Dione (divinità): differenze tra le versioni
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[[File:East pediment KLM Parthenon BM.jpg|thumb|upright=1.7|Hestia, Dione e Afrodite, scultura di Fidia e aiuti, dal frontone orientale del Partenone, 435 a.C., [[Londra]], [[British Museum]].]]
Nella [[mitologia greca]] '''Dione''' (in [[lingua greca|greco]] ''Διώνη'', Diṓnē) è una delle dee della prima generazione divina, associata al mare e alla bellezza. È nota soprattutto come una delle possibili madri di [[Afrodite]].
Dione è anche la dea della quercia, e come tale è assimilata a [[Dioniso]], di cui
Dione, assimilata alla [[Dea Madre]] era venerata insieme a [[Zeus]] nel santuario di [[Dodona]]. Le loro sacerdotesse erano chiamate [[Peleiadi]].▼
La sua origine varia a seconda delle tradizioni: secondo [[Biblioteca (Apollodoro)|Apollodoro]] (1.1.3) è una [[Titano (mitologia)|Titani]]de, figlia di [[Urano (mitologia)|Urano]] (il Cielo) e di [[Gea]] (la Terra), quindi sorella di [[Temi]], [[Rea (mitologia)|Rea]], [[Teti (titanide)|Teti]], [[Febe (titanide)|Febe]], [[Mnemosine]] e [[Teia (mitologia)|Teia]]; o, secondo la versione di [[Esiodo]], riportata nella ''Teogonia'', è una delle [[Oceanine]], e figlia del [[Titani|titano]] [[Oceano (divinità)|Oceano]] e della [[titanide]] Teti. [[Igino (astronomo)|Igino]], nelle sue Fabulae, la ritiene invece una delle [[Pleiadi (mitologia)|Pleiadi]], le figlie di [[Atlante (mitologia)|Atlante]] e di [[Pleione]]; in quest'ultima versione, sposata a [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]], ebbe due figli: [[Niobe]] e [[Pelope]].▼
==Mitologia==
===Ascendenza===
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===Discendenza===
[[Omero]] racconta che [[Zeus]] l'aveva sposata e da lei aveva avuto una figlia, [[Afrodite]]; questa leggenda è stata accolta anche dal poeta [[Virgilio]], che nomina la dea con l'epiteto di "Dionea". Secondo [[Platone]], esistevano due Afrodite: la prima, nata da [[Urano (mitologia)|Urano]], era l'Afrodite Urania, dea dell'amore puro, la seconda, l'Afrodite Pandemia (cioè l'Afrodite del Popolo), figlia di Zeus e Dione, dea dell'amore volgare. Tuttavia questa è un'interpretazione filosofica tardiva, estranea ai più antichi miti della dea.▼
[[Omero]] racconta che [[Zeus]] l'aveva sposata e da lei aveva avuto una figlia, [[Afrodite]]; questa leggenda è stata accolta anche dal poeta [[Virgilio]], che nomina la dea con l'epiteto di "Dionea".
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==== Nell'''Iliade'' di Omero ====▼
Durante i combattimenti nella [[guerra di Troia]], Afrodite intervenne per salvare suo figlio [[Enea]], che, ferito, rischiava di essere ucciso nella mischia. Mentre cercava di coprirlo col suo [[peplo]] sgargiante, [[Diomede]] la vide e colpì con la lancia, ferendole il polso. Disperata, la dea lasciò il figlio ad [[Apollo]] e riparò nell'[[Olimpo (mitologia)|Olimpo]], dove si gettò ai piedi della madre Dione. Al vederla, la dea domandò la causa del suo dolore, dando per scontato che solo un immortale aveva potuto procurarle quella ferita. Quando sua figlia le svelò il contrario, Dione la rassicurò, annunciandole che numerose divinità avevano già patito dolori a causa di mortali; citò [[Ade]], ferito da una mortale freccia di [[Eracle]], oppure [[Era (mitologia)|Era]], anch'essa ferita dall'eroe semidio. Infine la dea pose le proprie mani sulla ferita di Afrodite e le lenì ogni dolore.
▲Dione è anche la dea della quercia, e come tale è assimilata a [[Dioniso]], di cui più volte è ritenuta la madre, frutto successivo del suo amore con Zeus.
▲Dione, assimilata alla [[Dea Madre]] era venerata insieme a [[Zeus]] nel santuario di [[Dodona]]. Le loro sacerdotesse erano chiamate [[Peleiadi]].
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