Bella ciao: differenze tra le versioni

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''Bella ciao, ciao, ciao''"<ref>{{Cita|Marcaccini|pag. 6}}</ref>.}}
 
{{Senza fonte|D'altra parte questa versione, con l'utilizzo del termine "patriota" (ai tempi molto usato dal fascismo e quindi piuttosto inviso alle Brigate Garibaldi) al posto di "partigiano"}}, confermerebbe ulteriormente che non esistono prove documentali che la versione del partigiano sia antecedente alla prima pubblicazione del testo a metà degli anni cinquanta del Novecento.<ref>{{Cita web|url=https://lanostrastoria.corriere.it/2018/07/10/la-vera-storia-di-bella-ciao-che-non-venne-mai-cantata-nella-resistenza/|titolo=La vera storia di “”Bella ciao”, che non venne mai cantata nella Resistenza|sito=lanostrastoria.corriere.it|lingua=it|accesso=2021-09-10}}</ref>
 
Sempre secondo Giacomini, un'altra attestazione di Bella ciao come canto della Resistenza italiana si avrebbe in una lettera datata 24 aprile 1946 scritta dalla russa Lydia Stocks ad Amato Vittorio Tiraboschi.<ref>{{Cita|Giacomini|p.13}}</ref> Tiraboschi, col nome di battaglia Primo, era stato il comandante della zona di Ancona della Brigata Garibaldi-Marche e, successivamente, della V Garibaldi-Ancona.<ref>{{Cita|Giacomini|p.14}}</ref> Lydia Stocks dopo l'8 settembre fuggì da un campo di internamento femminile in provincia di Macerata e raggiunse i partigiani sul [[monte San Vicino]], dove conobbe Douglas Davidson, comandante di distaccamento e il comandante Tiraboschi ("Primo"), a cui facevano riferimento tutti i gruppi partigiani della zona del San Vicino.<ref>{{Cita|Giacomini|p.16}}</ref>