la nazione metteva a punto la propria identità anche dal punto di vista artistico. Questo "stile nazionale", secondo [[Camillo Boito]] che ne fu il teorico, non poteva essere ''nuovo di pianta'', ma anzi, per avere indole compiutamente nazionale, avrebbe dovuto collegarsi alle architetture italiane del passato; lo studio dei classici, però, doveva essere considerato un punto di partenza e non di arrivo.<ref>{{Cita libro|titolo=Primo congresso degli ingegneri ed architetti italiani in Milano - atti|editore=Tipog. e Litog. degli ingegneri, 1873|p=88}}</ref> Questa era la responsabilità sentita dal Sacconi nel suo progetto. In tale ambito, per la realizzazione del Vittoriano, Giuseppe Sacconi prese spunto dall'[[architettura neoclassica]], l'erede dell'architettura classica [[architettura greca classica|greca]] e [[Architettura romana|romana]], sulla quale furono innestati elementi italici secondo lo spirito dell'[[Eclettismo]].<ref>{{Cita|Tobia|p. 41}}.</ref> Il Sacconi tenne presente anche lo stile architettonico in voga durante il [[Secondo Impero francese]] di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] (1852-1870), che fu assai comune nei nuovi edifici costruiti a Parigi in quel periodo, portando alla [[Trasformazione di Parigi sotto il Secondo Impero|completa trasformazione della capitale francese]];<ref name="Agnew232">{{Cita|Agnew|p. 232}}.</ref> questo stile era infatti l'unico che egli apprezzasse tra quelli a lui contemporanei, pur non condividendone l'eccessivo decorativismo e la sontuosità.<ref>{{Cita|Mariano 2004|pp. 102-110}}.</ref>
 
Da un punto di vista stilistico, l'architettura e le opere d'arte che impreziosiscono il Vittoriano sono state concepite con l'obiettivo di creare uno "stile nazionale", un modello da utilizzare poi anche in altri ambiti.<ref name="difesa" />. Era questa, infatti, l'esigenza manifestata dai critici d'arte in quei primi decenni di unità, in cui la nazione metteva a punto la propria identità, anche dal punto di vista artistico. Questo "stile nazionale", secondo [[Camillo Boito]] che ne fu il teorico, non poteva essere ''nuovo di pianta'', ma anzi, per avere indole compiutamente nazionale, avrebbe dovuto collegarsi alle architetture italiane del passato; lo studio dei classici, però, doveva essere considerato un punto di partenza e non di arrivo.<ref>{{Cita libro|titolo=Primo congresso degli ingegneri ed architetti italiani in Milano - atti|editore=Tipog. e Litog. degli ingegneri, 1873|p=88}}</ref>. Questa era la responsabilità sentita dal Sacconi nel suo progetto. In tale ambito, per la realizzazione del Vittoriano, Giuseppe Sacconi prese spunto dall'[[architettura neoclassica]], l'erede dell'architettura classica [[architettura greca classica|greca]] e [[Architettura romana|romana]], sulla quale furono innestati elementi [[italici]] secondo lo spirito dell'[[Eclettismo]].<ref>{{Cita|Tobia|p. 41}}.</ref>. Il Sacconi tenne presente anche lo stile architettonico in voga durante il [[Secondo Impero francese]] di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] (1852-1870), che fu assai comune nei nuovi edifici costruiti a Parigi in quel periodo, portando alla [[Trasformazione di Parigi sotto il Secondo Impero|completa trasformazione della capitale francese]];<ref name="Agnew232">{{Cita|Agnew|p. 232}}.</ref>; questo stile era infatti l'unico che egli apprezzasse tra quelli a lui contemporanei, pur non condividendone l'eccessivo decorativismo e la sontuosità.<ref>{{Cita|Mariano 2004|pp. 102-110}}.</ref>.
 
== Le fontane dei due mari ==
Addossate al basamento esterno del Vittoriano, ai lati della cancellata d'ingresso di piazza Venezia, si trovano le "fontane dei due mari", che sono dedicate, rispettivamente, al [[mare Adriatico]] e al [[mar Tirreno]]. Entrambe le [[Fontana|fontane]] sono inserite in un'aiuola e possiedono, fin dall'origine, un sistema idraulico che ne ricicla l'acqua evitando gli sprechi.<ref name="Coppola|p. 82">{{Cita|Coppola|p. 82}}.</ref>. Un tempo era anche attiva una cisterna da cinquecentomila litri d'acqua, poi abbandonata, che si trova nei sotterranei del monumento.<ref name="Coppola|p. 82"/>.
 
La presenza delle fontane dei due mari ai fianchi dell'ingresso è simbolica, visto che rappresentano i due maggiori mari italiani maggiori, il mare Adriatico e il mar Tirreno, costeggianti le rive laterali della [[penisola italiana]], che è invece simboleggiata dal Vittoriano.<ref name=difesa/>. In questo modo è rappresentato, anche geograficamente, l'intero Paese.<ref name=difesa/>. A destra della fontana dell'Adriatico si osservano i resti del [[Sepolcro di Gaio Publicio Bibulo]], monumento dell'[[Repubblica romana|epoca repubblicana]], importante punto di riferimento per la toponomastica romana antica.<ref name=TCI1925/>.
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 78 ⟶ 80:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| align="left"| ''Fontana dell'Adriatico'' ||align="left"|Si trova a sinistra dell'ingresso al Vittoriano. È una personificazione allegorica che rappresenta il mare Adriatico, con un braccio rivolto a [[Est|Oriente]] e quell'altro che poggia su un [[Leone di San Marco]], che simboleggia la città di [[Venezia]].<ref name=quirinale/>|| align="left" | [[Emilio Quadrelli]]|| align="center"| [[File:Fontana dell'Adriatico - Vittoriano, Roma.jpg|150px]]
|-
| align="left"| ''Fontana del Tirreno'' ||align="left"|Si trova a destra dell'ingresso al Vittoriano. È una personificazione allegorica che rappresenta il [[mar Tirreno]], sdraiato sulla [[lupa capitolina]] e con un braccio poggiante su una scultura su cui è scolpita la [[Partenope (sirena)|sirena Partenope]] a simboleggiare, rispettivamente, le città di [[Roma]] e di [[Napoli]].<ref name=quirinale/>|| align="left" |[[Pietro Canonica]]|| align="center"| [[File:Vittoriano - panoramio (3).jpg|100px]]
|-
|}
Line 88 ⟶ 90:
[[File:Piazza Venezia in rome.40.JPG|thumb|left|La cancellata artistica che chiude l'ingresso del Vittoriano]]
 
IlLe Vittoriano,scalinate nelesterne complesso,del appareVittoriano comesi unaadattano sortaai difianchi rivestimento marmoreoascendenti del versante settentrionale del colle del Campidoglio:<ref name="Coppola|p. 37" /> le scalinate esterne del Vittoriano si adattano ai fianchi ascendenti del colle e conducono, partendo dall'ingresso di piazza Venezia, alla terrazza dell'Altare della Patria, poi alla terrazza delle città [[Irredentismo italiano|redente]], che è quella immediatamente al di sotto del colonnato del sommoportico, e infine alle terrazze dei due propilei, che si affiancano al sommoportico costituendone i due ingressi.<ref name=Agnew232/><ref name="Coppola|p. 37">{{Cita|Coppola|p. 37}}.</ref><ref name="Tobia|p. 56"/> .

Il monumentoVittoriano è stato ideato come un grande [[Foro (urbanistica)|foro]] aperto ai cittadini, una sorta di piazza sopraelevata nel cuore della capitale organizzata come un'[[agorà]] su tre livelli: dove sono ampi gli spazi sono riservati al transito e alla sosta dei visitatori, edi cui le scalinate e le terrazze ne costituiscono l'elemento fondamentale.<ref name="Agnew232" /><ref name="Coppola|p. 11">{{Cita|Coppola|p. 11}}.</ref>[[File:Romemarch11.JPG|thumb|La terrazza dell'Altare della Patria, situato al termine della scalinata d'ingresso al Vittoriano, che si scorge sulla sinistra, tra i due pennoni su cui sventolano altrettante bandiere italiane. La scalinata d'accesso all'Altare della Patria si intravede invece sulla destra]]
 
Il monumento, nel complesso, appare come una sorta di rivestimento marmoreo del versante settentrionale del colle del Campidoglio<ref name="Coppola|p. 37"/>: è stato quindi pensato come un luogo dov'è possibile compiere una passeggiata patriottica ininterrotta (il percorso non ha infatti una fine architettonica, dato che gli ingressi alla parte più elevata sono due, una per ciascun propileo) tra le opere presenti, che hanno quasi tutte significati [[Allegoria|allegorici]] legati alla [[storia d'Italia]]<ref name="Tobia|p. 116"/>.
[[File:Romemarch11.JPG|thumb|La terrazza dell'Altare della Patria, situato al termine della scalinata d'ingresso al Vittoriano, che si scorge sulla sinistra, tra i due pennoni su cui sventolano altrettante bandiere italiane. La scalinata d'accesso all'Altare della Patria si intravede invece sulla destra]]
 
Il percorso lungo la scalinata continua anche oltre la tomba del Milite Ignoto a rappresentare simbolicamente un corteo di italiani continuo e senza interruzioni che prosegue la sua camminata fino al punto più elevato della costruzione, ovvero il sommoportico e i propilei<ref name=difesa/>. Il Vittoriano è stato pensato come un luogo dov'è possibile compiere una passeggiata patriottica ininterrotta (il percorso non ha infatti una fine architettonica, dato che gli ingressi alla parte più elevata sono due, una per ciascun propileo) tra le opere presenti, che hanno quasi tutte significati [[Allegoria|allegorici]] legati alla [[storia d'Italia]]<ref name="Tobia|p. 116">{{Cita|Tobia|p. 116}}.</ref>.
 
