Riforma liturgica del rito romano: differenze tra le versioni

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Gli storici considerano come data di nascita del Movimento liturgico il 23 settembre 1909, quando dom Lambert Beauduin presentò al Congresso di Mechelen la sua relazione sulla partecipazione dei fedeli al culto cristiano.<ref>''[https://books.google.com/books?id=uBgsHcxgS74C&pg=PA19 Dom Lambert Beauduin, visionnaire et précurseur (1873-1960): un moine au cœur libre]'', Editions du CERF, 2005. p. 19.</ref><ref>Bernard Botte, ''[https://books.google.com/books?id=0Vp8DwAAQBAJ&pg=PT17 Le mouvement liturgique: Témoignage et souvenirs]'', 1973, p. 17.</ref> Ma prima di tale data, aveva esercitato la sua influenza l'opera di [[Prosper Guéranger]] (1806-1875). Dal 1909 però il movimento non è più legato al culto monastico, soprattutto nelle comunità benedettine di Francia, Belgio e Germania: si estende alle parrocchie e assume un tono più pastorale.
 
Nel 1911, Pio X abolì completamente la disposizione dei salmi stabilita nel Breviario romano di Pio V, distribuendoli o suddividendoli in modo da avere all'incirca lo stesso numero di versetti nella nell'[[Liturgia delle ore|ufficio]] di ogni giorno. Cambiò anche le rubriche riguardanti la priorità tra il [[santorale]] e gli altri uffici: la moltiplicazione delle feste dei santi aveva reso molto rara la celebrazione delle domeniche e delle [[Feria (liturgia)|ferie]], e di conseguenza la recita di alcuni salmi.<ref>[https://www.newliturgicalmovement.org/2009/11/compendium-of-reforms-of-roman-breviary.html#.YRAer45KjbY Shawn Tribe, "The Breviary Reforms of St. Pius X"]</ref><ref>[https://www.newadvent.org/cathen/16013a.htm John Wynne, "Reform of the Roman Breviary" en ''Catholic Encyclopedia'' (New York 1914)]</ref> Questi cambiamenti resero necessaria la modifica anche del Messale romano, che avvenne nella tipica edizione del 1920 promulgata dal suo successore [[papa Benedetto XV|Benedetto XV]].
[[File:TriangelOstervigilvor1955.png|thumb|Tricerio o arundine usato nella liturgia della [[Veglia pasquale]] nel mattino di [[Sabato santo]] prima della riforma liturgica di [[papa Pio XII]].]]
Con l'[[enciclica]] ''[[Mediator Dei]]'' del 1947, Pio XII condannò deviazioni e travisamenti e allo stesso tempo dichiarò "degni di lode coloro i quali, allo scopo di rendere più agevole e fruttuosa al popolo cristiano la partecipazione al Sacrificio Eucaristico, si sforzano di porre opportunamente tra le mani del popolo il «Messale romano», di modo che i fedeli, uniti insieme col sacerdote, preghino con lui con le sue stesse parole e con gli stessi sentimenti della Chiesa; e quelli che mirano a fare della Liturgia, anche esternamente, una azione sacra, alla quale comunichino di fatto tutti gli astanti. Ciò può avvenire in vari modi: quando, cioè, tutto il popolo, secondo le norme rituali, o risponde disciplinatamente alle parole del sacerdote,<ref>La forma chiamata ''Messa dialogata''</ref> o esegue canti corrispondenti alle varie parti del Sacrificio".<ref>La cosiddetta ''Deutsche Singmesse''</ref> Sottolineò che "il solo Sommo Pontefice ha il diritto di riconoscere e stabilire qualsiasi prassi di culto, di introdurre e approvare nuovi riti e di mutare quelli che giudica doversi mutare".<ref>[https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20111947_mediator-dei.html Enciclica '''Mediator Dei'']</ref>