Pëtr Alekseevič Kropotkin: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
RVD3 (discussione | contributi)
Socialismo sidebar.
Nessun oggetto della modifica
Riga 45:
Nel [[1919]] si trasferì definitivamente a [[Dmitrov]], dove scrisse la ''Lettera ai lavoratori d'occidente'', il documento più importante di questo periodo, o ''Lettera ai lavoratori di tutto il mondo'' ([[1920]]), in cui Kropotkin esortava tutti i progressisti occidentali a porre fine al blocco e alla guerra d'intervento, che avrebbe solo rafforzato la dittatura e reso più difficile il compito di coloro che stavano lavorando ad una genuina ricostruzione sociale. Illustrava poi la sua visione di una Russia anarchica organizzata in liberi comuni federali e ammoniva gli uomini d'altri paesi a imparare dagli errori della [[Rivoluzione Russa]]. Di quest'ultima lodava i passi verso l'[[uguaglianza sociale]] e il ruolo dei [[Soviet]], che avrebbero potuto portare all'emancipazione dei produttori nell'amministrazione della loro attività se solo non fossero caduti sotto il controllo della dittatura. Nella sua prima lettera a [[Lenin]], datata 20 marzo 1920, scrisse che: «Se la situazione attuale continuerà, la stessa parola “socialismo” diventerà una maledizione, come capitò in Francia alla parola “uguaglianza”, dopo quarant'anni di giacobinismo».<ref>Cf. Préposiet Jean, Storia dell'anarchismo, Dedalo, Bari, 2006, p. 303; Pierre Kropotkine. Œuvres, présentation et choix de textes par Martin Zemliak (alias Frank Mintz), La Découverte, édition de 2001 (première édition 1976), nota n° 27, p. 339.</ref>
 
Nonostante tutto Kropotkin era ancora ottimista ed invitava i lavoratori a creare una nuova [[l'InternazionaleAssociazione internazionale dei lavoratori|Internazionale]]. Le sue parole però non influenzarono né gli eventi interni, né quelli esterni ed egli non poté far nulla neppure per gli anarchici che erano in prigione, in esilio o a combattere nell'esercito rivoluzionario ucraino di [[Nestor Makhno]]. La sua morte, avvenuta l'8 febbraio [[1921]], gli impedì di completare quella che considerava la sua opera più importante, ''L'etica''. Il suo feretro attraversò le strade di [[Mosca (Russia)|Mosca]] scortato da [[simbologia anarchica|nere bandiere]] incise del motto ''Dove c'è autorità non c'è libertà''.
 
== Il pensiero ==