Ovis musimon: differenze tra le versioni

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Il '''muflone europeo''' (''Ovis aries musimon''; ''Ovis musimon'' {{zoo|[[Peter Simon Pallas|Pallas]]|1762}}) è un [[Mammalia|mammifero]] [[Artiodactyla|artiodattilo]] facente parte del superordine degli Ungulati, specificatamente della famiglia dei [[Bovidae|Bovidi]].
 
Il suo attuale ''status'' [[tassonomiaTassonomia|tassonomico]], come del resto quello di tutta la sottofamiglia dei [[Caprinae|Caprini]], è molto discusso: studi effettuati sul [[DNA]] delle varie specie ascritte a questa sottofamiglia hanno mostrato analogie fra specie ritenute distanti [[Filogenesi|filogeneticamente]] e viceversa. Il muflone ha dimostrato forti somiglianze a livello genetico e morfologico con l'''[[Ovis orientalis]]'', al punto che molti autori riterrebbero attualmente più corretta una classificazione di questi animali come [[sottospecie]] di ''O. orientalis''.
 
Il muflone è diffuso sulle isole mediterranee di [[Sardegna]], [[Corsica]] e [[Cipro]], delle quali peraltro non risulterebbe nativo: su queste questioni mancano infatti reperti fossili di questi animali e l’ipotesi più accreditata è quella secondo cui il muflone deriverebbe dal rinselvatichimento di un ovino domestico introdotto dall’uomo in epoca neolitica (Poplin, 1979)<ref>{{Cita web|url=https://www.sardegnaforeste.it/fauna/muflone}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/articolo/cultura/2017/08/30/il_muflone_icona_della_sardegna_il_dna_certifica_ha_4mila_anni-8-639043.html}}</ref>. Da qui, il muflone è stato in seguito introdotto anche in [[Europa]] continentale a partire dal [[XVIII secolo]], in particolare se ne trovano popolazioni consistenti in [[Europa centrale|Europa Centrale]]. Altre introduzioni hanno dato origine a popolazioni stabili di questi animali anche in [[Cile]] e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] ([[Texas]], [[Hawaii]]).
 
In [[Italia]], oltre che con una buona popolazione autoctona in Sardegna e in particolare nel [[Massiccio del Gennargentu|Gennargentu]] e nel [[Montiferru]], il muflone è diffuso con una quarantina di popolazioni isolate (per un totale di circa {{formatnum:5000}} esemplari) in alcune isole minori ([[Isola d'Elba]], [[Asinara]], [[Capraia Isola|Capraia]], [[Isola del Giglio|Giglio]], [[Isola di Marettimo|Marettimo]], [[Isola Zannone|Zannone]]); è presente in vari punti della [[penisola]], in particolare all'interno del [[Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta]] in [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]], dove è stato introdotto durante gli [[Anni 1970|anni Settantasettanta]], nel [[Parco naturale delle Alpi Marittime]] in Piemonte, in alcune [[Prealpi Orobiche|zone prealpine bergamasche]] e lecchesi (per esempio sul monte [[Moregallo]] e sulle Prealpi Varesine. <ref>{{Cita web|url=https://lecconotizie.com/cultura/attimi-23-il-muflone/|titolo=Attimi #23 - Il Muflone|autore=admin|sito=Lecco Notizie|data=2015-03-23|lingua=it-IT|accesso=2019-09-02}}</ref>. Sono anche presenti sulle [[Alpi Apuane]], nell'[[Appennini|Appennino]] centro-settentrionale e sul [[Gargano]].
 
== Descrizione ==
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=== Aspetto ===
Il pelo è ispido e di colore fulvo d'estate e bruno scuro d'inverno, con tonalità grigiastre e nerastre su spalle e collo: il muso, la parte interna delle orecchie, un cerchio perioculare, il ventre, il posteriore e la parte distale delle zampe sono bianchi. Nei maschi spesso è presente una "sella" bianca sul dorso, assente nelle femmine, che sono di colore marroncino.<br />.
[[File:Ovis musimon horn beentree.jpg|thumb|upright=0.7|Un cranio di muflone maschio: notare le corna fisse nell'osso.]]
Caratteristica dei maschi è la presenza sul cranio di due grosse corna fisse su una base d'osso, che hanno crescita continua con tendenza alla spiralizzazione in senso laterale: le corna del muflone hanno un alto effetto spettacolare, che rende in particolare i vecchi maschi un trofeo molto ambito dai cacciatori. Più raramente corna ridotte possono essere presenti nelle femmine.
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[[File:Ovis musimon 04.jpg|thumb|upright=0.7|Una mufla: femmina di muflone.]]
[[File:Muffelwild 23.02.08 002.jpg|thumb|left|Un gruppetto di giovani maschi.]]
Il muflone predilige gli ambienti aperti in aree collinari, spesso con presenza di aree rocciose dove potersi rifugiare in caso di pericolo; tuttavia si è adattato a una grande varietà di ''[[habitat]]'', dalle foreste di [[Pinophyta|conifere]] ai boschi di latifoglie, raggiungendo anche altitudini di {{formatnum:1500 }}&nbsp;m. Si tratta di animali diurni e dalle abitudini gregarie: le femmine con i piccoli vivono durante tutto l'arco dell'anno in grosse greggi, mentre i maschi giovani formano gruppi separati e meno consistenti numericamente, di solito composti da animali della stessa età. I maschi più anziani, invece, sono soliti vivere da soli. Come le capre selvatiche, il muflone non assume normalmente un comportamento territoriale, pur possedendo ghiandole odorifere preorbitali, interdigitali e inguinali atte a marcare i confini del territorio: nel caso di conflitti per il territorio o l'accoppiamento, tuttavia, il maschio scuote nervosamente la testa da un lato all'altro in segno di minaccia verso gli avversari.
 