All'ingresso, come già accennato, è presente un'imponente scalinata che porta alla terrazza dell'Altare della Patria e del Milite Ignoto e che rappresenta la prima piattaforma sopraelevata del Vittoriano nonché il suo centro simbolico.<ref name="Tobia|p. 56" />. Il percorso lungo la scalinata continua anche oltre la tomba del Milite Ignoto, a rappresentare simbolicamente un corteo di italiani continuo e senza interruzioni che prosegue la sua camminata fino al punto più elevato della costruzione, ovvero: il sommoportico e i propilei.<ref name=difesa/> Il Vittoriano è stato pensato come un luogo dov'è possibile compiere una passeggiata patriottica ininterrotta (il percorso non ha infatti una fine architettonica, dato che gli ingressi alla parte più elevata sono due, una per ciascun propileo) tra le opere presenti, che hanno quasi tutte significati [[Allegoria|allegorici]] legati alla [[storia d'Italia]].<ref name="Tobia|p. 116">{{Cita|Tobia|p. 116}}.</ref>
 
La [[Cancello|cancellata]] artistica d'accesso al Vittoriano, che è opera di [[Manfredo Manfredi (architetto)|Manfredo Manfredi]], ha la particolarità di essere "a scomparsa", ossia di poter scorrere verticalmente nel sottosuolo grazie a dei binari.<ref name="Coppola|p. 82" />. L'impianto che permette l'abbassamento dell'inferriata, originariamente idraulico, era considerato all'epoca della sua costruzione tra i più avanzati tecnologicamente al mondo.<ref name="Coppola|p. 82" />. La cancellata d'ingresso ha una lunghezza di 40 metri e un peso di {{formatnum:10500}} tonnellate.<ref name="Coppola|p. 82" />.
 
=== La scalinata d'ingresso ===
Su entrambi i lati della scalinata d'ingresso si trovano una serie di sculture che accompagnano il visitatore verso l'Altare della Patria.<ref name="Tobia|p. 56"/>. Le prime sculture che si incontrano sono due gruppi scultorei in [[bronzo]] dorato,<ref name=quirinale/>, con soggetti ispirati al pensiero di [[Giuseppe Mazzini]],<ref name=difesa/>, ''Il [[Pensiero]]'' e ''L'[[Azione (filosofia)|Azione]]'' (rispettivamente, a sinistra e a destra della scalinata per chi proviene da piazza Venezia), a cui seguono due gruppi scultorei (anche in questo caso uno per parte) che raffigurano altrettanti ''[[Leone di San Marco|Leoni alati]]'' e infine, sulla sommità della scalinata, prima dell'inizio della terrazza dell'Altare della Patria, due ''[[Vittoria (divinità)|Vittorie alate]].''<ref name=TCI1925>Guida rossa del TCi volume Italia centrale edizione del 1925, p. 280.</ref><ref name="Tobia|p. 56"/>.
 
La presenza di queste figure non è casuale, visto che hanno un preciso significato simbolico.<ref name="Quarta">{{Cita|Quarta}}.</ref>. ''Il Pensiero'' e ''L'Azione'' sono stati infatti fondamentali nel processo di unificazione italiana, visto che sono necessari per far cambiare il corso della storia e per trasformare una società.<ref name="Quarta" />. La forma complessiva dei due gruppi scultorei richiama le caratteristiche intrinseche dei due concetti: ''L'Azione'' ha un profilo triangolare e spigoloso, mentre ''Il Pensiero'' ha una foggia circolare<ref name="Quarta" />.
{{clear}}
 
Line 109 ⟶ 118:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| align="left"| ''Il Pensiero'' ||align="left"|Si trova a sinistra della scalinata. Un [[Genio (divinità)|Genio alato]] bronzeo rappresenta ''Il [[Pensiero]]'', che poggia una mano sulla personificazione de ''La Saggezza'', da cui prende allegoricamente ispirazione, e che aiuta ''Il [[Popolo]]'' a risollevarsi incitato dalla dea [[Minerva]].<ref name="Quarta"/><ref name="lonardo"/>. La composizione è completata dal ''Genio della Guerra'' che affila le armi pronto alla lotta, e da ''La [[Eris (divinità)|Discordia]]'', che ha in mano una torcia e un [[Flagello (strumento)|flagello]], grazie ai quali mette in fuga ''La [[Tiranno|Tirannide]]'', che ormai è allo stremo.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Giulio Monteverde]]|| align="center"| [[File:Il Pensiero - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''L'Azione'' ||align="left"|Si trova a destra della scalinata. ''L'[[Azione (filosofia)|Azione]]'', resa allegoricamente da un gruppo di soldati dell'[[Regia Armata Sarda|esercito sabaudo]], solleva la [[bandiera d'Italia]] su cui sono riportati i termini "Italia" e "Vittorio", mentre un Leone di Venezia schiaccia l'oppressore, una donna con in mano una clava è pronta a gettarsi contro il nemico e un giovane [[garibaldino]] (unica figura di tutto il Vittoriano, oltre alla statua equestre di Vittorio Emanuele II, avente abiti contemporanei<ref name="Ugolini|p. 72">{{Cita|Ugolini|p. 72}}.</ref>) si prepara all'assalto e un popolano grida alla riscossa.<ref name="Quarta"/><ref name="lonardo">{{cita web|cognome=Lonardo|nome=Andrea|url=http://www.gliscritti.it/blog/entry/761|titolo=Il Vittoriano: breve guida alla comprensione dei simboli del monumento al primo re d'Italia ed all'Unità della Patria|accesso=5 febbraio 2018}}</ref>.|| align="left" | [[Francesco Jerace]]|| align="center"| [[File:L'Azione - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| rowspan=2 align="left"|''Leone alato''||rowspan=2 align="left"|Sono due statue marmoree che rappresentano un ''Leone alato'' accovacciato sulla balaustra. I due ''Leoni alati'' rappresentano l'[[Rito di iniziazione|iniziazione]] dei patrioti che decidono di unirsi all'impresa di unificazione italiana motivati da ardore e forza, le quali controllano anche il loro lato istintivo: se invece l'istinto fosse lasciato completamente libero,diversamente i patrioti scivolerebberoscivolebbero verso l'ottenebramento delle loro capacità. se l'istinto fosse lasciato completamente libero<ref name="Quarta"/><ref>{{cita web|url=https://vivereveneto.com/2013/11/08/il-leone-di-san-marco-e-le-sue-simbologie/|titolo=Il Leone di San Marco e le sue simbologia|accesso=5 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180205184919/https://vivereveneto.com/2013/11/08/il-leone-di-san-marco-e-le-sue-simbologie/|dataarchivio=5 febbraio 2018|urlmorto=sì}}</ref>.|| rowspan="2" align="left" | [[Giuseppe Tonnini]]<ref name=TCI1925/> || align="center"| [[File:Leone alato di sinistra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="center"| [[File:Leone alato di destra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| rowspan=2 align="left"|''Vittoria alata''||rowspan=2 align="left"|Sono due statue bronzee che rappresentano una ''Vittoria alata'' svettante su un basamento decorato da [[Rostro (arma)|rostri]].<ref name=difesa/>. Le ''Vittorie alate'', oltre a richiamare i successi militari e culturali dell'epoca romana, simboleggiano allegoricamente il buon [[Auspicia|auspicio]] avuto per la realizzazione dell'unità nazionale.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Edoardo Rubino]] (quella di sinistra)<ref name=TCI1925/>|| align="center"| [[File:Vittoria alata di sinistra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| [[Edoardo De Albertis]] (quella di destra)<ref name=TCI1925/>|| align="center"| [[File:Vittoria alata di destra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
Line 124 ⟶ 133:
 
=== Il terrazzo dell'Altare della Patria ===
Al termine della scalinata d'ingresso, subito dopo le statue delle Vittorie alate, si apre il terrazzo dell'Altare della Patria, prima piattaforma sopraelevata del Vittoriano, che è dominata centralmente dalla statua della [[Roma (divinità)|dea Roma]] e dal [[sacello]] del [[Milite Ignoto (Italia)|Milite Ignoto]].<ref name="Tobia|p. 56"/>. Sul terrazzo dell'Altare della Patria si trovano anche i gruppi scultorei in [[marmo botticino]] che simboleggiano i [[Valore morale|valori morali]] degli italiani, ovvero i principi ideali che rendono salda la nazione.<ref name=quirinale/>.
 
