Governo Rumor I: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Correction: "insegnante"
→‎Cronologia: chiarite frasi, wikilink
Riga 375:
*18 febbraio: mentre si attende il processo di appello per la vicenda SIFAR il generale [[Giovanni De Lorenzo]] presenta un esposto in procura contro 12 generali, 2 colonnelli, due tenenti-colonnello, un consigliere di stato e due magistrati militari. L'accusa è di violazione del segreto di stato, abuso di ufficio, sottrazione di documenti e peculato. Coinvolto anche il missino [[Pino Rauti]] per il contenuto del libro "Mani rosse sulle forze armate", che avrebbe dato ampio spazio a notizie altrimenti riservate. Il governo, pressato da più parti, si dichiara possibilista ad un'inchiesta parlamentare, ma con opportuni limiti.<ref>Il Messaggero, 19 febbraio</ref>
*21 febbraio: direzione nazionale DC: Aldo Moro invita i dirigenti del partito a comprendere la natura dei grandi mutamenti sociali in atto con gli scioperi e le occupazioni. Sostiene la necessità di avviare una «strategia dell'attenzione» verso il PCI, il principale partito d’opposizione.<br />Il Rettore dell'università di Roma, col beneplacito del senato accademico, ordina la chiusura delle facoltà occupate dagli studenti, che si ribellano allargando l'occupazione ad architettura. Diversi tafferugli tra polizia e studenti, provocazioni da parte del FUAN.<ref>Il Messaggero, 22 febbraio 1969</ref>
*22-24 febbraio: nel primo giorno della visita di [[Richard Nixon|Nixon]] a Roma scoppiano gravi disordini tra polizia e studenti in corteo tra piazza della repubblica e piazza Venezia. Lancio di bottiglie molotov e sassaiole in via Quattro Novembre tengono impegnate le forze dell'ordine per circa due ore e causano problemi per i movimenti del presidente americano nella città. Rallentati nella notte i disordini riprendono al mattino presto con auto incendiate e atti vandalici contro banche e sedi di società con interessi oltreoceano. Uno studente muore cadendo da un tetto della facoltà di magistero. Oltre 100 feriti e un numero imprecisato di fermi. Nella notte un ordigno esplosivo in via della Dogana vecchia danneggia gravemente uno degli ingressi del senato e la tipografia del [[Rome daily american]], giornale statunitense redatto e stampato a Roma. Il governo minaccia il ricorso a misure straordinarie per l'ordine pubblico. All'università calcolati in un miliardo i danni. Il MSI chiede l'impiego dell'esercito.<ref>Il Messaggero, 23-25 febbraio 1969</ref>
 
==== Marzo ====
Riga 393:
*21 aprile: dopo il ritrovamento del corpo in una pineta frequentata da omosessuali e una confessione non convincente del presunto assassino esplode a Viareggio il caso [[Omicidio di Ermanno Lavorini|Lavorini]]. L'appartenenza del reo confesso al fronte monarchico giovanile fa presto a trasformare da giudiziaria a politica la vicenda. Mentre da Roma giungono il colonnello Mario de Julio, appena eletto deputato coi monarchici (che ha il compito di depistare le indagini) e [[Junio Valerio Borghese]] (che fa affiggere sui muri della città dei manifesti con rappresentano un bambino che chiede aiuto e il giornale Secolo d'Italia, affermando che i corruttori di giovani sono fra gli esponenti della classe politica locale, si susseguono altri arresti: il figlio dell'attore [[Ermete Zacconi]], che muore d'infarto, e un commerciante locale, morto suicida di li a poco, che pur sposato frequentava i prostituti minorenni della pineta ma era del tutto estraneo alla vicenda.Nonostante l'ondata di calunnie e accuse infondate, con riferimenti allo scandalo dei [[balletti verdi]] da parte di una stampa che non fa che inventare particolari morbosi, gli inquirenti scoprono che la responsabilità del rapimento e dell'uccisione del bambino è del Fronte monarchico giovanile, il cui presidente aveva offerto la sua collaborazione ai carabinieri per depistare le indagini. Lo scopo era chiedere un riscatto per finanziare l'attività politica locale.
*23 aprile: la commissione giustizia della camera approva in via definitiva il progetto di legge per l'introduzione del divorzio. Contrari DC e MSI.
*25 aprile: Esplodonoesplodono delle bombe alla stazione Centrale di Milano e alla Fiera campionaria. In un primo momento al responsabilità viene fatta ricadere sui gruppi anarchici.
*30 aprile: camerala Camera dei deputati: approvataapprova in via definitiva la legge che aumenta le pensioni e introduce il divieto di cumulo tra assegni retributivi e di anzianità. Votano a favore la maggioranza e il PLI, astenuti gli altri gruppi.<br />Il ministro degli interni riferisce sui recenti problemi dell'ordine pubblico. La relazione di Restivo è approvata dalla sola maggioranza con alcuni distinguo da parte dei socialisti.<ref>Il Messaggero, 1 maggio 1969</ref>
 
