Stato di diritto: differenze tra le versioni

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Attualmente, infatti, in gran parte degli Stati del mondo i diritti civili e politici sono assicurati a tutti gli individui, senza alcuna distinzione, proprio grazie all'evoluzione storico-politica che, a partire dallo Stato assoluto, ha portato al raggiungimento del cosiddetto Stato di diritto.
 
Possiamo riconoscere un esempio precursore di Stato di diritto nella costituzione inglese del [[XVII secolo]]: la [[gloriosa rivoluzione inglese]] combattuta contro l'assolutismo della [[Stuart|dinastia Stuart]] porta a una serie di documenti (''[[Bill of rights|]]''Bill, of rights'']], [[Habeas Corpus|]]''Habeas, Corpus'']], [[Act of Settlement|]]''Act of Settlement'']]) che sanciscono l'inviolabilità dei diritti fondamentali dei cittadini e la subordinazione del [[monarca|Re]] al [[Parlamento]] (che è rappresentante del popolo).
 
La proclamazione consapevole e attuale dello Stato di diritto si realizza tramite le due grandi rivoluzioni settecentesche, quella [[Rivoluzione americana|americana]] e quella [[Rivoluzione francese|francese]]. In particolare fu quest'ultima a importare nel Vecchio continente i principi dello [[Stato liberale]], che poi saranno oggetto (più o meno ampio, più o meno strumentalizzato dai vari monarchi europei) delle costituzioni ottocentesche.
===Evoluzione===
La critica che è stata generalmente rivolta allo Stato di diritto da gran parte della storiografia giuridica<ref>[[Sabino Cassese]], ''La storia, compagna necessaria del diritto'', in “Le Carte e la Storia”, 2009, n. 2, pp. 5-11.</ref>, da varie frange ideologiche (socialisti, dottrina sociale della Chiesa ad esempio) e dai [[partiti di massa]] sorti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, è quella di aver riconosciuto solo in astratto i [[diritti fondamentali dell'uomo]], senza curare l'attuazione in concreto di tali diritti. Così si è realizzata in tutti gli Stati liberali una situazione che di fatto contrastava con le proclamazioni di diritto previste dai testi costituzionali vigenti<ref>Manfred H. Wiegandt, ''Die [[Repubblica di Weimar|Weimarer Staatsrechtslehre]] aus dem Blickwinkel des 21. Jahrhunderts'', Kritische Justiz, Vol. 46, No. 4 (2013), pp. 442-459.</ref>. A queste lacune si sarebbe rimediato con l'introduzione dei principi del ''[[Welfare state|]]''Welfare state'']] e la creazione degli Stati [[democrazia|democratici]].
 
== Descrizione ==