Eccidio dei IX Martiri: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Memoria: Ripristinato link interrotto con Archive.org
rb
Etichetta: Annulla
Riga 18:
|motivazione = accusa di essere [[Franco tiratore|franchi tiratori]]
}}
L''''eccidio dei IX Martiri''' fu una strage compiuta da un plotone misto di [[fascisti]] e [[nazisti]] il 23 settembre [[1943]] a all'[[L'Aquila|Aquila]], in località Casermette, e che causò l'uccisione di nove giovani tra i 17 e i 21 anni.
 
== Storia ==
Poco dopo la [[liberazione di Mussolini]] — avvenuta il 12 settembre sul [[Gran Sasso d'Italia]] — i tedeschi raggiunsero [[L'Aquila]], allestendo qui un ''Platzkommandantur'' ed esigendo la registrazione di tutti i soldati in età arruolabile;<ref name="Atlante">{{cita web|autore=David Adacher, Riccardo Lolli, Gilberto Marimpietri|url=http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Aquila_23_09_43.pdf|titolo=Episodio di L'Aquila, 23.09.1943|accesso=25 aprile 2018}}</ref> questo spinse molti giovani aquilani a lasciare la città per trovare rifugio sulle montagne circostanti e, in alcuni casi, ad unirsi alle [[partigiani|truppe partigiane locali]] guidate dal colonnello Gaetano D'Inzillo.<ref name="Cavalieri">{{Cita news|autore=Walter Cavalieri|titolo=Nove Martiri, ecco i perché della strage|url=http://www.ilcentro.it/l-aquila/nove-martiri-ecco-i-perch%C3%A9-della-strage-1.1235004|pubblicazione=[[Il Centro]]|giorno=22|mese=settembre|anno=2013}}</ref>
 
L'obiettivo era quello di raggiungere [[Ceppo (Rocca Santa Maria)|Ceppo]], sul versante teramano dei [[Monti della Laga]], dove stavano radunandosi oltre 1.600{{formatnum:1600}} partigiani abruzzesi che di lì a qualche giorno avrebbero dato vita alla [[battaglia di Bosco Martese]], la prima tra tedeschi e partigiani nella storia della [[resistenza italiana]].<ref name="Cavalieri"/>
 
La sera del 22 settembre, una quarantina di ragazzi lasciarono il [[quarto di Santa Maria]] e, armi in spalla, si diressero verso [[Collebrincioni]] dove li avrebbe raggiunti lo stesso colonnello D'Inzillo con i suoi uomini.<ref name="Cavalieri"/> All'alba del giorno dopo, tuttavia, vennero scoperti dai militari tedeschi impiegati in un rastrellamento di alcuni prigionieri fuggiaschi nel vicino [[convento di San Giuliano]].<ref name="Cavalieri"/> Le cause della scoperta del nascondiglio del manipolo da parte delle truppe naziste guidate dal tenente Hassen sono controverse: una prima ipotesi prevede che i giovani avessero voluto provare le armi, richiamando così l'attenzione dei tedeschi nei paraggi, mentre una seconda possibilità farebbe riferimento ad una soffiata di un fascista aquilano, forse in cambio di denaro.<ref name="Atlante"/><ref name="Cavalieri"/><ref name="Alleva">{{Cita news|autore=Alessia Centi Pizzutilli|titolo=L'Aquila: il ricordo di Pina Alleva, “Nove martiri venduti per denaro ai tedeschi”|url=http://www.abruzzoweb.it/contenuti/25-aprile-nove-martiri-venduti-per-denaro-traditi-dagli-stessi-aquilani-/656099-1/|pubblicazione=abruzzoweb.it|giorno=25|mese=aprile|anno=2018|accesso=25 aprile 2018|dataarchivio=26 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180426075809/http://www.abruzzoweb.it/contenuti/25-aprile-nove-martiri-venduti-per-denaro-traditi-dagli-stessi-aquilani-/656099-1/|urlmorto=sì}}</ref> Secondo lo storico Walter Cavalieri, questa seconda tesi spiegherebbe anche la rinuncia del colonnello D'Inzillo a raggiungere il luogo dell'incontro, perché venuto a conoscenza del tradimento.<ref name="Cavalieri"/>