==== Maggio ====
*1 maggio: Nella riunione annuale dei segretari provinciali del PSU è approvato, con 55 voti a favore su 102 presenti, un ordine del giorno che sostiene la necessità di dare al partito "una maggioranza forte, ampia ed efficiente su una piattaforma politica che elimini ogni equivoco compromesso ed ogni possibilità di interpretazione moderata". Sull’ordine del giorno sono confluiti i voti di «Riscossa», «Impegno» e un gruppo distaccatosi da «Autonomia» che fa capo a Giacomo Mancini. Nel PSI si va, dunque, configurando una nuova maggioranza rispetto a quella che ha gestito il XXXVIII Congresso. Si paventa il rischio scissione da parte della componente ex socialdemocratica e una conseguente crisi di governo. Convocato d’urgenza, per il 13 maggio, il Comitato centrale.
*11 maggio: direzione e comitato centrale PSU: in seguito alla formazione della nuova maggioranza costituitasi nella riunione dei segretari provinciali che sostituisce quella formata da Autonomia e Rinnovamento che dal XXXVIII aveva gestito il partito, [[Mauro Ferri]], nella Direzione che precede il Comitato centrale, rassegna le dimissioni da segretario. [[Mario Tanassi]], intervenendo al Comitato centrale, contesta la legittimità affermando che la nuova maggioranza emargina la componente ex socialdemocratica e colloca il partito su linea diversa nel rapporto con il PCI. Tanassi definisce l’accordo De Martino-Mancini–Giolitti «una manovra contro l’unificazione» che porterebbe la sua corrente all’alternativa fra «accettare la resa incondizionata oppure rompere il partito». Sulla base di queste considerazioni propone di rinviare la discussione per una pausa di riflessione. Su proposta di Pietro Nenni il Comitato centrale è rinviato al 20 maggio.
*12 maggio: in vista del congresso nazionale del partito si riunisce l'assemblea della corrente dorotea. Confermata la validità dell'alleanza di centro-sinistra e la chiusura nei confronti del PCI. Colombo mette in guardia il partito dall'accreditare una pretesa indispensabilità dell'apparato comunista, che per la DC si tradurrebbe in una operazione trasformistica.<ref>Il Messaggero, 13 maggio 1969</ref>
*15 maggio: torna a riunirsi il comitato centrale del PSU: [[Mauro Ferri]] e l'intera direzione si presentano dimissionari. La spaccatura tra la corrente di Ferri e Tanassi e quella di De Martino e Mancini appare ancora più marcata, e ruota attorno alle due possibili scelte che il partito ha di fronte. Le possibili identità di vedute col PCI, pur non tornando alla collaborazione frontista, è vista dai nenniani ex PSU e dagli ex del PSDI una scelta impossibile per gli accordi presi in sede di unificazione e nelle trattative per il governo. Viene deliberato un ulteriore rinvio: i vice-segretari Bertoldi e Cariglia sbrigheranno l'ordinaria amministrazione, il partito è affidato a una commissione che rappresenta tutte le correnti, incaricata di trovare un accordo che eviti la fine dell'unificazione.<ref>Il Messaggero, 16 maggio 1969</ref>
Riga 404:
*28-29 maggio: inizia alla camera la discussione sulla legge per l'introduzione del divorzio.Il testo definitivo unifica i due progetti di legge presentati da [[Loris Fortuna]] (PSI) e [[Antonio Baslini]] (PLI). Il via libera è stato dato da un ordine del giorno della sera prima, votato dalla maggioranza divorzista (PCI, PSU, PSIUP, PRI, PLI). Sul fronte opposto la DC è isolata coi monarchici e il MSI. [[Giorgio Almirante]], a nome del MSI, chiede una verifica della maggioranza. [[Ugo La Malfa]] risponde che su alcuni temi la maggioranza e il programma di governo non contano. "Questa", dice La Malfa, "è una maggioranza di scopo". La DC presenta a inizio seduta un'eccezione di costituzionalità subito respinta. All'affermazione di [[Vittorio Cervone]] che l'approvazione della legge porterebbe alla caduta del concordato una nota del PLI ricorda che la proposta di indissolubilità del matrimonio venne proposta all'Assemblea costituente da [[Giorgio La Pira]] e non approvata.<ref>Il Messaggero, 29-30 maggio 1969</ref>
 
