XXVIII Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica: differenze tra le versioni

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Il '''XXVIII Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica''' ([[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|PCUS]]) si tenne a [[Mosca (Russia)|Mosca]] dal 2 al 13 luglio 1990.<br />Fu l'ultimo Congresso del partito.
 
== I lavori ==
 
Il Congresso si svolse pochi mesi dopo l'abrogazione da parte del III [[Congresso dei deputati del popolo dell'Unione Sovietica]] dell'articolo 6 della [[Costituzione sovietica del 1977|Costituzione]], il qualeche garantiva al partito il monopolio del potere politico.<ref>{{cita|Eliseeva|pp. 342-343}}.</ref>
 
Nel corso dei lavori si delinearono tre piattaforme in aperto contrasto fra loro: quella "ufficiale", rappresentata dal Segretario generale [[Michail Gorbačëv]] e dai suoi sostenitori, quella "democratica" e quella marxista "ortodossa". Quest'ultima componente, conservatrice, contestava in particolar modo l'abrogazione dell'articolo 6, riconducendo ad essa la crescente crisi di carattere economico, interetnico e culturale che investiva il Paese. Di diverso avviso i democratici, che per bocca di [[Boris El'cin]] proposero la ridenominazione del PCUS in Partito socialdemocratico e la concessione della libertà frazione. L'assemblea respinse le richieste e El'cin utilizzò la tribuna congressuale per annunciare la propria fuoriuscita dal PCUS. Sul fronte dei conservatori si registrò il tentativo di eleggere [[Egor Ligačëv]] al ruolo di vicepresidente del partito, che tuttavia non andò in porto.<ref>{{cita|Eliseeva|pp. 346-347}}.</ref>