Massimo Pilotti: differenze tra le versioni

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Quando il 10 giugno il presidente della Corte [[Giuseppe Pagano (magistrato)|Giuseppe Pagano]] enunciò i risultati referendari (12.718.019 i voti per la Repubblica, 10.709.423 per la Monarchia) dichiarò anche che “La Corte, a norma dell’art.19 del d. lgt. 23 aprile 1946 nr.1219, emetterà in altra adunanza il giudizio definitivo sulle contestazioni, proteste, reclami, presentate agli uffici dalle singole sezioni, a quelle centrali e circoscrizionali e alla Corte stessa concernenti le operazioni relative al referendum: integrerà il risultato con i dati delle sezioni ancora mancanti e indicherà il numero complessivo degli elettori votanti, dei voti nulli e dei voti attribuiti”. La formula dilatoria, che rese poi ambigui i risultati, fu coniata da Pilotti<ref name=":0" />. Egli votò, assieme al presidente Pagano, a favore del ricorso monarchico dell'avvocato Selvaggi sul computo dei voti, ma fu messo in minoranza. Il ricorso, anche se accolto, non avrebbe comunque cambiato l'esito del referendum<ref>{{cita libro | nome=Gianni | cognome=Oliva | |wkautore = Gianni Oliva|titolo=I Savoia, 900 anni di monarchia | anno=2019 | editore=[[Arnoldo Mondadori Editore]] |p=27|isbn=9788804700319 }}</ref>, dichiarato il giorno 18 giugno.
 
Pilotti rimase però polemico sulle modalità e le presunte illegalità commesse per assecondare un esito repubblicano del referendum e, nel discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario del [[1947]], rifiutò di rivolgere saluto formale al primo [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Enrico De Nicola]] che gli sedeva davanti, così come anche di citare i risultati del referendum<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=http://www.libertaegiustizia.it/2009/06/02/2-giugno-la-repubblica-ha-63-annima-non-e-mai-stata-proclamata/|titolo=2 giugno, la Repubblica ha 63 anniMa non è mai stata proclamata|autore=Giorgio Frasca Polara|sito=Libertà e Giustizia|data=2009-06-02|lingua=it-IT|accesso=2021-07-09}}</ref>. Provocò così le ire della Corte che si mise con lui d'accordo per allontanarlo tramite nomina a presidente del [[Tribunale Superiore delle acque pubbliche]] con apposita elevazione della carica allo stesso grado del titolo di [[Procura generale della Repubblica|Procuratore generale della Repubblica]] che già aveva raggiunto<ref name=":0" />. Nel [[1949]] sarebbe stato comunque nominato primoPrimo Presidente onorario della Corte suprema di Cassazione<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=https://curia.europa.eu/jcms/jcms/p1_217426/it/|titolo=CURIA - Corte di giustizia - Corte di giustizia dell’Unione europea|sito=curia.europa.eu|accesso=2021-09-24}}</ref>.
 
Dopo la parentesi romana spese gli ultimi anni in ambito internazionale, venendo nominato, su proposta di De Gasperi, arbitro italiano per la [[Corte permanente di arbitrato|Corte permanente di arbitrato dell'Aia]] nel [[1949]]<ref name=":0" />. Infine, dal [[1952]] al [[1958]], divenne il primo presidente dell'appena istituita [[Corte di giustizia delle Comunità europee|Corte di giustizia delle Comunità europee (poi Corte di giustizia dell'Unione europea)]]<ref name=":1" /> tornando a lavorare con [[Jean Monnet]], [[CECA|Presidente dell'Alta autorità europea]], col quale aveva collaborato alla Società delle Nazioni.