Chiaro di luna (racconto, ottobre 1882): differenze tra le versioni

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== Trama ==
Il parroco di campagna Marignan «era un prete alto, magro, fanatico, dall'animo sempre esaltato ma schietto. Le sue convinzioni erano solide, non conoscevano oscillazioni; pensava sinceramente di conoscere il suo Dio, di penetrarne i disegni, i desideri, le intenzioni»<ref>{{Cita|Chiar di luna, traduzione di O. Del Buono}}. Le citazioni in lingua italiana del racconto "Chiaro di luna" in questa voce sono tutte di Oreste Del Buono.</ref>. Il parroco, misogeno, viveva con una sua giovane nipote orfana, che egli avrebbe voluto farne una suora di carità. Un giorno la moglie del sacrestano lo informò che la nipote aveva un innamorato col quale andava a passeggio lungo il fiume ogni sera dopo le 10. Indignato, il parroco decise di uscire quella stessa sera per sorprendere i due giovani. Ma non appena «aprì la porta per uscire; si fermò sulla soglia, sorpreso da un chiaro di luna così splendido che non se ne vedono quasi mai di simili. E, siccome era dotato di un animo eccitabile, uno di quegli animi che dovevano possedere i padri della Chiesa, quei poeti sognatori, si sentì di colpo distratto, emozionato per la grandiosa e serena bellezza di quella chiara notte.» Lo spettacolo di quel meraviglioso chiaro di luna sembrava versare sulla campagna addormentata sacri effluvi amorosi. Il parroco ne fu placato e si insinuò nel suo animo un senso di indulgente comprensione. Intravide infatti i due innamorati passeggiare abbracciati, ma si ritrasse: «Non era Dio ad autorizzare l'amore, dato che visibilmente lo circondava di un simile splendore? E se ne fuggì, smarrito, quasi vergognoso, come se fosse penetrato in un tempio dove non aveva diritto d'entrare».
 
Per [[Mario Bonfantini]], «il sapore della novella è tutto nella descrizione di questo chiaro di luna, toccante di semplicità e pervasa di schietta e fresca poesia»<ref>{{Cita| M. Bonfantini, Dizionario Bompiani}}.</ref>.
 
== Storia ==
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Poche settimane prima, Maupassant aveva scritto un racconto intitolato anch'esso ''[[Chiaro di luna (racconto, luglio 1882)|Chiaro di luna]]''<ref>{{Cita|Edizione critica di Louis Forestier, 1974|p. 1974}}.</ref>, apparso sul quotidiano ''[[Le Gaulois]]'' del 1º luglio 1882 e pubblicato in volume, dopo la morte di Maupassant (nel 1893), nella raccolta postuma ''Le Père Milon'' nel 1899.
 
Per [[Mario Bonfantini]], «il sapore della novella è tutto nella descrizione di questo chiaro di luna, toccante di semplicità e pervasa di schietta e fresca poesia»<ref>{{Cita| M. Bonfantini, Dizionario Bompiani}}.</ref>.
 
== Edizioni ==