Biostampa tridimensionale: differenze tra le versioni

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La '''biostampa in tre dimensioni''' (in inglese: ''3D bioprinting'') è una tecnologia che permette, tramite una [[stampante tridimensionale|stampante in 3d]], di produrre tessuti e organi. La biostampa in 3D deposita un biomateriale, detto biolink, strato su strato per creare strutture tissutali che possono essere usati in campo medico.<ref>Roche CD, Brereton RJ, Ashton AW, Jackson C, Gentile C (2020). "Current challenges in three-dimensional bioprinting heart tissues for cardiac surgery". European Journal of Cardio-Thoracic Surgery. 58 (3): 500–510.</ref> Allo stato attuale la biostampa si limita a creare tessuti e miniorgani per facilitare la ricerca farmacologica.<ref>Hinton TJ, Jallerat Q, Palchesko RN, Park JH, Grodzicki MS, Shue HJ, et al. (October 2015). "Three-dimensional printing of complex biological structures by freeform reversible embedding of suspended hydrogels"</ref> Questa tecnologia comprende la stampa di matrici extracellulari e di cellule viventi.<ref>Roche CD, Sharma P, Ashton AW, Jackson C, Xue M, Gentile C (2021). "Printability, durability, contractility and vascular network formation in 3D bioprinted cardiac endothelial cells using alginate–gelatin hydrogels". Frontiers in Bioengineering and Biotechnology. 9: 110.</ref> Inoltre il bioprinting è in grado di generare impalcature che posso essere usate per rigenerare giunture e legamenti.<ref>Nakashima Y, Okazak K, Nakayama K, Okada S, Mizu-uchi H (January 2017). "Bone and Joint Diseases in Present and Future". Fukuoka Igaku Zasshi = Hukuoka Acta Medica. 108 (1): 1–7.</ref>