* 29 maggio: organizzate dalla [[Camera del lavoro|Camera del Lavoro]] di [[Caserta]] si svolgono nella omonima provincia numerose manifestazioni di protesta contro la crisi dell'agricoltura e la disoccupazione dei braccianti. Nel tardo pomeriggio in alcuni paesi scoppiano violenti disordini: a [[Casal di Principe]] sono incendiati la filiale del Banco di Roma, l'ufficio postale, la sede delle imposte di consumo e due autobus di linea. Le forze dell'ordine utilizzano lacrimogeni e idranti per disperdere le folle. Non si spara ma il bilancio dei feriti da ambo le parti è altissimo.<br>Il vice questore di Roma, ex vice capo della mobile, e un maresciallo dei carabinieri del comando provinciale sono arrestati a Roma nell'ambito di una indagine sul giro delle bische clandestine operanti nella capitale. Avrebbero assicurato l'attività del gioco illegale con una tangente di 300.000 lire a sera per ognuna delle bische operanti.Coinvolti numerosi altri funzionari delle forze dell'ordine, tra i quali il vice capo della polizia..<ref>Il Messaggero, 30 maggio 1969</ref>
 
==== Giugno ====
Riga 410:
*15-16 giugno: elezioni regionali in Sardegna: vistoso calo del PCI e altrettanto vistoso aumento della DC. Buon risultato dei repubblicani e dei socialisti, stabili gli altri partiti. Assicurata una maggioranza di centro-sinistra in consiglio regionale.<ref>Il Messaggero, 17 giugno 1969</ref>
*20 giugno: consiglio dei ministri: approvati i disegni di legge per la riforma tributaria e lo statuto dei lavoratori. I tributi saranno concentrati in poche voci essenziali, molte tasse saranno soppresse per gettito insufficiente.<br />Mentre infuria lo scandalo delle bische, di cui si stanno delineando ruoli e cifre, sulla stampa appare la notizia che c'è in corso un'indagine sui vertici della questura di Roma, accusati di aver consentito dietro lauti compensi l'importazione clandestina di opere d'arte e antichità da parte di grossi antiquari romani. L'inchiesta, che riguarderebbe l'ex vice questore [[Emilio Santillo]], viene successivamente smentita.<br />Il partito socialista rinvia la ripresa del comitato centrale a dopo il congresso della DC.<ref>Il messaggero, 21 giugno 1969</ref>
*27-30 giugno: congresso della DC: Moro prende definitivamente le distanze dalla maggioranza dorotea di Piccoli, Andreotti ed Emilio Colombo, che guida un partito frammentato in sette correnti interne e che ottiene solo il 38% dei voti e 46 seggi nel consiglio nazionale col nuovo nome di Impegno democratico. Seguono la sinistra di Forze nuove e la Base (Donat -Cattin, De Mita, Mastella) col 18,2% e 22 seggi, Nuove cronache (Fanfani) col 15,9% e 18 seggi, gli amici di Aldo Moro col 12,7% e 16 seggi, i pontieri (Taviani) col 9,6% e 12 seggi, La destra di Forze libere (Scalfaro, Scelba, Restivo) col 2,9% e 4 seggi, Nuova sinistra (Sullo) col 2,6% e 2 seggi. Viene ribadito che il cammino della legge sul divorzio, con la maggioranza occasionale che lo sostiene, non avrà ripercussioni sul governo. Per la convocazione del consiglio nazionale si decide di attendere l'evoluzione dei problemi interni del PSI.
*29 giugno: muore [[Arturo Michelini]], segretario del MSI dal 1954. La direzione elegge al suo posto [[Giorgio Almirante]].
 
==== Luglio ====
*1 luglio: il comitato centrale del PSU, sospeso per due volte a causa dei dissidi interni, si riunisce per la terza volta in un clima di aperto contrasto. Con 67 voti contrari e 52 favorevoli è respinto l'appello di [[Pietro Nenni]] per l'unità delle due anime del socialismo italiano. I socialdemocratici abbandonano la riunione subito dopo l'esito del voto, che sancisce in via definitiva la fine dell'unificazione socialista. 29 deputati e 12 senatori aderiscono alla scissione di Ferri e Tanassi. Viene rifondato il [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]], anche se tale nome lo riprenderà solo nel 1971: fino a tale anno gli ex socialdemocratici sarannomantengono il nome PSU mentre i socialisti riprendono il nome di PSI.
*5 luglio: a seguito delle dimissioni di tutti i ministri socialisti il governo rassegna le dimissioni.<ref>{{Cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0018_01_1969_0156_0001_24763151/|titolo=Il governo Rumor si è dimesso Incomincia una crisi difficile|data=6 luglio 1969|p=1}}</ref>