Gian Lorenzo Bernini: differenze tra le versioni

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=== Ultimi anni ===
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6363947.jpg|thumb|right|Il ponte Sant'Angelo fotografato da [[Paolo Monti]]]]
Di ritorno dalla Francia, Bernini aveva ormai esaurito le proprie energie creative, a causa ormai della vegliarda età: infatti, quando concluse nel 1678 il monumento all'amico pontefice Alessandro VII era ormai ottantenne. Tra le opere degli ultimi anni vanno ricordate l'''[[Estasi della beata Ludovica Albertoni]]'' in San Francesco a Ripa (1674), l'altare della cappella del Santissimo Sacramento a San Pietro con i due ''Angeli inginocchiati in adorazione'' (1673-74) e il busto di Gabriele Fonseca in San Lorenzo in Lucina. L'ultima grande impresa berniniana fu la realizzazione delle dieci statue degli ''Angeli con i simboli della Passione'' da collocare sul [[ponte Sant'Angelo]]; si trattò di una commissione voluta da [[papa Clemente IX]], che in questo modo intendeva rappresentare la liturgia delle stazioni quaresimali della via Crucis, così da trasformare il ponte in percorso di contemplazione.<ref name=fine>{{cita|Ferrari|p. 32|OF}}.</ref>
 
Negli ultimi anni della sua vita Gian Lorenzo che era fervidamente credente, si dedicò sempre più alle esigenze dello spirito con profondo interesse al problema della salvezza dell'anima dopo la morte terrena. FuDivenne così assiduo frequentatore della chiesa del Gesù e dei circoli ivi gravitanti, ove la preparazione alla ''buona morte'' di un cattolico era oggetto di meditazione e preghiera. Frutto di queste riflessioni dello scorcio estremo della sua esistenza sono alcune delle opere finali di Bernini come il ''[[Sanguis Christi]]'' e il ''[[Busto del Salvatore|Salvator Mundi]]'', che Gian Lorenzo fece per sé stesso e che lo accompagnarono nel momento del trapasso.
 
Nel 1680 la salute di Bernini, già declinante, si aggravò a causa di una [[paralisi]] al braccio destro; visse il suo malanno in maniera ironica e giocosa, riconoscendo che era giusto che la sua mano destra si riposasse dopo così tanto lavoro.<ref name=P11/> La sua infermità, tuttavia, peggiorò, sino a condurlo a morte il 28 novembre 1680; nell'anno della sua dipartita, il soglio pontificio era occupato da Innocenzo XI, l'ottavo papa a vedere il Bernini all'opera.<ref name=fine/> L'artista venne infine tumulato nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, nella tomba terragna di famiglia. Per volere dello stesso Gian Lorenzo, autore di così tante tombe monumentali e scenicamente architettate, la sua sepoltura è invece costituita da una modestissima lapide posta a copertura di in un gradino sul lato destro dell'altare maggiore.
 
== Produzione artistica ==