=== Alimentazione ===
Pur essendo animali da pascolo che, cioè, si nutrono soprattutto di erbe, i mufloni, così come anche le capre, sono in grado di mangiare pressoché tutti gli alimenti di origine vegetale. Sono anche capaci di brucare le piante dure e coriacee rifiutate dalla maggior parte degli [[ungulati]], riuscendo così a sopravvivere in ''[[habitat]]'' particolarmente aridi. Occasionalmente si nutrono di ghiande, specialmente dei generi ''[[Corylus avellana]]'', ''[[Juglans regia]]'', ''[[Castanea sativa]]'', ''[[Fagus sylvatica]]'', ''[[Quercus robur]]'' e ''[[Ilex]]'', che danno acheni plurispermi.
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* Il combattimento spalla a spalla è meno violento, poiché gli animali si spingono reciprocamente con le corna incrociate. Può capitare che le corna dei due sfidanti si incastrino le une con le altre e che perciò i due contendenti, impossibilitati a condurre una vita normale, muoiano di stenti o a causa di predatori nel caso in cui non riescano a liberarsi l'uno dall'altro.
 
Fra la fine di [[febbraio]] fino alla fine di [[aprile]], le femmine gravide si allontanano dal gruppo e partoriscono, isolate, 1uno o 2due piccoli, che sono in grado di muoversi e camminare subito dopo la nascita e che devono essere allattati ogni 15quindici minuti circa. Quando arriva l'estate, le femmine con la loro prole (ed i giovani maschi, fino ai 2due anni di età) si riuniscono a formare greggi di 30-40 individui.
 
La speranza di vita dei mufloni maschi è di circa 12 anni, mentre le femmine sono generalmente più longeve, vivendo infatti anche oltre i 15 anni.
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[[File:Mezimesti CoA CZ.gif|thumb|left|Lo stemma della città di Meziměstí, nella [[Repubblica Ceca]], rappresentante un muflone.]]
 
L'esistenza del muflone è indissolubilmente legata a quella dell'uomo: è infatti accettata come verosimile dalla maggior parte degli studiosi l'ipotesi che questi animali siano in realtà delle [[Ovis aries|pecore]] ancestrali, introdotte dall'[[Homo sapiens|uomo]] in ambienti insulari e rinselvatichitesi nel corso dei millenni, piuttosto che dei progenitori dell'attuale pecora, come si era sempre ritenuto fino ad alcuni [[lustroLustro|lustri]] fa.
 
Il muflone è un animale piuttosto popolare nella cultura; tuttavia tale popolarità, più che alla biologia vera e propria dell'animale, è dovuta alla [[fonetica]] del suo nome. {{cn|Generalmente, il nome "muflone" viene utilizzato per indicare in modo satirico qualcosa di esasperatamente e stereotipicamente mascolino, inteso come rozzo, peloso, puzzolente o legato al sesso.}}
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Il muflone oggi non è più a rischio di estinzione, è presente in tutta Europa ed è ovunque oggetto di prelievo venatorio. Negli anni '30, due personaggi assai noti nel mondo della conservazione (Ghigi e Baldacci) riuscirono a contrabbandare nel continente alcuni esemplari che, immessi prima nelle riserve e poi nel territorio libero, oggi sono molto diffusi nella dorsale appenninica e nelle Prealpi. Nella penisola è specie cacciabile, ma solo in [[Caccia in Italia#Caccia di selezione|selezione]] come quasi tutti gli ungulati, tranne il cinghiale.
 
Negli ultimi anni vi è stato un cambiamento nella gestione dell'ungulato a livello venatorio e non, visto che si è cominciata a considerare la presenza del selvatico [[specieSpecie aliena|alloctona]] nella penisola, nociva per gli altri selvatici autoctoni, in primis il [[Rupicapra rupicapra|camoscio]] delle Alpi, portando a problemi di convivenza. Ciò ha cambiato l'azione dei piani di prelievo venatori da conservativi a regolatori, al fine di evitare l'espansione dei singoli nuclei già presenti e adattati al territorio. In certe situazioni si è giunti a decidere l{{'}}''eradicazione'' totale del muflone. A tal proposito sono emblematici i casi dell'[[isola d'Elba]]<ref>{{Cita web | url= http://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2016/05/31/news/il-parco-vuole-eliminare-il-muflone-dall-isola-1.13574767|titolo=Eradicazione del muflone dall'isola d'Elba|data=31 maggio 2016}}</ref> e dell'[[Isola del Giglio]]<ref>{{Cita web | url=http://www.lanazione.it/grosseto/cronaca/isola-giglio-mufloni-parco-1.7064948|titolo=Giglio - Abbattimento dei mufloni|data=22 novembre 2021}}</ref>.
 
Solamente in Sardegna, dove vivono attualmente più di {{formatnum:6000}} capi<ref>{{Cita web | url= http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=296670&v=2&c=1563&t=1|titolo=Il censimento del muflone (2015)}}</ref>, il muflone è ancora specie protetta. Negli ultimi decenni, grazie all'attività dell'ex [[ente foreste della Sardegna]], sono state effettuate numerose ''reintroduzioni'' nelle aree in cui era scomparso. Qui le maggiori minacce sono rappresentate dal bracconaggio, dall’allevamento ovino allo stato brado e dal [[randagismo]].
 
== Curiosità ==
{{curiosità}}
Lo [[iostoIosto (animale)|iosto]] (acronimo di Ibrido Ovino Sardo Tutelato all'Origine) è l'incrocio (fertile) tra la pecora sarda e il muflone; la sua carne è molto apprezzata, in quanto estremamente saporita.<ref>{{cita web|url=https://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2000/12/24/SK108.html}}</ref>.
 
== Note ==