Battaglia dell'Adamello: differenze tra le versioni

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Da parte austro-ungarica, il giorno dell'inizio delle ostilità il generale [[Viktor Dankl von Krasnik]] assunse il comando della difesa del Tirolo, con sede a [[Innsbruck]], il cui limite territoriale andava dal passo dello Stelvio alla [[Croda Nera]], situata sullo spartiacque carnico poco a est di [[Forcella Dignas]]: perciò si contrapponeva all'incirca con gli schieramenti congiunti della 1ª e della 4ª Armata italiana. La regione venne ripartita in cinque settori, detti ''Rayon''; parte della 90ª Divisione del generale Scholz, composta da undici battaglioni, fu assegnata al presidio dei settori I e II, dallo Stelvio a cima Presèna, e poteva contare sul sostegno del forte Gomagoi situato sulla direttrice dello Stelvio e del moderno [[Fortificazioni austriache al confine italiano#Sbarramento Tonale|sbarramento]] posto a difesa del passo del Tonale<ref name="Pieropan66">{{cita|Pieropan|p. 66}}.</ref>.
 
Il III° settore correva dall'Adamello alle Pale di San Martino, ed era di competenza alla 91ª Divisione composta da una trentina di battaglioni, al comando del generale [[Können von Horack]], dove una brigata controllava il presidio delle piazzeforti di [[Riva del Garda]] e di [[Trento]], dipendenti dal generale Guseck. Questo [[Fortezza di Trento|sistema difensivo attorno a Trento]] era di grande importanza strategica, e indusse i comandi austro-ungarici a ripartire il settore in quattro sotto-settori, LodaroLadaro, Lavarone, Rovereto e Pergine, che si avvalevano di moderne fortificazioni e diverse opere difensive. Il IV settore, compreso dalle Pale di San Martino al [[monte Padon]] era alle dipendenze della 90ª Divisione, ed era presidiato da una brigata da montagna su sette battaglioni, e poteva contare sullo sbarramento Cismon-Travignolo-Passo San Pellegrino. Ed infine il V settore, estendendosi da monte Padon alla Croda Nera, allineava una brigata da montagna su nove battaglioni, e poteva fruire su un articolato sistema di opere fisse difensive erette a guardia dei solchi vallivi più insidiosi nella vicina [[val Pusteria]]. L'addensamento di forze della 4ª Armata fece sì che il 27 maggio questo settore venisse sottratto alla 90ª Divisione e reso parzialmente autonomo al comando del generale [[Ludwig Goiginger]] e con il rinforzo di tre battaglioni. Ciò fino al sopraggiungere dell'[[Alpenkorps]] tedesco, il cui comandante [[Konrad Krafft von Dellmensingen]] assunse il comando del Tirolo e la responsabilità del IV e V settore<ref name="Pieropan66" />, che mantenne fino al 14 ottobre, quando, partito l'Alpenkorps dall'Alto Adige, ne assunse il comando il generale [[Josef Freiherr Roth von Limanowa-Lapanów|Roth von Limanowa]]<ref>{{cita|Berti|p. 36}}.</ref>.
 
È dunque evidente in questa parte del fronte la superiorità delle forze italiane, ma la poca cognizione della situazione avversaria, il condizionamento politico, le incertezze, l'impreparazione specifica nella conoscenza e valutazione del terreno, la scarsa intraprendenza e l'eccessivo timore di accollarsi eventuali responsabilità soprattutto nelle sfere militari più alte, fecero sì che questa superiorità non venne sfruttata, neppure laddove si presentarono le occasioni più allettanti in chiave offensiva<ref>{{cita|Pieropan|p. 68}}.</ref>. Da parte asburgica peraltro, nei decenni precedenti lo scoppio del conflitto le risorse furono destinate al rafforzamento delle fortificazioni ad est in Galizia, e nella zona costiera. Per cui l'unico scopo nei settori alpini del fronte italiano fu quello di controbilanciare le spinte offensive italiane.