Petelia: differenze tra le versioni

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La parte più nota della storia di Petelia è il patto di amicizia con Roma durante le lotte dei Romani contro i [[Cartaginesi]].
 
Quando nel [[264 a.C.]] ebbero inizio le [[guerre puniche]], Petelia rimase fedele a Roma. Con la [[Battaglia di Canne|sconfitta di Canne]] (216 a.C.) l'esercito romano venne dimezzato ed Annibale, dopo aver conquistato gran parte della penisola e dopo aver lasciato a [[Capua antica|Capua]] una guarnigione di 700 uomini, si diresse alla conquista dell'Italia meridionale ed in particolare del ''Bruttium''.
 
Molte città si schierarono con i Cartaginesi; solo Petelia ebbe l'ardire ed il coraggio di opporsi alle truppe puniche per ben undici mesi, arrivando i petilini a cibarsi delle cortecce e dei ramoscelli teneri di tutte le piante che trovavano in città.<ref>{{cita|Polibio|VII, 1, 3}}.</ref> Quando, alla fine i cartaginesi si apprestavano ad entrare nella città, ormai ridotta allo stremo, i Petelini gridarono dall'alto delle loro mura il disprezzo all'ineluttabile disfatta col famoso grido, riportato dal poeta latino [[Valerio Massimo]]<ref>''Facta dictaque memorabilia'', lib. VI cap. VI Ext 2.</ref>:
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Per questo motivo ebbe il titolo di Fidelis, per cui passò alla storia come Fidelis Petelia. (Fonte: Università Cattolica del Sacro Cuore - VACCARO, Angelo, ''Fidelis Petelia'', Obelisco, Palermo-Roma 1933).
 
Durante gli undici mesi di assedio, una piccola delegazione di petelini si recò a alla curia romana per chiedere aiuto, ottenendo un netto rifiuto in quanto gli eserciti romani erano impegnati su altri campi di battaglia. I Romani, ben consapevoli delle difficoltà che Petelia avrebbe dovuto fronteggiare, lasciarono libertà di arrendersi alle truppe nemiche, ma Petelia a costo dell'enorme sacrificio si oppose al nemico e riuscì a frenarlo per undici mesi, al contrario di città potenti come Crotone che si erano subito arrese.
 
Nel frattempo le truppe romane riacquistarono le loro forze e tutte le città perdute furono riscattate ad opera di [[Publio Sempronio Tuditano]]. Ormai la guerra stava per arrivare all'epilogo ed Annibale fu richiamato in patria, ma in attesa del vento favorevole per salpare, fu assalito e molti suoi [[Numidi]] rimasero uccisi sulle spiagge di Crotone. Circa {{formatnum:1000}} Petilini furono riportati nella loro patria dai romani.