I quattro gruppi hanno un'altezza di 6 metri e sono situati a destra e a sinistra dell'ingresso alla terrazza dell'Altare della Patria (due per parte), lateralmente alle statue de ''Il Pensiero'' e de ''L'Azione'' e in corrispondenza delle fontane dei due mari, lungo i parapetti che si affacciano su piazza Venezia.<ref name="Tobia|p. 56"/>. Ciò non è un caso: i concetti espressi daida queste quattro gruppi scultorei, ''La [[Forza (filosofia)|Forza]]'', ''La [[Concordia (divinità)|Concordia]]'', ''Il [[Sacrificio]]'' e ''Il [[Diritto]]'', sono l'emanazione tangibile de ''Il Pensiero'' e de ''L'Azione.''<ref name="Quarta"/>.
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 137 ⟶ 146:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| align="left"| ''La Forza'' ||align="left"|Si trova a sinistra del parapetto che sovrasta la ''fontana dell'Adriatico.''<ref name=quirinale/><ref name=difesa/>. Il gruppo scultoreo è formato da un giovane [[Centurione|centurione romano]] che domina un [[balestriere]] medievale (epoca in cui l'Italia era divisa in molteplici Stati: durante l'epoca romana la penisola era invece sotto un'unica insegna, quella di [[Roma (città antica)|Roma]]) e un lavoratore con in mano un [[piccone]] avente una posa riflessiva. Il concetto di "forza" è espresso dalla massa muscolare del centurione romano, che è imponente e che ha un piglio [[Michelangelo|michelangiolesco]] (quindi possente e maestoso<ref>{{cita web|url=http://dizionari.repubblica.it/Italiano/M/michelangiolesco.php|titolo=Michelangiolesco|accesso=5 febbraio 2018}}</ref>), e dalla forma complessiva del gruppo scultoreo, che è triangolare e spigolosa.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Augusto Rivalta]]|| align="center"| [[File:La Forza - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''La Concordia'' ||align="left"|Si trova a destra del parapetto che sovrasta la ''fontana dell'Adriatico.''<ref name=quirinale/><ref name=difesa/>. Il gruppo scultoreo è formato da una figura centrale, ''La [[Concordia (divinità)|Concordia]]'' nella forma di una donna con [[cornucopia]], che fa da paciere accompagnando l'abbraccio tra un [[Senato romano|senatore romano]], che rappresenta ''Il Principato'', ovvero la [[Casa Savoia|monarchia sabauda]], e un giovane, che invece simboleggia ''Il Popolano'', ovvero il [[Italiani|popolo italiano]], accompagnando un abbraccio tra i due.<ref name="Quarta"/><ref name="lonardo"/>. Altra figura presente è ''La [[Famiglia]]'' nella forma di una donna con in braccio un bambino che simboleggia la nascita del nuovo Stato.<ref name="Quarta"/>. Complessivamente il gruppo scultoreo comunica allegoricamente la [[Proclamazione del Regno d'Italia|nascita del Regno d'Italia]] come un'intesa tra la monarchia sabauda e il popolo italiano.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Lodovico Pogliaghi]]|| align="center"| [[File:La Concordia - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''Il Sacrificio'' ||align="left"|Si trova a sinistra del parapetto che sovrasta la ''fontana del Tirreno.''<ref name=quirinale/><ref name=difesa/>. Il gruppo scultoreo è formato da quattro figure con al centro un giovane combattente morente che è sorretto da un uomo che porta le catene da [[Schiavismo|schiavo]] spezzate ai polsi, simbolo della riconquista della [[libertà]] e della [[dignità]], che sono state ottenute grazie al sacrificio del guerriero:<ref name="lonardo"/>: quest'ultimo concetto è comunicato da un'altra figura, il ''Genio della Libertà'', che è proteso verso il combattente nell'atto di dargli un bacio.<ref name="Quarta"/>. Completa il gruppo scultoreo una donna che impersonifica ''La Famiglia'': le donne, durante il periodo risorgimentale, erano infatti viste come uno degli esempi più importanti del sacrificio, che era indirizzato verso la famiglia e i figli.<ref name="Quarta"/>. Il gruppo scultoreo ''Il Sacrificio'' è legato alla precedente scultura ''La Forza'', visto che quest'ultima è fondamentale per avere quell'energia spirituale necessaria per compiere sacrifici.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Leonardo Bistolfi]]|| align="center"| [[File:Il Sacrificio - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''Il Diritto'' ||align="left"|Si trova a destra del parapetto che sovrasta la ''fontana del Tirreno.''<ref name=quirinale/><ref name=difesa/>. Il gruppo scultoreo è formato da quattro figure.<ref name="Quarta"/>. Al centro è presente ''La Libertà'' che rinfodera la [[spada]] dopo aver sconfitto ''La Tirannia'', che è stesa a terra e che lascia la scena a ''Il Diritto.''<ref name="lonardo"/>. Quest'ultimo volge lo sguardo verso ''La Tirannia'', significandocomunicando diil esserefatto garanteche è anche suo garante nonostante deii [[Dittatura|regimi dispotici]], benché essi lo rifiutino.<ref name="Quarta"/>. Sullo sfondo, dietro ''La Libertà'' e ''IlIL Diritto'', è presente ''Il Popolo'', che è sostenuto nella sua lotta per la causa nazionale dai primi due.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Ettore Ximenes]]|| align="center"| [[File:Il Diritto - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
|}
 
=== I portoni che conducono agli spazi interni ===
Ai lati dell'Altare della Patria la scalinata riprende dividendosi in due rampe simmetriche e parallele alla tomba del Milite Ignoto.<ref name="piantina"/>. Entrambe giungono a un [[pronao]] dove si aprono due grandi portoni (uno per lato, entrambi posizionati simmetricamente e lateralmente al Milite Ignoto e ciascuno in corrispondenza di uno dei due propilei) che conducono agli spazi interni del Vittoriano.<ref name="Tobia|p. 57"/>.
 
Sopra ciascun portone sono collocate due statue: sul portone di sinistra rappresentano allegoricamente ''La [[Politica]]'' e ''La [[Filosofia]]'', mentre sul portone di destra sono collocate due statue raffiguranti metaforicamente ''La [[Guerra]]'' e ''La [[Rivoluzione]].''<ref name="Tobia|p. 57"/>:
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 161 ⟶ 170:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| align="left"| ''La Politica'' ||align="left"| Questo concetto è allegoricamente reso come una donna seduta che volge il suo sguardo a sinistra, verso l'altra statua che si trova sul medesimo portone, ''La Filosofia.''<ref name="Quarta"/>. Impugna un [[globo]], un libro e una spada che ha la punta verso terra: questi ultimi due simboleggiano la forza, l'universalità e l'elevamento della politica che ha poi ispirato la [[Rivoluzione americana]], la [[Rivoluzione francese]] e il [[Risorgimento]] italiano.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Nicola Cantalamessa Papotti]]|| rowspan=2 align="center"| [[File:La Politica e La Filosofia - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''La Filosofia'' ||align="left"| La filosofia è metaforicamente rappresentata da una donna avente un atteggiamento riflessivo con la mano destra appoggiata sul mento e la testa abbassata.<ref name="Quarta"/>. La donna è a seno scoperto a simboleggiare la libertà di pensiero, concetto reso anche dalla presenza di alette posizionate sull'acconciatura.<ref name="Quarta"/>.|| align="left" | [[Eugenio Maccagnani]]
|-
| align="left"| ''La Guerra'' ||align="left"| La guerra è allegoricamente resa come una donna vestita da antica romana che impugna una spada sguainata mentre difende metaforicamente la libertà, concetto caro agli [[Illuminismo|illuministi]].<ref name="Quarta"/>.|| rowspan="2" align="left" | [[Ettore Ferrari]]|| rowspan=2 align="center"| [[File:La Guerra e La Rivoluzione - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''La Rivoluzione'' ||align="left"| La rivoluzione è metaforicamente rappresentata da una donna seminuda nell'atto di alzarsi.<ref name="Quarta"/>. Nella mano destra impugna un'[[ascia]], mentre sulla testa indossa un [[berretto frigio]], simbolo della Rivoluzione francese.<ref name="Quarta"/>. Il suo atteggiamento è minaccioso e aggressivo.<ref name="Quarta"/>.
|-
|}
Line 174 ⟶ 183:
[[File:Vittoriano king VE.jpg|thumb|La ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', sul cui basamento marmoreo sono scolpite le statue delle città nobili]]
 
Dai due ripiani dove si aprono i portoni che danno accesso agli spazi interni partono due ulteriori rampe di scale che convergono, esattamente dietro all'Altare della Patria, verso il basamento della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'': quest'ultima è situata sulla seconda grande piattaforma sopraelevata, la seconda in ordine di altezza, del Vittoriano.<ref name="Tobia|p. 56"/>.
 
Dietro la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' la scalinata riprende la sua ascesa in direzione del sommoportico giungendo a un piccolo ripiano, da cui partono lateralmente due scalinate che portano, ciascuna, all'ingresso di un propileo<ref name="piantina">{{cita web|url=http://www.archidiap.com/opera/monumento-nazionale-a-vittorio-emanuele-ii/|titolo=Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II|accesso=1º marzo 2018}}</ref>.
 
Prima di giungere agli ingressi dei propilei ciascuna delle due scalinate si interrompe creando un piccolo ripiano intermedio, che consente l'accesso alla terrazza delle città [[Irredentismo italiano|redente]], terza grande e ultima piattaforma sopraelevata del Vittoriano, che si trova esattamente dietro alla ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' e immediatamente sotto alil colonnato del sommoportico.<ref name="piantina"/>.
 
=== La terrazza delle città redente ===
[[File:Altare della Patria-July 2016 (80).jpg|left|thumb|Panoramica della terrazza delle città redente]]
 
Le città "redente" sono le città unite all'Italia in seguito al [[trattato di Rapallo (1920)]] e al [[trattato di Roma (1924)]], [[Trattato internazionale|accordi di pace]] a conclusione della [[prima guerra mondiale]]: queste municipalità sono [[Trieste]], [[Trento]], [[Gorizia]], [[Pola]], [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e [[Zara]].<ref name="Tobia|p. 55">{{Cita|Tobia|p. 55}}.</ref>.
 
In seguito ai [[trattati di Parigi (1947)]], accordi di pace firmati dalle nazioni partecipanti alla [[seconda guerra mondiale]], Pola, Fiume e Zara [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|sono passate alla Jugoslavia]] e – dopo la [[Guerre jugoslave|dissoluzione di quest'ultima]] – alla [[Croazia]].<ref name="trattato">{{en}} {{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.istrianet.org/istria/history/1800-present/ww2/1947_treaty-index.htm|titolo=Treaty of Peace with Italy - Paris, 10 February 1947|accesso=15 marzo 2018}}</ref>. Dopo il secondo conflitto mondiale, il territorio di Gorizia fu diviso: la maggior parte della città rimase all'Italia, mentre una piccola porzione passò prima alla [[Jugoslavia]] e poi alla [[Slovenia]],<ref name="trattato" /> sviluppandosi nel corso del tempo nella nuova città di ''[[Nova Gorica]]''.
 
Ogni città redenta è rappresentata da un altare addossato alla parete di fondo che reca scolpito lo stemma comunale corrispondente.<ref name=difesa/><ref name="Tobia|p. 55">{{Cita|Tobia|p. 55}}.</ref>. I sei altari sono stati collocati sulla terrazza tra il 1929 e il 1930.<ref name="Tobia|p. 55"/>.
 
Nel dettaglio, la descrizione degli altari è la seguente<ref name="Tobia|p. 55"/>:
Line 199 ⟶ 208:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| align="left"| [[Trieste]] ||rowspan=6 align="left"| Sono sei altari riportanti il nome di altrettante città redente, che sono sormontati dal rispettivo stemma comunale.<ref name="Tobia|p. 55"/>.|| align="center" | [[File:Vittoriano altare Trieste P1000742.jpg|100px]]
|-
| align="left"| [[Trento]] || align="center"| [[File:Vittoriano altare Trento P1000743.jpg|100px]]
Line 213 ⟶ 222:
|}
 
Al centro della fila degli altari delle città redente, incisa sullo [[stilobate]], ovvero sulla parete verticale su cui poggia il colonnato del sommoportico, è collocata una monumentale iscrizione scolpita in occasione della solenne cerimonia di tumulazione del Milite Ignoto (4 novembre 1921) che riporta il testo del [[Bollettino della Vittoria]], documento ufficiale scritto dopo l'[[armistizio di Villa Giusti]] con il quale il generale [[Armando Diaz]], [[Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano|comandante supremo del Regio Esercito]], annunciò, il 4 novembre 1918, la resa dell'[[Impero austro-ungarico]] e la vittoria dell'Italia nella prima guerra mondiale.<ref name="Tobia|p. 81">{{Cita|Tobia|p. 81}}.</ref>.
 
