Fa'afafine: differenze tra le versioni

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L'identità ''fa'afafine'' può essere stabile o transitoria, avere termine con un [[matrimonio]] eterosessuale o con la cessazione dell'utilizzo degli indicatori di genere femminili scelti per comunicare agli altri il proprio essere/sentirsi ''fa'afafine''. Secondo Kaltenborn, che nelle sue interviste trova conferma del possibile carattere temporaneo e "reversibile" dello status di ''fa'afafine'', il genere a Samoa sarebbe percepito più come un "fare" che un "avere".<ref>{{Cita|Kaltenborn|pp. 102, 103, 110}}</ref> Per queste ragioni l'antropologo Niko Besnier ritiene la liminalità ''fa'afafine'' un processo di prestito, piuttosto che un ruolo o un'identità.<ref name="Cita|Besnier, 1994">{{Cita|Besnier, 1994}}.</ref>
 
Negli studi sulle persone di genere liminale nelle isole polinesiane, la [[divisione del lavoro]] fra i sessi ha costituito uno dei principali caratteri presi in considerazione dagli antropologi. Nel suo studio sui [[Māhū|''māhū'']] tahitiani, equivalenti delle ''fa'afafine'' samoane, Robert Levy ha sostenuto che l'elemento che determina la loro definizione sociale non è riposto nell'assunzione di comportamenti effeminati, ma nello svolgimento di un ruolo femminile nella divisione del lavoro all'interno del villaggioː il māhū sarebbe un maschio che svolge il lavoro da donna, cessando il quale diventa un ex [[māhū]].<ref>{{Cita|Levy, 1971}}</ref> La natura del contributo alle attività lavorative, connotato a seconda del genere, risulta essere, anche secondo Niko Besnier, il principale elemento tenuto in considerazione nella maggior parte dei contesti rurali polinesiani: gli uomini eseguono lavori "pesanti", come [[Pesca (attività)|pesca]], [[Agricoltura|coltivazione della terra]], raccolta di [[noci di cocco]]; le donne si dedicano alle [[Casalinga|faccende domestiche]], alla raccolta della legna, alla tessitura delle stuoia.<ref>{{Cita|Besnier, 1994|p. 286}}</ref>
 
Se si analizza l'identità ''fa'afafine'' a partire da questo punto di vista, gli esiti possono essere contrastanti: vi sono ''fa'afafine'' che non dichiarano alcuna preferenza nello svolgimento di attività tradizionali (“Possiamo fare lavori maschili, dare da mangiare ai maiali, diserbare, fare composizioni floreali, riordinare la casa, curare i terreni. Tutto”), mentre altre sottolineano di voler svolgere solo lavori femminili (“Non posso tagliare l'erba, non posso tagliare il legno... nemmeno raschiare la noce di cocco; mi farei male alle dita!”).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Yoko Kanemasu|autore2=Asenati Liki|anno=2020|titolo=‘Let fa’afafine shine like diamonds’: Balancing