Alla base del testo del Bollettino della Vittoria si trovano altri due altari simili a quelli delle città redente ma che hanno, in luogo dello stemma comunale delle municipalità delle municipalità, un [[elmetto]]:
Line 225 ⟶ 234:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| rowspan=2 align="left"| Altari del<br/>Bollettino della Vittoria ||rowspan=2 align="left"| Questi due altari recano la scritta: "{{TA|{{maiuscoletto|Et Facere Fortia}}}}" (altare di sinistra della scritta) "{{TA|{{maiuscoletto|Et Pati Fortia}}}}" (altare di destra) riecheggiante la [[locuzioni latine|locuzione]] [[lingua latina|latina]] ''[[Et facere et pati fortia romanum est]]'' ([[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Storia di Roma]]'', 11: nell'opera di Livio la frase è pronunciata da [[Gaio Muzio Scevola|Muzio Scevola]] nei confronti di [[Lars Porsenna|Porsenna]]), ossia "È da Romano compiere e patire cose forti".<ref name="Tobia|p. 56">{{Cita|Tobia|p. 56}}.</ref> || align="center" | [[File:Vittoriano altare Et Facere fortia P1000724.jpg|100px]]
|-
|align="center"| [[File:Vittoriano altare Et Pati fortia P1000729.jpg|100px]]
Line 241 ⟶ 250:
Analogamente fu firmato, dall'[[ammiraglio]] [[Paolo Thaon di Revel]], [[Capo di stato maggiore della Marina Militare|comandante supremo della Regia Marina]], il [[Bollettino della Vittoria Navale]]. Non fu mai redatto un analogo bollettino per le forze aeree, visto che queste ultime all'epoca facevano capo al [[Servizio Aeronautico]], reparto facente parete del Regio Esercito destinato agli [[aeromobile|aeromobili]]: la [[Regia Aeronautica]], terza [[Forze armate italiane|forza armata]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], fu infatti istituita nel 1923, dopo la fine della prima guerra mondiale.
 
Sulla terrazza delle città redente si trova anche un macigno proveniente dal [[Massiccio del Grappa]], per un anno teatro del [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte italiano della prima guerra mondiale]], a rappresentare tutti i luoghi dove i soldati italiani hanno combattuto durante ilquesto conflitto.<ref name=difesa/>.
 
== L'Altare della Patria ==
[[File:Altare della Patria-July 2016 (59).jpg|thumb|upright|left|L'Altare della Patria al Vittoriano, con la [[guardia d'onore]] del Milite Ignoto sovrastata dalla statua della dea Roma. Più in alto si riconosce la parte inferiore della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II''. A sinistra e a destra della statua della dea Roma si scorgono i bassorilievi ispirati alle ''Bucoliche'' e alle ''Georgiche'' di Virgilio]]
 
L'Altare della Patria è la parte più nota del Vittoriano ed è quella con cui esso viene spesso identificato.<ref name="Tobia|p. 54">{{Cita|Tobia|p. 54}}.</ref>. Situato sulla sommità della scalinata d'ingresso, venne disegnato dallo scultore bresciano [[Angelo Zanelli]], che vinse un concorso appositamente indetto nel 1906.<ref name=quirinale/><ref name="Tobia|p. 56"/>. È formato dal lato della tomba del [[Milite Ignoto (Italia)|Milite Ignoto]] che dà all'esterno dell'edificio (l'altro lato, quella dà all'interno del Vittoriano, è situato, come già accennato, in una cripta), dal sacello della statua della [[Roma (divinità)|dea Roma]] (che si trova esattamente sopra la tomba del Milite Ignoto) e da due rilievi marmorei verticali che scendono dai bordi dell'edicola che contiene la statua della dea Roma e che corrono verso il basso, lateralmente alla tomba del Milite Ignoto.<ref name=quirinale/>.
[[File:2016 - Vittoriano (Rome) 07.jpg|thumb|upright|Uno dei due bracieri che ardono perennemente ai lati della tomba del Milite Ignoto. Alla loro base è presente una targa riportante la scritta "{{Maiuscoletto|Gli italiani all'estero alla Madre Patria}}"]]
 
La statua della dea Roma presente al Vittoriano ha interrotto una consuetudine in voga fino al XIX secolo che voleva la rappresentazione di questo soggetto con tratti esclusivamente guerreschi: Angelo Zanelli, nella sua opera, decise di caratterizzare ulteriormente la statua prevedendo anche il richiamo ad [[Atena]], [[Mitologia greca|dea greca]] della [[Sapienza (filosofia)|sapienza]], delle [[arte|arti]] oltre che della guerra.<ref name="Quarta"/>. La grande statua della dea Roma emerge da uno sfondo dorato.<ref name="Tobia|p. 53">{{Cita|Tobia|p. 53}}.</ref>. La presenza nel Vittoriano della dea Roma vuole rimarcare l'irrinunciabile volontà dei patrioti risorgimentali di avere la ''Città eterna'' come capitale d'Italia, concetto indicato come tale, secondo il sentore comune, da tutta la [[storia d'Italia]].<ref name=difesa/><ref name=Agnew239>{{Cita|Agnew|p. 239}}.</ref>.
 
Il Milite Ignoto, militare italiano morto nella [[prima guerra mondiale]] la cui identità resta sconosciuta, come già accennato, fu trasferito all'Altare della Patria il 4 novembre 1921.<ref name=quirinale/>. L'[[epigrafe]] della parte esterna della pietra sepolcrale del Milite Ignoto riporta la [[Lingua latina|scritta latina]] "{{maiuscoletto|[[Ignoto militi|Ignoto Militi]]}}" e gli anni di inizio e di fine della [[Italia nella prima guerra mondiale|partecipazione italiana al primo conflitto mondiale]], ovvero "{{maiuscoletto|Mcmxv}}" (1915) e "{{maiuscoletto|Mcmxviii}}" (1918).<ref name="milite-ignoto"/>.
 
La sua tomba è un sacello simbolico che rappresenta tutti i caduti e i dispersi in guerra.<ref name=quirinale/>. Il lato della tomba del Milite Ignoto che dà verso l'esterno in corrispondenza dell'Altare della Patria è sempre vigilatovigilata da una [[guardia d'onore]] e da due fiamme che ardono perennemente su dei bracieri.<ref>{{cita web|url=http://civitavecchia.portmobility.it/it/il-vittoriano-e-piazza-venezia|titolo=Il Vittoriano e piazza Venezia|accesso=6 giugno 2017}}</ref>. Alla guardia provvedono militari delle varie armi delle [[forze armate italiane]], che avvicendano ogni dieci anni.<ref name=treccani>{{Treccani|milite-ignoto_(Enciclopedia-Italiana)|Milite Ignoto|accesso=8 gennaio 2018}}.</ref>.
 
Il significato allegorico delle fiamme che ardono perennemente è legata alla loro simbologia, che è antica di secoli, dato che affonda le sue origini nell'[[antichità classica]], in particolar modo nel [[Rito funebre|culto dei morti]]. Un fuoco che brucia eternamente simboleggia il ricordo, in questo caso del sacrificio del Milite Ignoto mosso da amor patrio, e la sua imperitura memoria negli italiani, anche in quelli che sono lontani dal loro Paese: non a caso sui due bracieri perenni a fianco della tomba del Milite Ignoto è collocata una targa il cui testo recita "{{Maiuscoletto|Gli italiani all'estero alla Madre Patria}}" in ricordo alle donazioni fatte dagli [[Emigrazione italiana|emigrati italiani]] tra la fine del XIX secolo e l'inizio XX secolo,<ref name=fiamma>{{cita web|url= http://www.toscanaoggi.it/Cultura-Societa/Il-mito-della-lampada-perenne|titolo= Il mito della «lampada perenne»|accesso=12 febbraio 2018}}</ref>.
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 266 ⟶ 275:
| width=130 | '''Immagine'''
|-
| align="left"| ''Dea Roma'' ||align="left"|La statua rappresenta la dea Roma vestita con un [[peplo]] e un mantello di [[Pelliccia|pelle]] di [[Capra hircus|capra]]. Sul capo ha un [[elmo]] e una [[Corona (copricapo)|corona]] impreziosita da teste di [[Canis lupus|lupo]]. Nella mano destra impugna una lancia mentre in quella sinistra una statuetta di ''[[Vittoria (divinità)|Vittoria alata]].''<ref name="Quarta"/>. Da un punto di vista allegorico la statua, visti i tratti che richiamano la dea greca Atena, è legata ad altre sculture del Vittoriano ''Il Pensiero'' e ''L'Azione'', che si trovano all'ingresso del monumento.<ref name="Quarta"/>. Atena è infatti la dea della [[Sapienza (filosofia)|sapienza]], delle [[arte|arti]] e della [[guerra]].|| align="left" |[[Angelo Zanelli]] || [[File:Altare della Patria-July 2016 (55).jpg|100px]]
|-
|}
 
La concezione generale dei [[bassorilievo|bassorilievi]] situati lateralmente alla statua della dea Roma, uno alla sua sinistra e l'altro alla sua destra, richiama le ''[[Bucoliche]]'' e le ''[[Georgiche]]'' di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che completano con la statua della divinità romana il [[trittico]] dell'Altare della Patria.<ref name="Tobia|p. 56"/>. Il significato allegorico dei bassorilievi che sono ispirati alle opere di Virgilio è legato alla volontà di rendere concettualmente l'animo italiano.<ref name="lacittadella">{{cita web|url=http://www.lacittadella-web.com/forum/viewtopic.php?f=18&t=1387|titolo=Il Vittoriano: la scena e le quinte|accesso=26 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180227034412/http://www.lacittadella-web.com/forum/viewtopic.php?f=18&t=1387|dataarchivio=27 febbraio 2018|urlmorto=sì}}</ref>. Nelle ''Georgiche'' è infatti presente il richiamo all'[[Eneide]], che narra la leggendaria storia di [[Enea]], progenitore del popolo romano, mentre in entrambe le opere di Virgilio è rievocata l'operosità nel lavoro degli italiani.<ref name=difesa/><ref name="lacittadella"/>.
 
Il bassorilievo a sinistra dell'Altare rappresenta il ''[[Trionfo]] del [[Lavoro]]'' e converge scenograficamente verso la dea Roma<ref name=difesa/> con le seguenti [[allegoria|allegorie]] (da sinistra a destra):<ref name=quirinale/><ref name="Ugolini|p. 91">{{Cita|Ugolini|p. 91}}.</ref>:
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 283 ⟶ 292:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| align="left"| ''Agricoltura'' ||align="left"|Concetto rappresentato da tre figure: l<nowiki>'</nowiki>''Allevamento'', la ''Mietitura'', la ''Vendemmia'' e l<nowiki>'</nowiki>''Irrigazione''.|| rowspan="3" align="left" |[[Angelo Zanelli]] || rowspan=3 align="center"|[[File:Altare della patria, particolare 2.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''Genio alato del Lavoro'' ||align="left"|Rappresentato da una figura che sale su un grande [[aratro]] trionfale.
Line 291 ⟶ 300:
|}
 
Il secondo bassorilievo, a destra della statua della dea Roma, simboleggia il ''Trionfo dell'amor [[Patria|patrio]]'' e converge anch'esso scenograficamente verso la statua della divinità romana.<ref name=difesa/>. Esso è composto dalle seguenti allegorie (da sinistra a destra):<ref name=quirinale/><ref name="Ugolini|p. 91"/>:
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 316 ⟶ 325:
[[File:Altar of the Fatherland 維托里亞諾 - panoramio (2).jpg|thumb|right|Il basamento della statua, con le allegorie delle città nobili]]
 
Dopo aver superato l'Altare della Patria, continuando a salire la scalinata, si incontra la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', opera bronzea di [[Enrico Chiaradia]] e centro architettonico del Vittoriano,<ref name="Tobia|p. 49">{{Cita|Tobia|p. 49}}.</ref>, fusa in Roma presso le Fonderie Bastianelli.
 
Sul basamento marmoreo della [[statua equestre]] sono scolpite le allegorie delle [[Titolo di città in Italia|città italiane]] nobili, realizzate da [[Eugenio Maccagnani]], scultore molto apprezzato dal Sacconi.<ref name=difesa/>. Il Maccagnani decorò anche la parte più bassa del basamento, con i simboli delle forze armate vittoriose nelle guerre risorgimentali: il [[Regia Armata Sarda#Genio|Genio]], la [[Marina del Regno di Sardegna|Marina]], l'[[Regia Armata Sarda#Artiglieria|Artiglieria]] e la [[Regia Armata Sarda#Cavalleria|Cavalleria]]; l'evidente fonte d'ispirazione sono gli analoghi rilievi della [[Colonna Traiana]], distante solo poche decine di metri.<ref>[https://vittoriano.beniculturali.it/it/luoghi/vittorio-emanuele-ii-cavallo Vittorio Emanuele II a cavallo].</ref>.
 
La statua equestre di bronzo, che è alta 12 metri e lunga 10, pesa cinquanta tonnellate.<ref name="Tobia|pp. 50-51">{{Cita|Tobia|pp. 50-51}}.</ref>. Compreso il basamento marmoreo, l'intero gruppo scultoreo è alto 24,80 metri.<ref name="Tobia|p. 60"/>.
 
La ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' è l'unica rappresentazione non simbolica del Vittoriano, dato che è la raffigurazione di un personaggio storico, re [[Vittorio Emanuele II di Savoia]].<ref name=quirinale/>. La scelta di raffigurare Vittorio Emanuele II a cavallo non è casuale, visto che le statue equestri hanno, fin dai tempi più antichi, un simbolismo preciso.<ref name="statua">{{Treccani|monumento-equestre_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)|MONUMENTO EQUESTRE|accesso=20 febbraio 2018}}</ref>. Nell'[[antichità classica]] le statue equestri erano finalizzate all'esaltazione del soggetto ritratto, di cui venivano sottolineate le virtù guerresche.<ref name="statua"/>. Inoltre, cavalcando e controllando un destriero, si comunicava la capacità del personaggio a controllare gli istinti primordiali: in tale modo si riconoscevano al soggetto anche virtù civiche.<ref name="statua"/>.
 
Anche la collocazione della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' al centro architettonico del Vittoriano, sopra l'Altare della Patria e davanti al colonnato del sommoportico, non è fortuitafortuito: nell'antichità classica le statue equestri erano spesso situate di fronte a colonnati, piazze pubbliche e più generale in luoghi centrali dal cospicuo significato simbolico, come lungo le vie trionfali oppure di fronte ai templi.<ref name="statua"/>. Anche la presenza di un basamento su cui sono scolpite le personificazioni delle città nobili non è casuale: le statue equestri, nell'antichità, erano sempre erette su basamenti marmorei completati da iscrizioni o da figure.<ref name="statua"/>.
 
La descrizione dettagliata della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' è la seguente:
Line 338 ⟶ 347:
| width=130 | '''Immagine'''
|-
| align="left"| ''Statua equestre di Vittorio Emanuele II'' ||align="left"| È una statua bronzea che rappresenta re Vittorio Emanuele II di Savoia a cavallo di un destriero.<ref name=quirinale/>. || align="left" | [[Enrico Chiaradia]]|| [[File:Monument Victor Emmanuel II right profile, Rome, Italy.jpg|150px]]
|}
 
== Le statue delle città nobili ==
Sul basamento della ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'', come già accennato, si trovano le statue allegoriche rappresentanti quattordici città nobili, ovvero capitali di [[Antichi Stati italiani|Stati nobiliari italiani]] preunitari, storicamente convergenti verso il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e verso la [[Casa Savoia|dinastia sabauda]], in quanto essa sposò la causa del [[Risorgimento]].<ref name="dailyroma">{{cita web|url=http://www.dailyroma.it/vittoriano|titolo=Vittoriano (Altare della Patria)|accesso=20 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161110124525/http://www.dailyroma.it/vittoriano|dataarchivio=10 novembre 2016|urlmorto=sì}}</ref>. Non si tratta perciò necessariamente delle città più importanti d'Italia, ma di quelle considerate le sue "madri nobili".
 
Le quattordici statue delle città nobili sono poste alla base della ''statua equestre a Vittorio Emanuele II'' perché [[Metafora|metaforicamente]] esse sono le fondamenta dell'Italia<ref name="lonardo"/> e, in senso più ampio, l'unità della Patria è basata sull'unione dei suoi [[Comune (Italia)|comuni]].<ref name="lonardo"/>.
 
Al contrario di quelle rappresentanti le [[Regione (Italia)|regioni d'Italia]], le statue raffiguranti le quattordici città sono tutte opera di uno stesso scultore: [[Eugenio Maccagnani]].<ref name=quirinale/>. Ogni città è identificabile grazie al proprio stemma e ai simboli ad essa storicamente associati.
L'elenco sottostante comincia dalla statua posta sulla fronte del basamento e prosegue in senso antiorario.<ref name="Tobia|p. 57">{{Cita|Tobia|p. 57}}.</ref>.
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 358 ⟶ 368:
| width=100| '''Immagini'''
|-
| [[Torino]]<br/>[[File:Insigne Augustae Taurinorum.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1563-1847: capitale del [[Ducato di Savoia]]<br/>1847-1861: capitale del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] ||align="left"| La tradizione bellicosa della città è simboleggiata dall'armatura; la statua è situata anteriormente, al centro del basamento, in quanto prima capitale dell'Italia unita e città natale di Vittorio Emanuele II; sullo stemma è presente il [[Toro (araldica)|toro araldico]].|| rowspan="4" align="left" | [[Eugenio Maccagnani]]|| [[File:Statua allegorica della città di Torino - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Venezia]]<br/>[[File:Venezia-Stemma.png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||697-1797: capitale del [[Ducato di Venezia]],<br/>poi [[Repubblica di Venezia]]<ref>Il termine ''repubblica'' non va inteso nel senso moderno del termine, ossia contrapposto a ''monarchia'', ma nel senso antico di "Stato"; la repubblica di Venezia era infatti una monarchia elettiva; infatti il doge, termine veneto per "duca", era in carica per tutta la vita ed apparteneva alla classe nobiliare. Si veda: ''Giurisprudenza italiana'' - volume 149, parti 2-4, Unione tipografico-editrice torinese, 1997</ref>||align="left"| Porta la corona e l'abito dei [[Doge (Venezia)|Dogi di Venezia]]; nel suo stemma il [[Leone (araldica)|leone]] marciano è ''in [[Moleca|molèca]]'', ossia nella posizione del [[Brachyura|granchio]], || [[File:Statua allegorica della città di Venezia- Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Palermo]]<br/>[[File:Palermo-Stemma da Il blasone in Sicilia (Tav 82).png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1130-1816: capitale del [[Regno di Sicilia]]||align="left"| Il [[Serpente (araldica)|serpente]] intorno al braccio è uno dei simboli più antichi della città; sullo scudo è presente l'altro simbolo della città: l'[[Aquila (araldica)|aquila]]. || [[File:Statua allegorica della città di Palermo - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Mantova]]<br/>[[File:Mantova-CoA-historical.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1433-1530: capitale del [[Marchesato di Mantova]]<br/>1530-1708: capitale del [[Ducato di Mantova]]
| align="left" | Indossa la [[Ducato di Mantova|corona ducale]] e incorona di [[Quercia (araldica)|quercia]] la targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Vittorio Emanuele II Padre della Patria}}"; nel suo scudo crociato è raffigurato il profilo di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]]. || [[File:Vittoriano - statue delle città - Mantova.png|100px]]
|-
|colspan=4 align="center"| <span style="font-size: 120%;">Targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Vittorio Emanuele II Padre della Patria}}"</span>|| [[File:Targa dedicazione.png|100px]]
|-
| [[Urbino]]<br/>[[File:Coat of arms of the House of Montefeltro.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1213-1443: capitale della [[Contea di Urbino]]<br/>1443-1630: capitale del [[Ducato di Urbino]] ||align="left"| Poggia un ramo di [[Alloro (araldica)|alloro]] sulla targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Vittorio Emanuele II Padre della Patria}}". Porta la corona ducale e indossa abiti [[rinascimento|rinascimentali]] per ricordare il periodo d'oro della città marchigiana, patria di [[Raffaello Sanzio]] e di [[Bramante]]. || rowspan="7" align="left" | [[Eugenio Maccagnani]]||[[File:Vittoriano - statue delle città - Urbino.png|100px]]
|-
| [[Napoli]]<br/>[[File:CoA Città di Napoli 2.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||598-1137: capitale del [[Ducato di Napoli]]<br/>1302-1816: capitale del [[Regno di Napoli]]<br/>1816-1861: capitale del [[Regno delle Due Sicilie]] ||align="left"| Indossa la [[Contrassegni di dignità|collana di dignità]] e un abito regale che ricorda il ruolo di capitale che la città ebbe per secoli. || [[File:Statua allegorica della città di Napoli - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Genova]]<br/>[[File:Armoiries Gênes.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1097-1797: capitale della [[Repubblica di Genova]]<ref>Il termine ''repubblica'' non va inteso nel senso moderno del termine, ossia contrapposto a ''monarchia'', ma nel senso antico di "Stato"; i dogi della repubblica di Genova furono sempre espressione della classe nobiliare e dal 1637 insigniti del titolo di "re di Corsica, Cipro e Gerusalemme". Si veda: Ettore Rota, ''Le origini del Risorgimento'', casa editrice Vallardi, 1948.</ref> ||align="left"| In mano regge il [[caduceo]] di Mercurio, simboleggiante il commercio, e indossa l'abito dei [[Doge (Repubblica di Genova)|Dogi di Genova]]. || [[File:Statua allegorica della città di Genova - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Milano]]<br/>[[File:Coat of arms of the House of Visconti (1277).svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||286-402: capitale dell'[[Impero romano d'Occidente]]<br/>1259-1395: capitale della [[Signoria di Milano]]<br/>1395-1797: capitale del [[Ducato di Milano]]
| align="left" | Lo scudo presenta il [[Biscione (araldica)|biscione]], simbolo dei [[Visconti]], e la [[Stemma e gonfalone di Milano|croce comunale]], che è legata al [[Carroccio]]. || [[File:Statua allegorica della città di Milano - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
|[[Bologna]]<br/>[[File:Bologna-Stemma.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||La città è qui rappresentata perché la sua antichissima università è la fonte del diritto su cui si basa il potere degli stati nobiliari||align="left"| Porta la corona dottorale e i codici del [[Diritto]] che ricordano l'[[università di Bologna]], la più antica del mondo occidentale.<ref name="universita">{{Treccani|universita|Universita|accesso=26 febbraio 2018}}</ref><ref name="guinness">{{Cita web|url=http://www.guinnessworldrecords.com/world-records/oldest-university|titolo=Oldest university|lingua=inglese|accesso=4 ottobre 2017}}</ref>. ||[[File:Statua allegorica della città di Bologna - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Ravenna]]<br/>[[File:CoA civ ITA ravenna.png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||402-476: capitale dell'[[Impero romano d'Occidente]]<br/>493-540: capitale del [[Regno ostrogoto|Regno ostrogoto d'Italia]]<br/>584-751: capitale dell'[[Esarcato d'Italia|Esarcato bizantino d'Italia]] ||align="left"| Porta in mano un ramo di [[Pinus|pino]] per ricordare la celebre [[pineta di Classe]] e indossa i tipici abiti regali [[Impero bizantino|bizantini]] dell'[[esarcato d'Italia]].|| [[File:Statua allegorica della città di Ravenna - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Pisa]]<br/>[[File:Shield of the Republic of Pisa.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1000-1406: capitale della [[Repubblica di Pisa]]<ref>Il termine ''repubblica'' non va inteso nel senso moderno del termine, ossia contrapposto a ''monarchia'', ma nel senso antico di "Stato"; i governanti della repubblica di Pisa furono sempre espressione della classe nobiliare</ref> ||align="left"| Porta il [[berretto frigio]] e appoggia un ramo d'alloro sulla targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Per legge del 16 maggio 1878}}". || [[File:Vittoriano - statue delle città - Pisa.png|100px]]
|-
|colspan=4 align="center"| <span style="font-size: 120%;">Targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Per legge del 16 maggio 1878}}" </span>|| [[File:Targa legge.png|100px]]
|-
| [[Amalfi]]<br/>[[File:Shield of the Republic of Amalfi.png|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||839-1131: capitale del [[Ducato di Amalfi]]||align="left"| Appoggia una foglia di [[Palma (araldica)|palma]] sulla targa con l'iscrizione "{{maiuscoletto|Per legge del 16 maggio 1878}}"; nello stemma è raffigurata la [[bussola]], che i navigatori amalfitani diffusero in Europa.|| rowspan="3" align="left" | [[Eugenio Maccagnani]]|| [[File:Vittoriano - statue delle città - Amalfi.png|100px]]
|-
| [[Ferrara]]<br/>[[File:Ferrara-Stemma 2.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1208-1471: capitale della [[Signoria di Ferrara]]<br/>1471-1598: capitale del [[Ducato di Ferrara]]||align="left"| La [[Lira (strumento musicale)|lira]], sacra ad [[Apollo]], rappresenta la colta corte degli [[este]]nsi, che ospitò [[Torquato Tasso]] e [[Ludovico Ariosto]]. || [[File:Statua allegorica della città di Ferrara - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|-
| [[Firenze]]<br/>[[File:Stemma di Firenze dal 1251.svg|centro|senza_cornice|60px|alt=]]||1532-1569: capitale del [[Ducato di Firenze]]<br/>1569-1859: capitale del [[Granducato di Toscana]]||align="left"| È incoronata con il [[laurus nobilis|lauro]] come [[Dante Alighieri]], e il suo aspetto ricorda [[Beatrice Portinari|Beatrice]]; sullo stemma è presente il [[Giglio di Firenze|giglio fiorentino]]. || [[File:Statua allegorica della città di Firenze - Eugenio Maccagnani - Vittoriano (Roma).jpg|100px]]
|}
 
Line 397 ⟶ 407:
[[File:Altare della Patria-July 2016 (13).jpg|thumb|left|upright|Il propileo di destra del Vittoriano, quello dedicato alla libertà dei cittadini. Sotto il propileo si riconosce uno dei due portoni che conducono agli spazi interni del Vittoriano]]
 
Continuando a salire la scalinata oltre la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' si arriva all'elemento architettonicamente più imponente e vistoso del Vittoriano: il grande portico con colonne in [[Ordine corinzio|stile corinzio]], leggermente incurvato, situato sulla sommità del monumento, che è inserito tra due [[propileo|propilei]] a tempietto e che è chiamato "sommoportico" per la sua posizione sopraelevata.<ref name="sommo"/>. I propilei sono i due piccoli porticati sporgenti rispetto al sommoportico che sono situati alle sue estremità laterali costituendone gli ingressi.<ref name="Coppola|p. 81"/>.
 
Il sommoportico, che è lungo 72 metri,<ref name="Tobia|p. 60"/>, è retto centralmente da sedici colonne alte quindici metri che terminano con un [[capitello]] corinzio impreziosito dal volto dell'[[Italia turrita]], che è situato nel suo centro, e da foglie d'[[Acanthus|acanto]].<ref name="Tobia|p. 57"/>. Il cornicione sopra il colonnato è invece decorato da statue che rappresentano le sedici [[Personificazione|personificazioni allegoriche]] delle regioni italiane: ogni statua si trova in corrispondenza di una colonna.<ref name=difesa/>. Per realizzare il sommoportico [[Giuseppe Sacconi]] si è ispirato al [[Tempio dei Dioscuri]], che si trova nel [[Foro Romano]], area [[Archeologia|archeologica]] di Roma situata nei pressi del Vittoriano.<ref name="Tobia|p. 57"/>.
 
Ciascun propileo ha come coronamento due statue bronzee raffiguranti [[Quadriga|quadrighe]], ovvero veloci carri a due ruote trainati da quattro cavalli, che sono sormontate da ''[[Vittoria (divinità)|Vittorie alate]]'' riproponenti le sinergie architettoniche ed espressive degli [[Arco trionfale|archi di trionfo]]: il significato allegorico della "quadriga", fin dall'antichità, è infatti quello del trionfo e della vittoria.<ref name="quadriga">{{Treccani|quadriga_(Enciclopedia-Italiana)|QUADRIGA|accesso=21 febbraio 2018}}</ref>. Questo concetto è rafforzato dalla presenza delle ''Vittorie alate'', il cui significato è legato alla comunicazione metaforica della vittoria in battaglia tramite un messaggio divino, che è allegoricamente consegnato al vincitore da ''Vittorie alate'' plananti dal cielo.<ref name="nike">{{Treccani|nike_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)|NIKE|accesso=21 febbraio 2018}}</ref>.
[[File:062AltarePatria.jpg|thumb|Particolare del colonnato del sommoportico]]
 
Le due quadrighe, come dichiarano espressamente le iscrizioni [[lingua latina|latine]] poste sui [[Frontone|frontoni]] dei sottostanti propilei, simboleggiano la [[libertà]] dei cittadini (rappresentata dalla scritta sul propileo di destra: "{{maiuscoletto|Civium Libertati}}") e l'unità della patria ("{{maiuscoletto|Patriae Unitati}}", che è invece è sul propileo di sinistra), ovvero i due concetti legati metaforicamente, come già accennato, alla figura di re Vittorio Emanuele II di Savoia e allegoricamente all'intero monumento con il concetto di "Italia libera e unita".<ref name=quirinale/>. L'utilizzo di quadrighe sormontate da ''Vittorie alate'' comunica metaforicamente che l'Italia, dopo aver conquistato l'unità e la libertà, è pronta a diffondere nel mondo (dopo i due periodi in cui la Penisola fu uno dei centri della storia mondiale, ovvero l'antica Roma e la Roma dei papi), grazie a un nuovo [[Rinascimento italiano|Rinascimento]], le virtù morali rappresentate allegoricamente nel Vittoriano.<ref name="Levi|p. 324">{{Cita|Levi|p. 324}}.</ref>.
 
I concetti "libertà dei cittadini" e "unità della patria" riassumono anche le tematiche fondamentali<ref name=quirinale/> che hanno caratterizzato l'inizio e la fine del contributo dato da Vittorio Emanuele II al Risorgimento.<ref name="Tobia|p. 12">{{Cita|Tobia|p. 12}}.</ref>. L'inizio è stato il [[proclama di Moncalieri]] (20 novembre 1849), con cui il re, salito al trono da pochi mesi, confermò la sopravvivenza del [[Liberalismo|regime liberale]] (legato quindi al concetto di "libertà dei cittadini") in un periodo contraddistinto da un diffuso [[conservatorismo]] che fu conseguenza della violenta repressione dei [[moti del 1848]]. La sua opera politica ebbe invece felice conclusione con la [[presa di Roma]] (20 settembre 1870), con la quale il sovrano concluse i suoi obiettivi: un'Italia unita (a cui però mancavano ancora [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]], [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] e [[Venezia Giulia]], uniti all'Italia solo in seguito alla vittoria nella [[prima guerra mondiale]], che per tale motivo fu da alcuni considerata la "[[quarta guerra d'indipendenza italiana]]") con Roma capitale (esprimente quindi il concetto di "unità della patria").<ref name="Tobia|p. 12"/>. Le quadrighe, previste già nel progetto originario, vennero realizzate e posizionate nel 1927.<ref name=quirinale/>. All'interno dei frontoni dei due propilei si trovano gruppi scultorei che hanno lo stesso tema delle rispettive quadrighe sovrastanti.<ref name="Coppola|p. 37"/>.
 
Nel 2000, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico, tenutasi al Vittoriano, il presidente [[Carlo Azeglio Ciampi]] disse agli studenti, a proposito delle scritte sui propilei: ''Tutte le "anime" del Risorgimento si trovarono unite nelle due scritte che vediamo lassù in alto, sulla sommità dei due propilei: "Alla Unità della Patria; Alla Libertà dei Cittadini". E' un binomio bellissimo: l'Italia repubblicana, con la Costituzione del '48, lo ha confermato quale suo fondamento.''<ref name=ciampi/>
Line 427 ⟶ 437:
|}
 
All'interno dei frontoni dei due propilei si trovano gruppi scultorei che hanno lo stesso tema delle rispettive quadrighe sovrastanti:<ref name="Coppola|p. 37"/>:
 
{| class="wikitable" cellpadding="3" cellspacing="0" border="1" style="text-align: center; border: gray solid 1px; width:80%; border-collapse: collapse; margin-left:auto; margin-right:auto;"
Line 438 ⟶ 448:
| width=130 | '''Immagini'''
|-
| align="left"| ''Libertà dei cittadini'' ||align="left"| [[Bassorilievo]] del propileo di destra formato da cinque figure, di cui una centrale, verso la quale ruotano le altre quattro, che rappresenta allegoricamente la libertà dei cittadini. Sull'architrave si trova l'iscrizione {{maiuscoletto|Civium Libertati}} ("alla libertà dei cittadini").|| align="left" | [[Emilio Gallori]]<ref name=guida />|| [[File:Frontone propileo di destra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|-
| align="left"| ''Unità della Patria'' ||align="left"| Bassorilievo del propileo di sinistra formato da cinque figure, di cui una centrale, verso la quale ruotano le altre quattro, che rappresenta allegoricamente l'unità della patria. Sull'architrave si trova l'iscrizione {{maiuscoletto|Patriae Unitati}} ("all'unità della patria").|| align="left" | [[Enrico Butti]]<ref name=guida>{{Cita libro|cognome= Pizzo|nome= Marco|titolo= Il Vittoriano - guida storico-artistica|editore= Comunicare Organizzando (su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali)|anno= 2002}}</ref>|| [[File:Frontone propileo di sinistra - Vittoriano, Roma.jpg|100px]]
|}
 
Line 452 ⟶ 462:
Dall'epoca in cui fu realizzato il Vittoriano, i criteri di individuazione delle regioni italiane, e spesso anche la loro denominazione, sono cambiati nel corso dei decenni.
* La [[Valle d'Aosta]] e il [[Piemonte]] sono rappresentati da una sola statua, dato che formavano una sola entità: la regione [[Valle d'Aosta]] fu istituita solo nel 1948.<ref>La [[provincia di Aosta]] fu istituita nel 1927, come parte del Piemonte. Si veda {{cita web|url= http://www.araldicacivica.it/enti-abrogati/province-scomparse/provincia-di-aosta/|titolo= Provincia di Aosta|accesso= 27 febbraio 2018|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180227215905/http://www.araldicacivica.it/enti-abrogati/province-scomparse/provincia-di-aosta/|dataarchivio= 27 febbraio 2018}}<br/>Durante il fallito [[tentativo di annessione della Valle d'Aosta alla Francia]], che avvenne negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, il governo italiano ordinò la soppressione della vecchia provincia di Aosta con [[decreto legislativo luogotenenziale]] n. 545 del 7 settembre 1945 e la riaccorpò alla [[provincia di Torino]]. Si veda {{Cita legge italiana|tipo= DLL|anno= 1945|mese= 09|giorno= 07|numero= 545|titolo= Ordinamento amministrativo della Valle d'Aosta.|articolo= 1|originale= si}}.<br/>Nel 1948, a conflitto terminato e chiarita la rinuncia francese all'area, la provincia di Aosta fu ricostituita nella forma di [[Regione italiana a statuto speciale|regione autonoma a statuto speciale]]. Si veda {{Cita legge italiana|tipo= LC|anno= 1948|mese= 02|giorno= 26|numero= 4|titolo= Statuto speciale per la Valle d'Aosta.|articolo= 1|originale= si}}</ref>
* Il [[Tre Venezie|Triveneto]] fu rappresentato come un'unica regione:, visto che [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]], [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] e [[Venezia Giulia]] sarebbero stati uniti all'Italia solo in seguito alla [[prima guerra mondiale]], che per tale motivo fu da alcuni consideratavittoria lanella "[[quartaPrima guerra d'indipendenza italianamondiale]]".
* L'[[Abruzzo]] e il [[Molise]] erano concepiti come un'unica regione ([[Abruzzi e Molise]]) e tali sarebbero rimastistati sino al 1963.<ref>{{cita web|url= https://www.brocardi.it/costituzione/parte-ii/titolo-v/art131.html|titolo= Art. 131 Costituzione|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180103072718/https://www.brocardi.it/costituzione/parte-ii/titolo-v/art131.html|dataarchivio= 3 gennaio 2018}}</ref>
* L'[[Emilia-Romagna]] era chiamata semplicemente [[Emilia]],<ref>{{cita web|url= http://www.nomix.it/origine-nome-regioni-italiane.php|titolo= L'origine dei nomi delle Regioni|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20180105011555/http://www.nomix.it/origine-nome-regioni-italiane.php|dataarchivio= 5 gennaio 2018}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.sapere.it/enciclopedia/Em%C3%AClia-Romagna.html|titolo= Emilia-Romagna|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120321170404/http://www.sapere.it/enciclopedia/Em%C3%AClia-Romagna.html|dataarchivio= 21 marzo 2012}}</ref> mentre la [[Basilicata]] era chiamata [[Lucania]].<ref>{{cita web|url= http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=45860&r=5660|titolo= Dizionario d'ortografia e di pronunzia|accesso= 1º gennaio 2018|urlmorto= no|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20111217081110/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=45860&r=5660|dataarchivio= 17 dicembre 2011}}.</ref>
 
Line 521 ⟶ 531:
 
=== Gli spazi interni ===
Agli spazi interni del sommoportico e dei propilei si accede grazie a due scalinate d'ingresso trionfali situate in corrispondenza di ciascun propileo.<ref name="piantina"/>. Le due scalinate d'entrata si trovano su un piccolo ripiano a cui si ha accesso, dopo una breve scalinata, dalla terrazza delle città redente.<ref name="piantina"/>. Alla base della scalinata d'ingresso dei propilei sono situate quattro statue di ''Vittorie alate'' su colonne trionfali (due in corrispondenza dell'ingresso del propileo di destra, altrettante all'entrata di quello di sinistra) che sono state realizzate nel 1911.<ref name=quirinale/>.
 
La descrizione delle ''Vittorie alate'' su colonne trionfali è la seguente:
Line 544 ⟶ 554:
[[File:2014-03-29 Altare della Patria.jpg|thumb|Il Vittoriano, sulla cui sommità svettano il sommoportico e i due propilei, che sono sovrastati da altrettante statue di quadrighe]]
 
Superato l'ingresso di ciascun propileo, si giunge a un grande [[Vestibolo (architettura)|vestibolo]] quadrangolare aperto verso l'esterno grazie alla presenza di un colonnato che permette la visione un ampio panorama su Roma.<ref name="piantina"/>. Dai vestiboli dei propilei si accede poi agli spazi interni del sommoportico.<ref name="piantina"/>. Gli interni dei propilei e del sommoportico sono decorati da mosaici, importanti opere del [[Art Nouveau|Liberty floreale]] e del [[Simbolismo#Pittura|simbolismo pittorico]], che ricoprono le [[Lunetta|lunette]] e le due [[Cupola|cupole]] dei propilei.<ref name=guida />.
 
Anche i mosaici degli spazi interni dei propilei hanno come soggetto la rappresentazione metaforica delle virtù e dei sentimenti, molto spesso resi come [[Personificazione|personificazioni allegoriche]], che hanno animato gli italiani durante il Risorgimento.<ref name="Levi|p. 316"/>. Gli interni del sommoportico sono decorati dalle allegorie delle [[scienze]],<ref name=guida/>, mentre le porte che mettono in comunicazione i propilei e il sommoportico sono impreziosite da raffigurazioni rappresentanti le [[Arte|arti]].<ref name=guida/>.
 
La decorazione del soffitto del propileo di sinistra venne affidata a [[Giulio Bargellini]]; in questi mosaici egli adottò accorgimenti tecnici innovativi, come l'uso di materiali di varia natura e di tessere di dimensioni diverse e inclinate in modo da creare studiati riflessi luminosi; inoltre è da notare come le linee delle [[rappresentazione (arti figurative)|raffigurazioni]] [[mosaico|musive]] proseguano verso quelle delle colonne sottostanti.<ref name=guida/>.
[[File:Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II, Rome (15228831322).jpg|thumb|left|Scorcio delle decorazioni interne del soffitto di uno dei due propilei]]
 
I mosaici del Bargellini raffigurati lungo la parte più elevata delle pareti verticali rappresentano figurativamente ''La [[Fede]]'' (che è allegoricamente resa dalla raffigurazione del [[popolo]] che consacra i propri figli alla [[patria]], con lo sfondo che è costituito da una città che ricorda [[Gerusalemme]]), ''La [[Forza (filosofia)|Forza]]'' (un [[Guerriero (araldica)|guerriero]] che accompagna un giovane all'incontro con una donna armata di spada), ''Il [[Lavoro]]'' (personificato da una famiglia di [[Agricoltore|agricoltori]] che si ritrova insieme dopo una giornata sui campi) e ''La [[Sapienza (filosofia)|Sapienza]]'' (rappresentato da un [[Docente|maestro]] in [[cattedra]] di fronte ai suoi alunni seduti sui banchi).<ref name=guida/>.
 
La decorazione del soffitto del propileo di destra fu invece affidata ad [[Antonio Rizzi (pittore)|Antonio Rizzi]].<ref name=guida/> .
Rizzi rappresentò, lungo la parte più elevata delle pareti verticali, ''La Legge'' (che è composta dalle allegorie della ''[[Giustizia]]'' seduta sul [[trono]], della ''Sapienza'', della ''[[Ricchezza]]'', della ''[[Prudenza]]'', della ''[[Forza (filosofia)|Fortezza]]'' e della ''[[Temperanza]]'', ognuna con i suoi classici attributi), ''Il [[Valore morale|Valore]]'' (rappresentata da un giovane che [[tempra]] la sua spada sulle ali della ''[[Libertà]]'' e che è attorniato dai fondatori della [[Italici|stirpe italica]], tra cui [[Enea]] e [[Ascanio]]), ''La [[Pace]]'' (impersonata da una figura femminile che regge un [[Covone|fascio di grano]] e da altre figure che portano i frutti della terra, mentre [[Columbidae|colombe]] bianche volano verso una fonte d'acqua) e ''L'Unione'' (rappresentata dall'incontro tra un giovane e ''La [[Poesia]]'').<ref name=guida/>.
[[File:Altare della Patria-July 2016 (95).jpg|thumb|Scorcio delle decorazioni interne della parete frontale al colonnato del sommoportico]]
 
Le porte interne che conducono dai due propilei al sommoportico sono ornate di sculture allegoriche rappresentanti le arti: l<nowiki>'</nowiki>''[[Architettura]]'' e la ''[[Musica]]'', che si trovano nel vestibolo di sinistra e che sono opera di [[Antonio Garella]], e la ''[[Pittura]]'' e la ''[[Scultura]]'', che sono situate nel vestibolo di destra e che sono state realizzate da [[Lio Gangeri]].<ref name=guida/>. L'interno del sommoportico ha un pavimento di marmi [[Policromia|policromi]]<ref name=TCI1925/> e un soffitto a [[Cassettone|cassettoni]]: quest'ultimo, che è stato progettato da [[Gaetano Koch]], è chiamato "soffitto delle scienze".<ref name=guida/>.
 
Il "soffitto delle scienze" deve il suo nome alle sculture in bronzo di [[Giuseppe Tonnini]] collocate all'interno del sommoportico che rappresentano le ''Allegorie delle Scienze'' (costituite da figure femminili che rappresentano la ''[[Geometria]]'' con [[Compasso (strumento)|compasso]] e [[Squadra (strumento)|squadra]], la ''[[Chimica]]'' con [[Storta (vetreria)|storta]] e [[distillatore]], la ''[[Fisica]]'' con [[lanterna]] e [[barometro]], la ''[[Mineralogia]]'' con un cristallo di [[quarzo]], la ''[[Meccanica (fisica)|Meccanica]]'' con [[Ingranaggio|ruota dentata]], la ''[[Medicina]]'' con [[Coppa (contenitore)|coppa]] e [[bastone di Asclepio]], l<nowiki>'</nowiki>''[[Astronomia]]'' con il [[Zodiaco|globo dello zodiaco]] e [[sestante]] e la ''[[Geografia]]'' con [[goniometro]] e [[Terra|globo terrestre]]).<ref name=guida/>. La parete verticale opposta alle colonne è decorata, nella parte superiore, da mosaici a fondo dorato, realizzati dopo il 1925.<ref name=TCI1925/>. Altre sculture presenti all'interno del sommoportico sono i ''[[Trofeo|Trofei d'arme]]'' (costituiti da un insieme di [[Scudo|scudi]], [[Corazza|corazze]], [[Alabarda|alabarde]], [[Lancia (arma)|lance]], [[Bandiera|bandiere]], [[Freccia|frecce]] e [[Faretra|faretre]]; in un trofeo si mostrano gli emblemi della [[Casa Savoia]], ossia la [[corona d'Italia]], l'[[Aquila (araldica)|aquila]] con lo [[Croce (araldica)|scudo crociato]] e il [[Ordine supremo della Santissima Annunziata|collare dell'Annunziata]]).<ref name=TCI1925/>.
 
== La cripta interna del Milite Ignoto ==
[[File:L'arrivo della salma del Milite Ignoto al Vittoriano.jpg|thumb|left|L'arrivo della bara del Milite Ignoto all'Altare della Patria (4 novembre 1921)]]
 
La cripta del Milite Ignoto, come già accennato, è un locale situato sotto la ''statua equestre di Vittorio Emanuele II'' a cui si accede dal [[Sacrario delle Bandiere]], da cui è possibile vedere il lato del [[sacello]] del Milite Ignoto che dà verso gli spazi interni del Vittoriano.<ref name="Tobia|pp. 102-103">{{Cita|Tobia|pp. 102-103}}.</ref>. Si trova quindi in corrispondenza dell'Altare della Patria, da cui invece si può vedere il lato della tomba del Milite Ignoto che dà verso l'esterno dell'edificio.<ref name="Tobia|p. 103"/>.
 
L'epigrafe della parte interna della pietra sepolcrale del Milite Ignoto riporta la scritta "{{maiuscoletto|[[Ignoto militi|Ignoto Militi]]}}" e le date di inizio e di fine della partecipazione italiana al primo conflitto mondiale, ovvero "{{maiuscoletto|Xxiv Maggio Mcmxv}}" (24 maggio 1915) e "{{maiuscoletto|Iv Novembre Mcmxviii}}" (4 novembre 1918).<ref name="milite-ignoto"/>. Come già accennato, il lato esterno della pietra sepolcrale riporta invece solo gli anni della partecipazione italiana alla guerra.<ref name="milite-ignoto">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.pietrigrandeguerra.it/il-milite-ignoto-ed-il-dopoguerra-storico/|titolo=Il Milite Ignoto ed il dopoguerra storico|accesso=14 marzo 2018}}</ref>.
 
Al Milite Ignoto, il 1º novembre 1921<ref name="Tobia|p. 82">{{Cita|Tobia|p. 82}}.</ref>, fu conferita la [[medaglia d'oro al valor militare]], massima decorazione militare italiana, con una motivazione che fu riportata anche sul lato del suo sacello che si trova internamente al Vittoriano, nell'omonima cripta:<ref name="milite-ignoto"/>:
 
{{citazione|{{maiuscoletto|Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria}}}}
[[File:Sarcofago del soldato ignoto.jpg|thumb|La bara del Milite Ignoto non ancora inumata all'Altare della Patria]]
 
Sulla porta del simulacro è invece presente il seguente [[epitaffio]],<ref name="treccani"/>, che è stato redatto da re Vittorio Emanuele III di Savoia in persona:<ref name="Tobia|p. 80">{{Cita|Tobia|p. 80}}.</ref>:
 
{{citazione|{{maiuscoletto|Ignoto il nome - folgora il suo spirito - dovunque è l'Italia - con voce di pianto e d'orgoglio - dicono - innumeri madri: - è mio figlio}}}}
 
La medaglia al valor militare, il 12 ottobre 1921, era stata preceduta dalla ''[[Medal of Honor]]'', massima decorazione militare assegnata dal [[Governo federale degli Stati Uniti d'America]],<ref>{{cita web|url=http://www.homeofheroes.com/gravesites/unknowns/foreign_italy.html|titolo=The Unknown Soldier Of World War|lingua=en|accesso=1º febbraio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160308024350/http://www.homeofheroes.com/gravesites/unknowns/foreign_italy.html|dataarchivio=8 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>, a cui seguì la [[Croce della Libertà|Croce della Libertà per il comando militare di I Classe]], massima onorificenza militare dell'[[Estonia]], e la ''[[Croix de guerre 1914-1918 (Francia)|Croix de guerre]]'', onorificenza militare [[Francia|francese]].<ref name="Tobia|p. 98">{{Cita|Tobia|p. 98}}.</ref>.
[[File:Sacello Milite Ignoto Roma.jpg|thumb|left|Il sacello del Milite Ignoto visibile dalla cripta interna al Vittoriano]]
 
La cripta del Milite Ignoto è opera dell'architetto [[Armando Brasini]].<ref name="Tobia|p. 102">{{Cita|Tobia|p. 102}}.</ref>. È un locale a forma di croce greca con [[Cupola|volta a cupola]] a cui si accede tramite due rampe di scale.<ref name="Tobia|p. 102"/>. Dalla cripta si diparte un breve cunicolo che raggiunge la nicchia del sacello del Milite Ignoto.<ref name="Tobia|p. 102"/>. La nicchia è inserita in un [[arcosolio]] il cui stile si ispira aglialle [[Architettura paleocristiana|edifici paleocristiani]], in particolar modo alle [[catacombe]].<ref name="Tobia|p. 102"/>. Il soffitto della cripta richiama lo stile dell'[[architettura romana]], alternando [[Volta a crociera|volte a crociera]] e [[Volta a botte|volte a botte]].<ref name="Tobia|p. 102"/>. Il locale, che è stato realizzato in laterizi, è caratterizzato dalla presenza di [[archi a tutto sesto]] e di nicchie.<ref name="Tobia|pp. 102-103"/>. È anche presente un piccolo [[altare]] per le funzioni religiose.<ref name="Tobia|p. 103"/>.
 
Le pareti della cripta sono decorate da un [[mosaico]] di [[Mosaico bizantino|stile bizantino]] che è opera di [[Giulio Bargellini]].<ref name="Tobia|p. 103"/>. I soggetti ritratti sono a sfondo religioso: la [[crocifissione di Gesù]], che è situata sopra la tomba del Milite Ignoto, e l'immagine dei [[santi protettori delle forze armate italiane]], ovvero la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna di Loreto]] (patrona dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]]), che è collocata sulla cupola, [[Martino di Tours|san Martino]] (patrono della [[fanteria]]), [[san Giorgio]] (patrono della [[cavalleria]]), [[san Sebastiano]] (patrono della [[polizia locale]]) e [[santa Barbara]] (patrona della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]], degli [[Artificiere|artificieri]] e dei [[Genio militare|genieri]]), tutti rappresentati sulle pareti verticali.<ref name="Tobia|p. 103"/>.
 
Parti della cripta e del sepolcro sono state realizzate con [[Roccia|materiali lapidei]] provenienti dalle montagne che furono teatro degli scontri della prima guerra mondiale: il pavimento è in marmo del [[Carso]] mentre il piccolo altare per le funzioni religiose è stato realizzato in unico blocco di pietra proveniente dal [[monte Grappa]].<ref name="Tobia|p. 103"/>.
 
== Note ==